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CIO / Bach sull'Italia: “sono ottimista, troveremo una soluzione”

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Sabato 28 Settembre 2019

 

coe-bach 


Carlo Santi

C’è stato chi l’ha tirato per la giacchetta, a dritta e a manca. Ora Thomas Bach mette le tessere al loro posto e assegna a ciascuno il proprio ruolo. Non bacchetta nessuno, ma è chiaro che il CONI deve restare padrone a casa propria.

DOHA – Lo sport cerca di rimanere autonomo tenendo lontana la politica. Che poi significa, per i dirigenti sportivi, fare loro stessi la politica del movimento gestendo in casa propria ruoli ed esigenze. Lo ha ribadito qui a Doha il presidente del Comitato Internazionale Olimpico, Thomas Bach, insieme al gran capo dell’atletica mondiale, Seb Coe. E qui non c’entrano certo le beghe di casa nostra: c’entra, piuttosto, una sorta di accerchiamento un po’ generalizzato su questo mondo. Bach lo comprende perfettamente e corre ai ripari.

Il numero 1 dello sport mondiale, interpellato sulle questioni italiche, le diatribe tra governo, CONI e Sport e Salute, ha ribadito che da parte sua c’è la massima disponibilità per un incontro, ma «a Losanna», sia chiaro.

Ha precisato Bach, incontro con il neo ministro Spadafora e, ovviamente, Giovanni Malagò che del CIO è membro oltre ad essere il presidente del CONI, per discutere delle regole della Carta Olimpica e di una possibile (e temuta) invasione della politica all’interno del nostro Comitato Olimpico. «Sono ottimista che troveremo una soluzione - le parole di Bach - Da atleta non posso che esserlo».

Bach e Coe hanno anche parlato del Doping, della protezione degli atleti e del loro diritto di essere puliti. Il discorso è scivolato di nuovo sulla Russia, paese che la IAAF ha tenuto ancora fuori dal Mondiale salvo permettere ad alcuni atleti di competere senza la bandiera nella squadra ANA, ossia il buffo acronimo Atleti Neutrali Autorizzati.

L’Olimpiade di Tokyo 2020 è dietro l’angolo e le possibilità che la Russia sia presente non sembrano essere moltissime. Chiare le parole di Bach: «Vogliamo avere atleti puliti in una competizione leale, quindi tolleranza zero al doping». Il presidente del CIO ha poi aggiunto che, in vista dei Giochi dell’anno prossimo, «prima di prendere una decisione ci sono sempre dei dubbi, ma poi devi assumerti la responsabilità e devi essere convinto di ciò che scegli o decidi».

La questione Russia è seria: il laboratorio di Mosca deve spiegare nelle prossime tre settimane alcune irregolarità riscontrate ma da Sochi 2014 in poi poco è cambiato. «Chiediamo nuove regole, e questa situazione è nelle mani della WADA che deve chiamare la RUSADA, (ossia l’Agenzia Antidoping Russa), per essere ascoltata», ha aggiunto Bach che si appresta a fare – forse di malavoglia – il notaio della questione.

 

 

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