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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Tokyo 2020

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GIOCHI DELLA XXXII OLIMPIADE
                         23 Lug / 8 Ago 2021

              “Innovation from Harmony”

                                 www.tokyo2020.org
 
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Programma e Risultati – Tokyo 2020
• Squadra italiana
• Candidatura
• Logo e Mascotte
• Torcia e Medaglie
• Pittogrammi
• Numeri finali



DAL 2020 AL 2021
– I Giochi della XXXII Olimpiade, inizialmente previsti dal 24 Luglio al 9 Agosto 2020 – si svolgeranno dal 23 Luglio all’8 Agosto 2021 (con le successive Paralimpiadi fissate dal 24 Agosto al 5 Settembre 2021). Come dire un anno esatto più tardi del previsto. Effetto della pandemia causata dal Covid-19, il virus emerso a fine 2019 nella megalopoli cinese di Wuhan. Inarrestabile nella sua corsa, dopo i disastri causati in Cina, ha allargato i suoi effetti nefasti all’Europa (colpendo principalmente l’Italia del Nord) e agli Stati Uniti. Ma estendendosi in ogni caso a tutto il mondo.

Di fronte a questa tragedia che ha convolto l’intera umanità, con danni sanitari che avranno un immediato impatto negativo sull’economia globale, il CIO aveva inizialmente tentato di resistere, rifiutandosi per molte settimane di affrontare anche la sola ipotesi di uno spostamento (scelta che avrebbe avuto, come ha avuto, un effetto dirompente sui calendari internazionali dello sport, da anni ingessati a periodiche scadenze e a rigidi contratti televisivi).

La rapida e inarrestabile diffusione del virus – assieme alle perplessità e le rinunce di molti dei Comitati Olimpici Nazionali più importanti e su parere pressante della OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) – ha infine convinto il CIO, nella persona del suo presidente Thomas Bach (in scadenza di mandato proprio a Tokyo), e il Giappone del primo ministro giapponese Shinzō Abe (inizialmente contrario anche a causa degli inevitabili maggiori costi) al passo decisivo: rinvio di un anno, su nuove date da fissare non oltre l’estate 2021. Così, in una conference-call convocata a Losanna il 30 marzo, con l’intervento del responsabile di Tokyo2020 Mori Yoshirō, del governatore di Tokyo Koike Yuriko e del ministro giapponese dello sport Hashimoto Seiko, lo spostamento è diventato un fatto compiuto.

Che i Giochi venissero post-datati rispetto alle date previste, non era mai accaduto in precedenza. A guardare all’indietro, i problemi non erano mai mancati: erano state annullate a causa delle guerre mondiali le edizioni 1916, 1940 e 1944; minacciata di sospensione l’edizione 1972 dopo la strage degli atleti israeliani da parte degli islamici di Settembre Nero; mutilata dalla rinuncia di 22 paesi africani l’edizione 1976 per protesta contro l’Apartheid applicata in Sud Africa (peraltro esclusa dal CIO); ferite gravemente dal doppio boicottaggio le edizioni 1980 e 1984 dopo l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Armata Rossa. Ma lo spostamento ad un anno non bisestile costituisce una novità assoluta e certamente non gradita.

Restano da risolvere ancora non pochi problemi, dai maggiori costi economici dell’operazione, alla questione dei biglietti già venduti o prenotati, alla destinazione del Villaggio Olimpico i cui appartamenti, una volta chiusi i Giochi, dovevano essere assegnati agli acquirenti. C’è poi la questione delle qualificazioni: confermate valide anche per il 2021 i numeri già acquisiti – pari a circa il 57% del totale previsto – resta da definire il restante 43% dei posti con criteri che non potranno non tenere conto dei nuovi scenari e della lunga sosta: allenamenti, gare, ranking.

STORIA – A 57 anni da Tokyo 1964 – quando per la prima volta si tennero in Asia, quarto continente ad ospitare un evento olimpico –, nel 2021 i Giochi Estivi in ogni caso torneranno in Giappone, pilastro centrale di un trittico asiatico che abbraccia le due edizioni invernali di PyeongChang (2018) e di Pechino (2022).

Dopo le distruzioni apocalittiche della guerra, conclusa dalle atomiche su Hiroshima e Nagasaki (agosto 1945), in pochi anni il Giappone – partendo da una economia agricola e da un millenario isolazionismo feudale – si era trasformato in una delle maggiori potenze del pianeta. Negli anni Sessanta, all’epoca di quei primi Giochi, il suo potere economico poteva ritenersi secondo solo a quello degli Stati Uniti che l’avevano occupato militarmente fino al 1952.    

Nei riguardi della storia olimpica, Tokyo 1964 ha profondamente cambiato il concetto universale dei Giochi, aprendo le porte all’utilizzo dei computer nella gestione delle gare e soprattutto della televisione nella diffusione delle stesse. L’edizione 1964 fu infatti la prima a disporre di una completa copertura televisiva. Sul piano più tecnico, ai Giochi di Tokyo il cronometraggio fece un passo in avanti, con l’apprezzamento al centesimo di secondo da parte della Seiko. Per la prima volta le corsie – in atletica e nuoto – vennero estese ad otto con il conseguente ampliamento dei finalisti e la distribuzione del relativo “diploma olimpico”.

SPERANZA – Da allora molto è cambiato, ci sono stati veri sconvolgimenti politici e sociali, con l’umanità costretta oggi a fronteggiare gli epocali drammi della globalizzazione, delle migrazioni e, periodicamente, delle pandemie. In questo quadro non proprio rassicurante, sul cui sfondo si fronteggiano Stati Uniti e Cina Popolare, con l’Europa terza forza aggregata a fatica nella UE, entità sempre sull’orlo della disgregazione, non poteva non risentirne l’Olimpismo – all’affannosa ricerca di identità e motivazioni adeguate ai tempi – e, più in generale, lo Sport, condizionato da un professionismo esacerbato e insidiato da un doping sempre più sofisticato.

Tutto ciò premesso, malgrado questo scenario così poco confortante, gli organizzatori della XXXII Olimpiade, ritengono che i Giochi 2020 (ne è rimasta la dizione originale, anche se spostati al 2021) potrebbero essere i “più innovativi mai organizzati, basando la loro essenza su tre principi fondamentali: il miglioramento individuale; l’accettazione della diversità; il lascito di eredità positive per il futuro”. Principi sunteggiati nel motto adottato: “Innovation from Harmony”. Diciamolo pure, più una speranza che una certezza.

 









 
 

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