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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Sex and the Sport, of course

Giovedì 22 Agosto 2019

 

archery

 

Nel mondo nuovo degli alchimisti, non c’è più parità dei sessi, quella che predicavano Emelyn Pankhurst e, sui campi d tennis, Billy Jean King. C’è una specie di fusione, anzi si va rapidamente verso il neutro.

 

Giorgio Cimbrico

Le postille dovrebbero andare alla fine ma io la mia la piazzo all’inizio: la parola sesso è sparita, ora bisogna dire genere, da gender. Ma anche quest’etichetta durerà poco, vedrete. L’ennesimo cambiamento investe una freschissima decisione di un importante organismo sportivo reduce da mutamento del nome: da vecchio, glorioso, conservatore IRB, International Rugby Board,  a WR, World Rugby. Stessa decisione è stata adottata dalla IAAF che dopo 87 anni e da tempo non più amateur, diventerà WA (da non confondere con WA = World Archery).


Fa più brand, hanno detto gli esperti in marketing, comunicazione e altre arti di cui non so nulla. Alchimisti moderni?  A me più che altro sembrano una banda di belinoni. In genovese il belinone è una persona dotata di scarso intelletto e di rozza cultura. Ma di indubbia abilità, di capacità manipolatoria..

Torniamo al sesso sparito. Pardon, al genere. I padroni dell’ovale hanno deciso che nell’etichetta delle manifestazioni non apparirà più la parola women, donne. Rugby World Cup e basta. Donne? Uomini? Non si sa. Prima di comprare i biglietti, informarsi.

Scommetto le mie scarse fortune che tutte le altre organizzazioni – all’interno delle quali gli uomini di sport stanno diventando rari come il più raro dei lemuri, lo aye aye - si tufferanno a pesce. Quella che si è svolta  a inizio  estate in Francia con gran clamore mediatico era la Coppa del Mondo di calcio. Avrete notato che i veri gestori dello sport, quelli che cacciano i soldi non a scopo benefico, stanno inondando il mercato di pubblicità  di calcio… una volta si diceva muliebre. Ora non si può più. Di calcio e basta.

Non c’è più parità dei sessi, quella che predicavano Emelyn Pankhurst e, sui campi d tennis, Billy Jean King. C’è una specie di fusione. Ho sentito dire che in Svezia stanno studiando un nuovo modo di esprimersi. Non si deve capire se ci si rivolge a un uomo o a una donna o viceversa. Neutro. Boh.

Se lo scenario è questo, mi pare vada a cozzare contro l’estenuante caso Semenya che va avanti da dieci anni gusti, dai giorni dei tonanti, imbattuti, e imbattibili per almeno una ventina d’anni, record di Usain Bolt Quale è la formula che la IAAF ha utilizzato? Le donne devono avere competizioni equilibrate. Le donne – termine in via di estinzione - ricompaiono.

Invecchiare non è piacevole ma a chi non soccombe sotto le salve dell’ammiraglio Alzheimer consente di aprire il forziere dei ricordi che contiene donne barbute, irsute, gonfiate sino al passaggio all’altro sesso (l’esempio è, al solito, Heidi Krieger), oltraggiate dal doping di stato e da quello “liberista”, vive o scomparse, che continuano a occupare il loro posto nelle tabelle dei record e nelle liste all time.

Caster Semenya non appartiene a questa tribù. E’ nata così. Su una linea di confine. Non dovrebbero metterla al bando, dovrebbero onorarla, esaltarne la sintesi. Donna e uomo. Senza bisogno di ipocrite abolizioni, di parificazioni dettate dalla convenienza che è sempre e solo quella dettata da chi nello sport investe per guadagnare, per rendere sempre più malleabili i cervelli.

Consiglio il direttore di intitolare l’elaborato Sex and the Sport. Fa il suo bell’effettaccio.  

 

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