- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Un invito, non allarghiamoci troppo

PDFPrintE-mail

Mercoledì 14 Agosto 2019

 

4x400-19 2

 

Tra memorie e attualità, qualche riflessione a margine del bel quarto posto di Bydgoszcz. Condividendo in pieno l'invito del DT La Torre a mantenere i piedi ben piantati a terra.  

 

Daniele Perboni


Rintanati nella Puglia più profonda, accecati dal sole e cotti a puntino da temperature assassine, tocca comunque metter mano alla tastiera per pagar dazio al direttore che, implacabilmente, attende qualche riga. Argomento a piacere, come nelle migliori tradizioni scolastiche. Quasi isolati dal resto del mondo, optiamo per la recentissima “Coppa Europa” o meglio per il Campionato Europeo per nazioni, come oggidì viene etichettata dai nuovi padroni dell’atletica continentale. D’altronde, se il vecchio spazzino è stato ribattezzato operatore ecologico, ma sempre le mani nel “rudo” mette, perché non modificare anche quella vetusta insegna che puzza di muffa? Qualche modifica al regolamento ed ecco confezionata una manifestazione che pare proiettata nel futuro, anche se in pista e in pedana si corre, salta o lancia. Misteri del nuovo millennio.

Consapevoli di arrivare buoni ultimi, correndo il rischio di ripetere concetti già espressi in ogni salsa, tentiamo di scavare nella memoria per riportare in superficie antichi ricordi. Ed eccoci ripiombati nel 1979. Rivista Atletica Leggera: mensilmente una semplice rubrica, chiamata appunto “Obiettivo Bydgoszcz”, metteva in luce i migliori atleti azzurri in lizza per i Campionati Europei juniores, oggi ribattezzati “European Athletics U20 Championships”. È più figo, non sembra anche a voi?

Quella edizione, la quinta di una lunga serie nata nel 1970 a Colombes (Parigi), alle italiche casse consegnò un oro (Gaetano Erba nei 2.000 siepi), un argento (Roberto Cerri nell’alto) e due bronzi (Francesco Tiziani nei 200 e Angelini, Tiziani, Colombo e Simionato nella 4x100). Sesti in un medagliere dominato dalla Germania comunista (13), seguita a distanza dall’altra Germania (7) e dalla Gran Bretagna. Tutto sommato un risultato niente male.

Esauriti i ricordi, è d’obbligo ritornare al presente. Che dire? Abbiamo letto di tutto e di più su una edizione che ha visto sorridere dirigenti e tecnici federali. Primo fra tutti il diti Antonio La Torre, il quale, come suo costume, invita tutti a rimanere con i piedi ben piantati in terra affermando che sì, ci siamo comportati bene ma questa affermazione (quarta piazza a mezzo punto dal terzo posto) deve fungere da stimolo per fare ancora meglio perché il mondo la fuori, oltre i vecchi confini del continente Europa, è assai crudele e non concede sconti.

Ragione da vendere e affermazioni che ci sentiamo di condividere in toto. A seguire, commenti più che positivi su tutti i giornali anche se con qualche distinguo. Poche e isolate le critiche. Almeno così ci è parso di leggere. Ma dal nostro eremo murgiano può esserci sfuggito qualcosa e, lo confessiamo, abbiamo seguito solo in parte la seconda giornata.

Un invito, l’ennesimo. Non allarghiamoci troppo. In Polonia abbiamo trovato terreno fertile per primeggiare in alcune discipline e galleggiare in altre, senza mai, o quasi, sprofondare negli abissi di controprestazioni deludenti e disastrose. Vero è che il livello tecnico continentale appare sempre più in ribasso, che all’appello mancava la Russia (ancora fuori dal consesso internazionale) e che i britannici hanno messo in campo una squadra non al massimo delle loro potenzialità. Ma è proprio su questo terreno che possiamo e dobbiamo confrontarci. Per ora accontentiamoci, nell’attesa che i giovani, su cui punta il dito La Torre, maturino ulteriormente.

Il tutto, naturalmente, senza perdere di vista la vera potenza che può esprimere il nostro movimento a livello mondiale. In sintesi: quante medaglie o piazzamenti fra i primi otto nel prossimo consesso iridato? Poche, pochissime. Da una nazione che “vanta” un altissimo numero di giovani obesi e una mediocre partecipazione di questi ultimi all’attività sportiva non si può certo pretendere la luna. E il futuro non appare proprio roseo, ...

 

Cerca