Osservatorio / La Gazzetta ovvero lo specchio dei tempi

Venerdì 26 Luglio 2019

Confronti e raffronti. Pensierino della sera con un misto di rimpianto e un po’ di rabbia. Su quello che è stato – quando lo sport sulla Gazzetta aveva un altro sapore – e quello che viene mostrato oggi. Con l’avvertenza dei minuti/secondi che occorrono per leggere.

Luciano Barra

Bella la doppia pagina della Gazzetta di mercoledì scorso che ha voluto ricordare che siamo ad un anno dai Giochi di Tokyo 2020. Un tuffo nel mondo dell’olimpismo, proprio mentre sui giornali impazza la campagna acquisti più farlocca di sempre, campagna che fa sempre venire il dubbio su quali siano i reali collegamenti fra procuratori e giornalisti. Comunque le due pagine ci hanno chiarito dove si svolgeranno le gare di Judo, Karate, Pugilato, Sollevamento Pesi, Pallamano, Tennistavolo, Tiro con l’arco, Canoa sprint e Canoa slalom, Canottaggio, Ginnastica, Ciclismo BMX, Triathlon, Skateboard, Surf, Hockey Prato, Softball e Baseball.

Poi mentre ammiravo le due pagine e studiavo le distanze fra le varie venue mi sono domandato: ma come farà un comune lettore della Gazzetta a capire di cosa stiamo parlando, cosa sono questi sport dove – tra parentesi – l’anno prossimo potremo vincere importanti medaglie?

Credo che se si potesse calcolare (parole, righe, giustezze o altro) lo spazio totale che in un anno la Gazzetta ha dato a questi 18 sport, scopriremmo che è stato molto meno dello spazio dedicato nei mesi di Giugno/Luglio a Vanda Nara, alla campagna d’acquisto del Sassuolo o alle foto del sempre-presente presidente del Torino (se ne è accorto anche Pansa nel suo ultimo libro su Salvini).

Alla faccia di continuare a chiamarsi Gazzetta dello Sport. Che rimpianto ho/abbiamo, io e gli amici che si ritrovano in questo giornale, per la Gazzetta di alcuni anni fa, quando rispondeva in pieno al suo nome e, soprattutto, vendeva milioni di copie!

Nota per il lettore - In apertura una pagina a caso della Gazzetta del 31 Gennaio 1993 ... pag. 23, sette articoli o riquadri esplicativi, quattro firme. E senza indicazioni del tempo richiesto per leggere.