- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Saro' greve / Un vero DT? Conoscenza, scienza e coscienza

PDFPrintE-mail

Lunedì 4 Marzo 2019

 

la mura-1 2 

 

Giuseppe La Mura, mago del canottaggio, apre una serie di "ritratti" sugli allenatori che hanno fatto le fortune dello sport olimpico italiano. Tra i tanti episodi, non si può dimenticare la vittoria del 4 senza ai Mondiali di Indianapolis '94.

 

Vanni Lòriga

 

La Giunta Esecutiva del CONI ha segnalato, come “quarto uomo” in seno al Consiglio di Amministrazione dell’agenzia “Sport&Salute”, il dottor Carlo Mornati, attuale Segretario Generale dell’Ente. Mornati non manca di credenziali. Alla laurea in giurisprudenza con indirizzo internazionale (incrementa anche con studi all’estero, fra cui quelli seguiti a Sydney, appunto, sulle relazioni internazionali) può affiancare un argento olimpico nel 4 senior e sulla stessa barca due titoli mondiali (oltre a tre argenti e tre bronzi). Avendo accennato alle sue imprese iridate non posso astenermi dal ricordare come maturò il suo primo successo ad Indianapolis nel 1994. Ed avrò così modo di iniziare una serie di scritti dedicati ai grandi allenatori italiani in svariati sport e che ebbi la ventura di conoscere.

Partiamo pertanto dal canottaggio e dal dottor Giuseppe La Mura. Lo andai a trovare a Pompei, ove era medico condotto, proprio dopo quel campionato mondiale in cui, come nuovo DT dopo il decennio di Thor Nilsen, aveva sgominato il campo con quattro medaglie d’oro, due argenti e un bronzo. Ci racconto con calma la sua lunga vita da sportivo.

Classe 1940 si era avvicinato al canottaggio quando frequentava il secondo liceo classico Plinio Seniore di Castellamare di Stabia.

“Al circolo nautico Stabia mi allenava Arturo Cascone. un grande. Ma mentre remavo chiedevo a me stesso che cosa stesse succedendo dentro il mio fisico. E per avere una risposta soddisfacente mi iscrissi a medicina, alla Federico II di Napoli. Vogavo e studiavo alla ricerca delle verità che ignoravo. Gareggiavo e nel 1962 vinsi a Brindisi nella jole da mare un titolo italiano, in coppia con Massimo Abbatangelo, futuro parlamentare con una lunga e complicata storia. Dopo la laurea sapevo abbastanza sulla fisiologia umana. Mi dedicai all’allenamento dopo che Cascone fu chiamato alla FIAT e fra i primi allievi ebbi i fratelli Giuseppe e Carmine Abbagnale, figli di mia sorella Virginia. Tutti sanno cosa hanno realizzato in carriera nel Due con (timoniere, nello specifico Di Capua): sette titoli mondiali e ai Giochi due ori ed un argento”.

Intanto la direzione tecnica del canottaggio italiano era stata affidata dal 1980 al quotatissimo norvegese Thor Nilsen e nessuno sembrava interessarsi a La Mura …

“È vero. Nell’ambiente magari si pensava che in gamba non fosse tanto il dottore, ma proprio i guaglioni. Poi nel gennaio del 1993 mi venne proposto di fare il DT. Accettai e adottai i miei metodi di allenamento. Io credo nel lavoro e ritengo necessario verificare in maniera scientifica i suoi risultati. Ho i miei test e ad essi mi affido sempre”.

E ancora. “Lo feci anche ad Indianapolis, quando dovetti decidere chi impiegare nel Quattro senza. Avevo a disposizione cinque bravi atleti. Per i primi due non c’erano dubbi, per gli altri due posti dovevo scartarne uno. All’antivigilia della gara li testai e fra i due prescelti c’era anche Carlo Mornati. La barca vinse il titolo mondiale e perciò la scelta fu quella giusta. Ma tutta la storia non finì lì. Durante la cena festeggiammo la vittoria e al brindisi mio figlio Carmine mi sussurrò: ‘Papà, se non fosse il canottaggio non saprei il vero significato della parola dolore …’.

Ed io replicai: ‘Guagliò, se da ragazzo mi avessi chiesto la macchina te l’avrei comprata, ma non me l’hai chiesta; se avessi avuto bisogno di aiuti nello studio lo avrei fatto, ma non ne hai avuto bisogno perché ti sei laureato alla Bocconi. Il posto in barca non te lo posso regalare: te lo devi guadagnare’“.

Carmine era il quinto uomo che il padre DT aveva lasciato a terra. Per essere un vero Maestro devi nutrire la conoscenza, amare la scienza e agire con coscienza.

Non si sono altri segreti.

 

 

 

Cerca