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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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I sentieri di Cimbricus / L'irreversibile mutazione dello sport

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Giovedì 4 Ottobre 2018

 

kaepernick

 

"Il Kronos-Capitalismo promette soldi e li elargisce, costringe a mutazioni muscolari, impone una nuova biomeccanica".

 

di Giorgio Cimbrico

In una delle pinturas negras che Francisco Goya creò nel retiro, popolato di incubi, della Quinta del Sordo, Kronos divora i sui figli. Kronos ha l’aspetto di un vecchio pazzo, i capelli scarmigliati, gli occhi bloccati in una fissità attonita e crudele. È l’immagine che mi insegue e mi perseguita da tempo, attuale ogni giorno di più, da usare ogni volta che proviamo a parlare di sport e siamo costretti a un linguaggio da borsa, da banca d’affari, da manovre tra colossi guidati da uomini senza volto. Kronos almeno un volto ce l’ha, orribile e bestiale, ma ce l’ha.

Esempio fresco: la Cvc Capital Partner, dopo una lunga esperienza in F1 che pare abbia fruttato 8 miliardi di sterline, ha odorato l’aria e ha annotato che la Premiership di rugby è in crisi, che i dodici club sono in rosso, che hanno bisogno di aiuto. È partita l’offerta di 275 milioni di sterline per l’acquisto del 50% del campionato inglese. Decisione affidata ai club, la potente Rfu non c’entra. Estremizzando: se i club accettano, in un futuro potrebbero anche negare i giocatori alla Nazionale o concederli con il contagocce.

Per i tempi velocissimi in cui è avvenuta la metamorfosi, il rugby è uno degli esempi più chiarificatori sul Kronos-Capitalismo che da tempo si sta divorando lo sport. Un quarto di secolo fa, per usare luna definizione di Evelyn Waugh, giocare era ancora un piacere, in molti casi un onore, un racconto epico da trasmettere a figli e nipoti. Si giocava poco, tra uomini moderatamente grossi, a volte grassi, e tra guizzanti, elusivi mediani ed estremi capaci, si diceva, di camminare sulle acque o di smaterializzarsi nella vertigine di una finta, nell’imboccare un corridoio di cui solo loro conoscevano la direzione. I grandi appuntamenti erano diluiti, concessi con parsimonia, attesi come una sacra rappresentazione, rari come la scoperta di uno sconosciuto Vermeer.

Da quando è arrivato il professionismo, un quarto di secolo fa, non è più possibile raccontare storie memorabili: anche i fanciulli nel fiore dell’infanzia conoscono a fondo vita e imprese degli All Blacks, passi e parole della haka e sognano, giunti all’adolescenza, di scrivere sul loro corpo gli stessi tatuaggi maori o isolani. Gli All Blacks sono diventati un’industria, un’azienda e la loro materia prima sono diventati i tongani, i samoani, i fijiani, abitanti di quelle che una volta venivano chiamate le isole felici. Fenomeno imitato dall’Australia, dalla stessa Inghilterra che quando può, pesca nell’altro emisfero.

E così il rugby è diventato un paese che esclude i normali, un gioco gladiatorio, un affastellarsi spietato di SuperRugby, Rugby Champioship, Top14, Premiership, in cui c’è sempre più bisogno di truppe fresche, mobili e dotate di una forza erculea, in cui anche a chi è un asino in fisica risulta chiaro che velocità moltiplicato peso significa impatti devastanti, infortuni sempre più gravi, traumi cerebrali, carriere troncate. Sam Warburton, capitano del Galles e dei Lions, ha dato l’addio a 29 anni.

Il Kronos-Capitalismo se ne fotte. Promette soldi e li elargisce, costringe a mutazioni muscolari, alla creazione di una nuova biomeccanica, sostituisce i pezzi vecchi con i nuovi, ha una capacità di attenzione e di azione che al confronto il condor è un vecchio e pigro gufo. La storia di Kaepernick, quello che se ne restava con il ginocchio piegato, senza alzarsi in piedi all’inno perché non ama Trump, è eloquente, chiarificatore se ce n’è bisogno: è diventato il testimonial della Nike, ma mica perché la Nike è anti-Trump, solo perché così si parla della Nike. E infatti in questo momento ne sto parlando anch’io.

Sono ovunque, pronti a parcellizzare, a fare a fette e fettine quel che una volta era una bistecca da mandar giù intera (ricordate il campionato di calcio alle 14,30 di domenica o pensate sia solo una leggenda?), a preparare confezioni sempre più sfavillanti che contengono poco e fra poco conterranno nulla.

MI sto informando se c’è un volo low cost che mi porti dalle parti del monte Athos, per ritirarmi in meditazione, accolto da monaci burberi ma ospitali. Mi raggiungeranno anche lì?

 

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