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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Saro' greve / Quando alla Scuola c'erano i Maestri

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Lunedì 17 Settembre 2018


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Nicola Placanica e altre storie di Maestri che fecero grande l’Atletica alla SNAL ideata e fondata da Bruno Zauli.

di Vanni Lòriga

Pensavate che mi fossi stancato di parlare del fatidico 12 settembre 1968? Avete sbagliato di grosso e non sarò greve ma grevissimo. Torniamo appunto a quel 12 settembre e non siamo al di là dell’Oceano Atlantico, ma più semplicemente nello Stadio delle Terme di Caracalla in Roma. Il meraviglioso impianto, voluto da Bruno Zauli, ospita il triangolare atletico Italia-Svezia-Romania. Considerato che il tutto è caduto in prescrizione svelo che in quella occasione fui nominato capo ufficio stampa. Prima ed unica esperienza nell’incarico per il quale evidentemente non ero tagliato. Alla fine gli Azzurri prevalgono sulla Svezia (108-103) e più agevolmente (130-81) sulla Romania. In realtà si guardava soprattutto agli imminenti Giochi Olimpici del Messico e restavano da designare gli ultimi promossi.

Maestri di Scuola. Da sinistra, Peppino Russo e signora, Giorgio Oberweger, Nicola Placanica, Renato Carnevali, Carlo Vittori.

Proprio domenica 12 settembre l’impresa riesce a Umberto Risi che stacca il visto sui 3000 siepi con il nuovo primato nazionale di 8’42”8. È il primo dei suoi cinque record italiani. Con il quinto (8’32”8 ottenuto nel 1970) avrebbe potuto vincere il titolo nei recenti campionati italiani, Ricordarsi del passato può essere utile per il futuro, se non per il presente.

Al termine di quel triangolare restava invece insoluto il problema del saltatore in alto. Quel 12 settembre il migliore dei nostri fu Giacomo Crosa che fuori classifica superò la misura di 2.10, confermando di essere il migliore dei nostri (incalzato da Schivo e da un Azzaro in cattiva annata), vantando anche il record di 2.12 stabilito a Brescia nel “Sei Nazioni”.

Interpellato il dottor Mario Saini, segretario generale del CONI che aveva seguito le gare, la sua risposta fu razionalmente chirurgica: “Il migliore degli italiani ha un primato di 2.12 mentre la qualificazione è fissata a 2.14. Per partecipare alla gara vera e propria bisognerebbe stabilire il record italiano …”. Alla fine fu comunque deciso di iscrivere un Azzurro e, inevitabilmente, il più bravo del momento, proprio Giacomo Crosa.

Doppio record per gareggiare – Il quale, confermando la sua attitudine a dare il meglio nelle gare calde, si qualificò per la finale superando il richiesto 2.14. Anzi fu il primo fra i 39 partecipanti a farlo … La missione non era del tutto compiuta: anche in finale Giacomo ribadì il nuovo record nazionale, classificandosi al sesto posto, il miglior piazzamento nell’atletica azzurra dopo i bronzi di Gentile ed Ottoz (e ancora oggi il migliore per un saltatore in alto in sede olimpica).

Crosa ci racconta, ora per allora, come si era preparato al grande impegno. Riassumo i suoi ricordi.

Si presenta alla Scuola Nazionale di Atletica Leggera (SNAL) Bruno Zauli di Formia nel settembre 1965 per frequentare l’ultimo anno dell’Istituto Gaetano Filangieri. Metà della retta del College è a carico della famiglia. Il Direttore Tecnico della Scuola gli stringe la mano con un ampio sorriso che mitiga ed esalta il suo culto sul dovere della serietà. Si chiama Nicola Placanica, classe 1917, è nato a Vercelli ed ha frequentato i corsi di quella che si chiamava Farnesina. Viene chiamato alle armi e combatte ad El Alamein. Prigioniero degli Inglesi sarà ristretto in Egitto in campo di concentramento. Rientrato in Patria, verrà in seguito chiamato ad insegnare presso l’ISEF statale di Roma. Di lì verrà assegnato a metà degli anni Cinquanta alla nuova SNAL.

“Fu un apostolo – sottolinea Crosa – nella diffusione della verità. L’ho sempre visto sorridente, con la sua tuta di lana azzurra, con elastici alla caviglia. Dolce e garbato ma inflessibile. Era metodico, rigoroso, curioso, Da lui imparai che il salto con lo stile ventrale è un’opera divina. Per giorni, per ore ed ore, mi proiettava con il suo antidiluviano ‘Super 8’ il salto di Valery Brumel agli Europei di Belgrado. Misura d’entrata a 1.95 e due salti nulli. Pioveva, pedana allagata, zona di caduta dura come il marmo. Vidi per migliaia di volte i passi speciali, lo stacco con posizione finale ad ‘Y’; ammirai la plasticità del caricamento ben oltre l’asticella; infine lo svincolo. Ed ogni volta avanti indietro con la manovella fermandosi prima di toccare terra, un salto che non finiva mai. Quel sinistro-destro di Brumel lo ho ancora nel cuore più che negli occhi, Lo assimilai dal grande Placanica e mi consentì di fare la mia buona Olimpiade”.

I professori vanno a scuola - Ma chi c’era, oltre a Nicola Placanica, in quella Scuola che formava Maestri oltre che campioni? Mi aiuta la memoria per citare i frequentatori del primo corso di aggiornamento tecnico per Allenatori indetto il 12 marzo 1956.

Accanto al Direttore del corso Giorgio Oberweger, con Placanica operavano Sandro Calvesi, Lauro Bononcini, Giuseppe Russo che certo non hanno bisogno di presentazioni. Era presente, fra gli altri, il dottor Carlo Riccardi che negli anni dal 1934 al 1940 fu preziosissimo come interprete dello statunitense Boyd Comstock (detto “Cervo Bianco” che la FIDAL del Marchese Ridolfi aveva ingaggiato) conosciuto durante un lungo soggiorno presso di lui nel college di Springfield, in Oregon.

L’elenco si arricchisce di tanti nomi storici: Gianni Reggio, Mario Agosti e Raffaele Drei già primatisti nel giavellotto; Ezio Bresciani; Aristide Facchini; Gino Pederzani; Anna Marchisotti (la prima allenatrice italiana); Franco Paganini; Giuseppe Reposi; Angelo Ferrario (il coach per antonomasia); Luciano Martelli; Tommaso Sorba; Mario Lanzi (argento olimpico degli 800) e Mario Moretti.

Tutti coordinati dal Direttore della Scuola Elio Buldrini. Racconterò cosa creò la SNAL negli anni della sua direzione (1955-1973) e per molti ci sarà la incredibile scoperta che una vera Scuola crea Campioni, Dirigenti, Allenatori. Ed accanto alla Scuola docente ci vogliono quelle discenti. Semplice verità che tutti conoscono e ci si chiede allora perchè si continui ad ignorarlo.

 

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