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I sentieri di Cimbricus / Eberstadt, all'universita' dell'alto

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Sabato 25 Agosto 2018

 

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Domani riapre la pedana più celebrata del salto in alto. Una nuova opportunità per Gimbo Tamberi?

 

di Giorgio Cimbrico

Eberstadt, festival e tempio del salto in alto, sta per trasformarsi in un santuario, in una Lourdes dell’asticella, per Gianmarco Tamberi: volare al di là dei 2.30 sulla pedana che tre anni fa lo spedì negli azzurri spazi del 2.37, dopo tappa intermedia a 2.35, sarebbe il primo passo verso la definitiva resurrezione, la prima pietra per la totale riedificazione. Lo spirito di Gimbo è già molto alto, lo era anche nel momento più basso. La testa è importante.

Al 39° appuntamento di una storia iniziata nel ’79 (Dietmar Mogenburg 2.30), Eberstadt si appunta al bavero i nastrini, come i veterani di tante campagne: i record del mondo del bel polacco Jacek Wszola, 2.35 il 25 maggio 1980, e del cinese Zhu Jianhua, 2.39 il 10 giugno 1984, il primo 2,40 che non si scorda mai (Javier Sotomayor, nel 1994), le ascensioni del più leggero dell’aria (Mutaz Essa Barshim, 2.41 nel 2014, record del meeting,  2,40 l’anno scorso, il gran volo, vecchio quindici anni, dell’elfica svedese Kajsa Bergqvist, 2.06, a dare consistenza anche all’albo d’oro delle ragazze, più corto di quello dei colleghi: la gara è stata introdotta solo nel 2000.

Quest’anno Eberstadt ha subito un paio di mutilazioni: Barshim è alle prese con un infortunio che pare essere serio quanto quello occorso due anni fa a Gimbo, e Daniil Lysenko, 21enne prodigio giunto dalla Repubblica di Bashkiria, è stato privato della patente di Ana, Authorised Neutral Athete, per essere incorso in un paio di irreperibilità (ma guarda, esiste anche in italiano un corrispondente di whereabout) che lo hanno privato di una vittoria molto probabile agli Europei di Berlino, reduce com’era da un 2.40 venuto in fondo alla gara perfetta, senza un’incertezza, senza un fallo. Nel giovane russo Eberstadt non poteva che risvegliare graditi ricordi: l’anno scorso, secondo dietro a Barshim, aveva valicato 2.38.

E così il ruolo del profeta in patria tocca a Mateusz Przybylko, tedesco di indubitabili radici polacche, campione europeo (dopo azzeccato pronostico del nostro Mezza Barba) dopo aver fatto echeggiate altissimi “Ja” nell’Olympiastadion, eccitato per la sequela di ostacoli superati senza prove d’appello. Unico momento di mormorio e timore, il salto tenuto dal ventenne bielorusso Maksim Nekasekau a 2.37 e fallito non miseramente. Anche a Eberstadt Maksim sarà l’avversario più ispido.

Tamberi, che compare nella lista di partenza con un paio di decorazioni importanti – Hallen Weltermeister in Portland und Europameister in Amsterdam –, non potrà fare a meno, tornando a calpestare questa pedana molto speciale, di ricordare quel suo giorno magico di tre anni fa quando cedette la vittoria al canadese Derek Drouin alla stessa quota, 2.37.  2.35 era arrivato solo alla terza. Per lui, che ama l’America, uno dei suoi datdream.

In assenza di Maryia Lasitskene, bookmaker e suiveur puntano sull’accoppiata tedesca poggiando sulla deliziosa Marie Laurence Jungfleish, perfetto cocktail di sangue tedesco e martinicano. Negli ultimi tre appuntamenti nel “tempio”, tre vittorie, due con l’etichetta sempre preziosa dei 2,00.
 

 

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