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Piste&Pedane / La ragazza che ci riconcilia con l'atletica

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Mercoledì 25 Luglio 2018

vallortigara-1 2 


La sola atleta italiana che ha scelto di recitare sul palcoscenico internazionale, scalando le gerarchie mondiali.

 

di Daniele Perboni

 

Con il risultato di Londra (2.02) Elena Vallortigara, senza ombra di dubbio, può essere considerata la “donna del momento”, o della “rinascita”. Da qualche parte, con un accostamento piuttosto ardito, è stata accomunata alle mitiche figure rinascimentali delle Madonne che grazie alla sola loro presenza fanno rifiorire la fede. Certamente il recente passato di questa ragazza veneta non è stato facile. Pareva baciata dalla fortuna e dal talento in giovanissima età. Talento che l’aveva lanciata ai vertici nazionali. Poi una serie di infortuni le hanno tarpato le ali. Fino, appunto, alla rinascita, attesa anni. E che rinascita.


Con quella misura può ora guardare più tranquillamente al futuro. Anche se, ... ogni gara, come ha ripetuto all’infinito, è storia a se. E a chi le vede una medaglia appesa al collo sembra dire chiaramente: “non corriamo troppo”.

Sperare è lecito, specialmente dopo la sequenza di primati personali ottenuti quest’anno, sei solo nella prova londinese, ma in effetti meglio andarci con i piedi di piombo, proprio come ha sottolineato il suo tecnico, Stefano Giardi, al sito della FIDAL Toscana: «Ci sono state delle gare in cui la qualificazione era fissata a una misura più alta di quella servita per ottenere il bronzo, ...».

Dunque, avanti tutta ma adagio, con prudenza, passo dopo passo. Che abbia le potenzialità per primeggiare non ci sono dubbi, specialmente dopo il ruolino di marcia affrontato quest’anno: dieci gare e sempre su misure eccellenti, fino al top che l’ha proiettata al secondo posto delle liste mondiali stagionali. «La ragazza – è sempre il tecnico che parla – da quando ha ricominciato questo nuovo percorso ha affrontato una sequenza di risultati e gare che avevamo preparato».

In pratica ogni volta un trittico o copie di gare intervallate da alcune settimane di scarico, come si può evidenziare dalla tabella (maggiori dettagli nel nostro TOP TEN):

25 Apr - Siena (1.94)
1° Mag - Palmanova (1.90)
5 Mag - Caorle (1.95)
31 Mag - Roma (1.94)
3 Giu - Hengelo (1.91)
6 Giu - Zoetermeer (1.91)
23 Giu - Modena (1.94)
30 Giu - Parigi (1.94)
18 Lug - Liegi (1.91)
22 Lug - Londra (2.02)

Il salto più “basso” di Liegi, il tecnico senese lo spiega così: «Clima freddino, pedana un po’ defilata, gara interrotta più volte a causa di varie situazioni tecniche, offrendomi, in compenso, buone impressioni di corsa. Così abbiamo deciso per Londra. Partita tranquilla, non sentiva tanto la pedana. Poi ha messo il turbo. “Ora spara tutto le ho detto”. 1.91 fatto bene, un errore a 1.95 ma li ha capito. A 2.02 il primo salto era accettabile. Meglio il secondo. Il mio consiglio? “Vivila fino in fondo, ci devi credere». Ci ha creduto. «A 2.04 era svuotata e ha lasciato perdere, giusto così. Non le si poteva chiedere di più». Ora, risolto un piccolo problema al piede, si sta preparando per gli Europei.

Ma come è nata la rinascita di Elena? «L’importante è il recupero fisico. L’atleta deve stare bene. Non siamo nel calcio, questa la mia teoria, dove si va in campo anche incerottati e magari un goal viene fuori ugualmente. Abbiamo lavorato tanto sulla coordinazione e sull’aspetto nervoso. Infine la motivazione. Un atleta deve credere in quello che fa, altrimenti non salti in modo controllato. Ora Elena è fiduciosa e da aprile è in forma splendida».

Si ritorna, inevitabile, a parlar di Berlino. Giardi mette le mani avanti, fa “il pompiere”: «La parola giusta per Berlino credo debba essere consapevolezza. Elena deve essere consapevole di quello che vale e di quanto può saltare. L’alto non offre nessuna garanzia. L’8 agosto saremo lì a giocarci la qualificazione e far capire alle altre che ci siamo anche noi». Poi la finale. «È a un centimetro dal record italiano, seconda al mondo, fisicamente sta bene. Deve crederci. Ma non dovrà subire pressioni. Noi non cambieremo i nostri programmi. Non l’abbiamo mai fatto». E perché, vien da mormorare, dovreste farlo? Sino ad ora avete avuto ragione ...

«La gara ha mille variabili, non ci faremo cogliere né dai timori e neppure dal troppo entusiasmo». Ci contiamo. (foto Colombo/Fidal).


 

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