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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
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Saro' greve / La tappa appena cominciata e' gia' finita

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Lunedì 28 Maggio 2018

giro-18 2


Il grande romanzo popolare che è il Giro d'Italia si è concluso a Roma con un finale corale naufragato sui sampietrini. 


di Vanni Lòriga

I girini hanno minacciato di fermarsi (il circuito romano è stato definito pericoloso, ma si conosceva da mesi) e così dopo il terzo dei dieci giri del percorso tutto il resto è stato neutralizzato. La cosa strana e che poi il tracciato non era più pericoloso e tutti volavano a quasi cinquanta all’ora,… Boh, ma andiamo con ordine. Di questo giro ciclistico 2018 praticamente non mi sono perso una pedalata. La bicicletta è un vizio di famiglia, che risale esattamente al 1909 quando Ganna vinse la prima edizione. Mio nonno Giovanni Maria Lòriga acquistò per corrispondenza una biciletta Atala, la prima che comparve in Gallura. E da allora in casa si segue, e talora si pratica, il ciclismo.

La RAI ha coperto la manifestazione con molto scrupolo e con uno spiegamento di forze di eccezione.

Imperdibile e sensazionale il “Viaggio nell’Italia del Giro” di Edoardo Camurri che applica sin dal titolo la proprietà commutativa delle parole. Merita il massimo dei voti e avrebbe avuto diritto alla lode se avesse ricordato che i duchi di Savoia, a furia di saltare sui carri dei vincitori, divennero infine reali di Sardegna e dintorni (non senza essere stati per qualche anno re di Sicilia, isola che peraltro del loro passaggio non serba traccia).

Rendo l’onore delle armi al duo che ha seguito per ore ed ore tutte le tappe. Parlo di Francesco Pancani e di Silvio Martinello. Hanno tenuto duro coprendo l’intero Giro praticamente in ogni dettaglio. Ma arrivati a questo punto sorge spontanea una domanda, Se accanto al giornalista telecronista si impiega una voce tecnica (un ex ciclista) perchè non si ricorre anche alla collaborazione di un esperto in urbanistica, storia e geografia?

La necessità di un simile commento culturale si è evidenziata soprattutto nell’ultima tappa, quella romana. Ammesso che si possa definire tappa una corsa che dopo tre giri percorsi ad andatura turistica si è conclusa. Per cui il Giro non è terminato domenica a Roma, ma sabato sera a Cervinia.

Tutto il resto è stata una sfilata non valevole per la classifica. Ore di diretta in cui non c’era nulla da raccontare e moltissimo da vedere. Immagini bellissime di una Roma sempre più stupenda. E sui quei monumenti, strade, palazzi, luoghi di storia praticamente poche parole. E lo stesso è successo anche nel resto del Giro con tante meraviglie d’Italia mostrate ma passate sotto silenzio.

In compenso non sono mancati commenti e notizie degne di maggior precisione.

Non mi va di fare nomi. Ma ci sono stati i soliti sapientoni che nel dubbio di come si chiamasse Pirandello si sono barcamenati fra Giuseppe e Giovanni al posto di Luigi. Ci viene anche spiegato, in maniera errata, perché il cavallino rampante della Ferrari abbia la coda eretta: sarebbe bastato leggere quanto in materia ha già scritto il nostro sito.

Conclusione con una oretta di reciproci complimenti. Bravi, anzi bravissimi, tutti.

Si chiude con la vittoria di Chris Froome. Ma pare che sia più importante sapere chi è stato il primo nella “riffa” dei giornalisti. Siccome a me non interessa, ho spento il televisore. Al prossimo anno, sperando che ci raccontino cosa è l’Italia e non ci prendano … in giro.

 

 

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