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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Saro' greve / Il Giro a Trento e la memoria dimenticata

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Mercoledì 23 Maggio 2018


nadi

Cento anni fa si concludeva la Grande Guerra. E il primo ad entrare a Trento fu l'olimpionico Nedo Nadi.

 

di Vanni Lòriga

Ho il dovere di rettificare quanto annunciato nello scorso intervento. Tratterò sì delle cronache RAI sul Giro d’Italia ma non sarò “greve” bensì “grevissimo” pur anticipando che per il momento sarò breve. Una delle tappe più importanti, la cronometro di ieri 22 maggio, ha preso il via da Piazza Duomo di Trento. Le telecamere per circa tre ore hanno inquadrato soprattutto il duomo di San Vigilio. E per ore il povero telecronista ha cercato di rendere viva una trasmissione che poco aveva da raccontare, visto che il massimo dell’ebrezza si raggiungeva nel descrivere come i vari ciclisti si muovevano sui rulli per il riscaldamento. Qualche rapido accenno viene fatto al famoso Concilio tridentino, che poco ha a che vedere con lo sport e con la storia, almeno recente, della città.

Il tenente Nedo Nadi (a destra) ai Giochi Interalleati di Jonville le Pont del 1919.


E’ stato anche vagamente ricordato che esattamente un secolo fa qui si concludeva la prima Guerra Mondiale.

E magari si sarebbe potuto raccontare che l’ingresso delle nostre truppe a Trento avvenne esattamente un giorno prima che venisse firmato l’armistizio con l’Austria. Il tutto il 3 novembre 1918 ed infatti la prima strada percorsa dai ciclisti a quella data è intitolata.

Ed i primi ad entrare in Città ed a schierarsi proprio nella Piazza Duomo furono i Cavalleggeri del 14° Reggimento Alessandria. E lo squadrone che alle ore 15,00 varcò il Ponte sul Fersina (ora ponte dei Cavalleggeri) era al comando del Tenente Nedo Nadi, che nell’occasione fu decorato di medaglia d’argento. Il quale tenente, sei anni prima aveva vinto l’oro olimpico nel fioretto e, due dopo avrebbe stabilito, ai Giochi di Anversa, il record di cinque ori in cinque specialità in una stessa edizione olimpica. Neanche una parola per lui …

Forse i nostri peraltro valorosi colleghi ignorano questi fatti? Non sono ignoranti, no, sono soltanto inscienti. Per il momento ho segnalato un avvenimento storico-sportivo di 100 anni fa.

A fine Giro elencherò le cose (poche) che mi sono piaciute e quelle (molte) che, a mio modesto parere, non mi hanno soddisfatto. Partendo dal presupposto che il Giro ciclistico è sicuramente l’avvenimento più ricco di motivi storici, geografici, culturali, sportivi che il nostro Paese possa proporre. E ricordando che in quella Piazza si era fatta l’Italia in attesa di ripercorrerla tutta e tutti insieme.

 

 

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