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I sentieri di Cimbricus / Se il Santo Stefano diventa Boxing Day

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Mercoledì 7 Marzo 2018

football

Il calcio cambia, dopo il Black Friday avremo anche noi il Boxing Day. Ma c'è di peggio: in Finlandia ti regalano un'isola se col giavellotto superi 93 metri. 

di Giorgio Cimbrico

Santo Stefano, protomartire, non abita più qui. Tra poco più di nove mesi, in fondo a una nuova e brillante gestazione, la serie A scenderà in campo il 26 dicembre e sarà il Boxing Day. Non risulta che, in parallelo, la Football Association chiamerà quel giorno St Stephen o Santo Stefano, in italiano. Ormai bisogna rassegnarci: c’è il Super Saturday, il Super Sunday, il Monday Night. E, calcio e sport a parte, chi vede lungo ha imposto anche qui da noi Halloween e il Black Friday, con la gente che si pesta e si calpesta per dar l’assalto ai grandi magazzini e spendere soldi in cagate pazzesche. Per uscirne contusa e felice.

Ha cominciato il pifferaio di Hamelin, che ora fa la figura del dilettante: ora, con molti più topi, e molti più bambini dal cervello tenerello, a disposizione non è neppure il caso di avere un piffero, un flauto più o meno magico. Basta appiccicare un’etichetta: rimarrà incollata per sempre. “Hai visto? I Lions hanno perso contro un club neozelandese. Con gli All Blacks sarà dura”. “Ma era uno warm up match”. “Eh già”.

A volte mi sento alle corde, come dovessi sostenere l’assalto del mio coetaneo Roberto Duran (quand’era in forma ed era Manos de Pedra, non adesso), sottoposto a questa marea montante. Scusate, ma sino a un po’ di tempo fa dicevate o sentivate dire: come si approccia la Juventus alla tale partita? No, dicevate o sentivate dire; come si avvicina. Approcciarsi deriva da approach.

Altri esempi devastatori: la squadra ha molta confidenza. Danno tutti del tu all’arbitro? No, ha molta fiducia. La squadra è performante o ha performato molto bene. Me par c’han zogà ben, avrebbe detto Bagnoli, in quel suo cocktail milanese-veronese.

Clean sheet: sta per una squadra che non prende gol da x partite, che ha il portiere imbattuto da y minuti. E questa è un’etichetta pericolosa, scivolosa: se sheet viene pronunciata seccamente, senza far scivolare la doppia e, significa merda.

Fact checking che è quello che, su richiesta dell’arbitro, fanno il Var, Video Assistant Referee, e l’Avar, Assistant Video Assistant Referee. Pensavo che c’entrassero quei simpatici, indomiti e altissimi guerrieri con la pelle blu, gli Avatar, e invece come al solito non avevo capito niente.

Come non capisco niente quando sento quelli della tv dire: andiamo al nostro digi-wall (di Wall conosco quello di Adriano, nel nord dell’Inghilterra, e quello dei Pink Floyd), andiamo al nostro story-teller che di solito mostra immagini di stronzate inaudite: un elefante che ruba il gelato, un tale che si tuffa in una piscina e non si accorge che non c’è l’acqua. Lo shit-teller.

Per le elezioni (vittoria dei Five Stars sul Democratic Party, the League e Go Ahead Italy) è stato usato lo strumento della check-room e adesso, dopo il voto, tutti sono alla ricerca del magic number, che sarebbe la maggioranza.

Mio figlio mi dice: ma così ti isoli. Può darsi. Per questo ho iniziato ad allenarmi. Il 5 giugno a Turku, Paavo Nurmi Games, se uno tira il keihas, il giavellotto, oltre 93.09, record finnico e su suolo finnico, regalano un’isola. Piccola. Parva sed apta mihi. Lì, come san Giovanni a Patmo, potrò riflettere meglio sul Giudizio Finale. A cui sottoporre questi dannati.

 

 

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