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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Atletica / Birmingham: non solo Coleman in un cast stellare

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Mercoledì 28 Febbraio 2018

coleman 2

Gli aspetti tecnici e le sfide più importanti di questo Mondiale Indoor che costituisce il maggior avvenimento atletico dell'anno. Le nostre previsioni, gli orari e le "coperture" TV.

di Sandro Aquari

Dopo aver già inquadrato il significato tecnico dei Mondiali Indoor, che da giovedì prenderanno il via a Birmingham, manifestazione che arriva a un anno dai Mondiali di Doha e a due dai Giochi Olimpici di Tokyo, analizziamo quelli che riteniamo i momenti tecnici e agonistici più importanti, lasciando all’imprevedibilità dell’attività indoor ogni possibile sorpresa.

COLEMAN ALL’ESAME PER IL DOPO-BOLT

È difficile non pensare che alla vigilia dei Mondiali Indoor non debba spettare a lui, a Christian Coleman (nella foto IAAF), il piccolo sprinter della Georgia, il titolo di atleta più atteso della manifestazione. È l’unico nella prima parte della stagione ad aver infranto un record mondiale, quello dei 60 metri: prima 6”37 a Clemons, cancellando formalmente (mancava il collegamento elettrico per valutare i tempi di spinta sui blocchi) il vetusto primato di Maurice Greene; poi il definito e ufficiale 6”34 di Albuquerque.

Tutta la pressione sarà su di lui, il 22enne che solo sei mesi fa, sempre in terra inglese, era salito sul podio mondiale dietro Justin Gatlin, suo mentore alla Tennesse University, che fu anche la casa studentesca di Wilma Rudolph, ma davanti a Usain Bolt, mito dello sprint, alla sua ultima apparizione. Il tutto ricordando che, circa a dieci metri dall’arrivo, in testa era ancora lui, Coleman. I 60 metri sembrano calzargli a perfezione, capace com’è di un’accelerazione straordinaria uscendo dai blocchi. A Londra aveva tutto da guadagnare, qui avrà tutto da perdere, soprattutto per evitare i morsi del più esperto Ronnie Baker (6”40 ad Albuquerque, diventando il terzo uomo più veloce di sempre) e del cinese volante Bingstian Su (primo asiatico sotto i 10” nei 100) e dominatore del World Indoor Tour, dove non ha conosciuto sconfitte.

NELL’EPTATHLON MAYER A CACCIA DI EATON

Oltre a Coleman c’è un altro atleta che, forse con più timidezza, farà l’occhiolino, non solo al titolo ma anche al record. Si tratta del biondo eptatleta francese Kevin Mayer, che, uscito di scena il grande Ashton Eaton, si è subito preso a Londra il trono vacante del decathlon e ora può guardare deciso anche verso i record del prodigioso campione dell’Oregon, a cominciare da quello indoor dell’eptathlon. Nel 2012 Eaton collezionò a Istanbul, vincendo il titolo al coperto, un fantastico totale di 6645 punti.

Mayer per ora è fermo ai 6479 punti del 2017, ma quest’inverno ha messo la quarta nei 60 ostacoli passando da 7”88 a 7”79, ma soprattutto nell’asta, aggiungendo ben venti centimetri al suo precedente personale di 5,40. Basteranno questi progressi per minacciare il record dell’americano? Forse no, ma certo, se Mayer supererà le insidie, sempre presenti in una gara multipla, potrebbe non andarci lontano.

BARSHIM, UN VOLO PER DIMENTICARE PORTLAND

Tra gli atleti che guardano al titolo ma anche a un possibile record non può mai mancare Mutaz Essa Barshim. Il qatariota è il favorito della gara di alto e quindi pronto a cancellare la delusione di Portland, quando lasciò sfogare il talento di Gianmarco Tamberi, e restò addirittura ai piedi del podio. E’ anche vero che il campione mondiale non ha avuto un inverno solido: dopo aver esordito con 2,38 il 1° febbraio a Tehran, si è poi fermato a 2,31, peraltro anche sconfitto, in terra slovacca, per poi riprendere tono, prima di Birmingham, con 2,35 in quel di Malmoe, lo scorso 10 febbraio.

Pensiamo che a Birmingham lo rivedremo volare alle quote che gli competono che sono sempre intorno a i 2,40, visto che è di 2,409 la media dei suoi dieci migliori risultati. Il record indoor di Sotomayor è lì, il 2,43 del 1989 quando vinse il titolo mondiale a Budapest, misura che Barshim, non bisogna dimenticarlo, ha già ottenuto all’aperto. Per lui sarà comunque importante non distrarsi troppo: il giovane e regolarissimo russo Danil Lysenko (2,37 quest’inverno e già argento a Londra 2017) non lo perdonerebbe.

ASTA STELLARE TRA RIVINCITE E SORPRESE

Per rimanere ai salti non c’è dubbio che le due prove di asta saranno tra le gare più attese. In campo maschile si sfida tutto il podio mondiale di Londra: l’americano Sam Kendricks, il polacco Pietr Lisek e il francese Renaud Lavillenie, finiti nell’ordine la scorsa estate. Una sfida annunciata da un prologo straordinario: domenica a Clermont Ferrand si è svolta la più grande gara di asta della storia: sette atleti oltre i 5.88, con proprio Kendricks e Lavillenie in cima con 5.93, poi a seguire a 5.88 il polacco Pawel Wojciechowski, il francese Axel Chapelle, lo svedese-americano Armand Duplantis, al record mondiale junior con i suoi 18 anni e mezzo di età, infine il polacco Pietr Lisek e il francesino di Bordeaux Kevin Menaldo, già allievo di Thierry Vigneron e ora in continua crescita sotto la guida di Philippe Dencausse, coach anche di Lavillenie. Saranno tutti presenti sotto il tetto dell’Arena di Birmingham per una gara dove si rischia di rimanere fuori dal podio con 5.90.

Grandi rivincite in tabellone anche per la gara al femminile: Katerina Stefanidi, la greca dominatrice delle ultime stagioni, concede la rivincita di Londra all’americana bionda platino Sandi Morris. Qui da terze incomode saranno la veterana Shur, campionessa olimpica 2012 e campionessa mondiale indoor in carica, ma soprattutto una delle grandi sorprese femminili della stagione invernale, non solo dell’asta. Parliamo della biondina dell’Ohio Katie Nageotte, una ragazza che fino a due stagioni fa era solo “una delle tante della specialità”.

Lo scorso anno, già ventiseienne ma con la voglia di non mollare, è salita a 4.73, annunciando il “botto” di quest’inverno: prima si è migliorata con 4.76 a Pullman, stato di Washigton, dove ora vive allenata da Brad Walker, primatista americano di asta (6.04); poi ha sbaragliato il campo ai campionati americani indoor di Albuquerque, superando a sorpresa, con 4.91, sia Morris che Surh, e chiudendo la gara attaccando, con tre tentativi a 5.04, il record del mondo della Surh. Che la gara di Albuquerque non sia stata l’exploit di un giorno, Katie lo ha poi confermato domenica scorsa, vincendo a Clermont Ferrand con 4.86.

GENZENE DIBABA VUOLE RIFARSI IL LOOK

La regina etiope Genzene Dibaba è ripartita dalle indoor per rifarsi una credibilità dopo la disastrosa stagione 2017. È la capolista sia nei 1500 (3’57”45) che nei 3000 (8’31”23) e guarda al suo quarto titolo mondiale indoor, anche se sui 3000 avrà una concorrenza spietata, a cominciare da quella della campionessa mondiale dei 5000, la keniana Hellen Obiri. Non ci meraviglieremmo se l’etiope deciderà di puntare soprattutto sui 1500 dove al momento sembra l’unica in grado di correre con facilità sotto i quattro minuti. Grande attesa per saggiare le ambizioni di due ragazze europee: la scozzese Laura Muir, che ha dimostrato di aver acquisito velocità scendendo sotto i due minuti negli 800, e il talento tedesco Konstanze Klosterhalfen, attivissima tutto l’inverno, tra cross e indoor.

SPRINT DONNE, DERBY COSTA D’AVORIO-EUROPA?

Se la velocità uomini ha un favorito di diritto, quella delle donne presenta numerose pretendenti, visto il perdurare dell’assenza della star giamaicana Shelly-Ann Fraser, ora in ripresa dopo aver dato alla luce, la scorsa estate, il piccolo Zyon. Capolista stagionale è l’americana di 24 anni Javianne Oliver, grazie al suo 7”02 con cui ha vinto il titolo Usa ad Albuquerque. È un’atleta della Georgia con assai poco credito internazionale alle spalle, forse anche a causa di importanti infortuni. Tenendo nel dovuto rispetto la giamaicana Elaine Thompson, bicampionessa a Rio, ma poco appariscente durante l'inverno, forse la sfida per l’oro potrebbe allora risolversi in una sorta di derby tra la Costa d’Avorio e l’Europa.

Da una parte il collaudato duo formato da Murielle Ahouré e Marie-Josée Ta Lou, dall’altra la ben più giovane coppia composta dalla svizzera Mujinga Kambundji (padre congolose) e dalla tedesca Tatjana Pinto (padre portoghese e madre angolana). Quest’anno le due hanno corso rispettivamente in 7”03 e 7”06. Sembrano in grado di regalare all’Europa il titolo mondiale indoor che manca dal 2003, quando l’ucraina tutti muscoli Zhanna Pintusevich-Block vinse a Budapest. Due edizioni prima l’onore era toccato alla greca Ekaterina Thanaou, due nomi che hanno fatto la storia del doping più che dello sprint europeo, anche se i loro titoli e le loro medaglie non sono state mai cancellate.

E L’ITALIA? CON SAN DONATO GIA’ VINTA UNA MEDAGLIA

Abbiamo già detto che le ambizioni della squadra italiana sono piuttosto limitate, né si potrebbe pensare diversamente per una manifestazione mondiale di così alto livello. È difficile pensare a qualcosa di più che buoni piazzamenti: la 4x400 azzurra potrebbe però ambire a conquistare un posto in finale. Fuori portata Usa, Gran Bretagna, Giamaica e Polonia, gli altri quartetti presenti (Kazakhistan, Repubblica Ceca, Nigeria, Ucraina e Portogallo) non sembrano, sulla carta, superiori a quello italiano, un misto di esperienza e gioventù.

Nell’alto Alessia Trost, ripescata con i “target numbers”, potrebbe ritrovare slancio per le sue ambizioni future, in una gara dove il podio sembra cristallizzato dalla presenza di Maria Lasistskene, ma anche di Yuliya Levchenko e Vashiti Cunningham, l’americanina appena ventenne che fu la grande sorpresa di Portland 2016. Infine, ma tutt’altro che ultimo in queste valutazioni, c’è Fabrizio Donato. E’ al nono posto, con il suo 16,94 di Ancona, nella lista del triplo. Ci rifiutiamo di pensare quello che potrà fare o meno sulla pedana di Birmingham. Essere lì a quasi 42 anni, a pochi mesi da un’operazione tendinea, diciassette anni dopo la sua prima presenza su sei in un Mondiale indoor ci sembra già una straordinaria vittoria. Il resto non conta davvero nulla.


PROGRAMMA E FAVORITI

17th IAAF WORLD INDOOR CHAMPIONSHIPS
BIRMINGHAM
- 1/4 Marzo 2018
L’orario è quello italiano: in Gran Bretagna sarà un’ora prima.
Accanto alle finali (in neretto) abbiamo indicato il possibile favorito.


GIOVEDÌ 1° MARZO

19.45    Salto in alto U – Finale (Barshim /Qat)
19.45    Salto in alto D – Finale (Lesitskene /Ana)
21.15    3000 metri D – Finale (Obiri /Ken)

VENERDÌ 2 MARZO

11.00     Eptathlon – 60 metri
11.18     Pentathlon – 60 metri ost.
11.35     60 metri D – Batterie
11.40     Eptathlon – Salto in lungo
12.20     400 metri U – Batterie
12.55     Pentathlon – Salto in alto
13.00     Eptathlon – Getto del peso
13.10     400 metri D – Batterie
13.50     3000 metri U – Batterie
14.15     Pentathlon – Getto del peso

19.00     Pentathlon – Salto in lungo
19.05     60 metri ost. D – Batterie
19.50     60 metri D – Semifinali
20.13     800 metri U – Batterie
20.35     Salto in lungo U – Finale (Manyonga /Rsa)
20.45     Eptathlon – Salto in alto
20.48     1500 metri D – Batterie
21.10     Getto del peso D – Finale (Gong /Chn)
21.17     Pentathlon – 800 metri (Bougard /Usa)
21.32     400 metri D – Semifinali
22.06     400 metri U – Semifinali
22.38     60 metri D – Finale (Ahouré /Civ)

SABATO 3 MARZO

11.00     Eptathlon – 60 metri ost.
11.15     60 metri U – Batterie
12.00     Salto triplo D – Finale (Rojas /Ven)
12.05     Eptathlon – Salto con l’asta
12.15     1500 metri U – Batterie
12.45     Getto del peso U – Finale (Stanek /Cze)
12.50     800 metri U – Batterie
13.31     4×400 metri U – Batterie
14.05     4×400 metri D – Batterie

19.00     Salto con l’asta D – Finale (Morris /Usa)
19.05     60 metri ost. D – Semifinali
19.30     60 metri ost. U – Semifinali
20.08     Salto triplo U – Finale (Claye /Usa)
20.11     60 metri U – Semifinali
20.35     800 metri U – Finale (Kszczot /Pol)
20.50     Eptathlon – 1000 metri (Mayer /Fra)
21.05     400 metri D – Finale (Francis /Usa)
21.20     400 metri U – Finale (Taplin /Grn)
21.39     1500 metri D – Finale (Dibaba /Eth)
21.55     60 metri ost. D – Finale (Harrison /Usa)
22.09     60 metri U – Finale (Coleman /Usa)

DOMENICA 4 MARZO

16.00     Salto con l’asta U – Finale (Kendricks /Usa)
16.05     60 metri ost. U – Semifinali
16.27     Salto in lungo D – Finale (Spanovic /Srb)
16.35     3000 metri U – Finale (Barega /Eth)
16.58     800 metri D – Finale (Nyonsanba /Bdi)
17.12     1500 metri U – Finale (Souleiman /Dji)
17.30     4x400m D – Finale (Usa)
18.00     60 metri ost. U – Finale (McLeod /Jam)
18.25     4x400m U – Finale (Usa)


DOVE VEDERLI IN TV

Assente in questa occasione Eurosport, che ha rinunciato ad acquisire i diritti, il Mondiale Indoor sarà tutto etichettato RAI che però manderà in diretta solo le prime due giornate, mentre quelle conclusive andranno solo in differita, anche a tarda notte. L'unica nota lieta è che sarà possibile seguire il tutto in streaming attraverso il sito raisport.rai.it.

Giovedì 1° Marzo
Diretta 18,55 - 22,15

Venerdì 2° Marzo
Diretta 11,00 - 13,30 / 13,45 - 15,30
Diretta 18,55 - 20,00 / 20,30 - 22,45

Sabato 3 Marzo
Differita 22,30 - 01,30

Domenica 4 Marzo
Differita 00,05 - 04,05
 

 

 

 

 

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