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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Saro' greve / Indianapolis, la capitale dei miei ricordi

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Lunedì 5 Febbraio 2018

la mura 2
Giuseppe La Mura, l'allenatore dei trionfi azzurri nel Canottaggio.

di Vanni Lòriga

Questi primi giorni del febbraio 2018 ci propongono una serie di celebrazioni, ricorrenze, anniversari e genetliaci per cui non potrò essere né “greve” né breve. Ieri mattina, allo Stadio Moretti-Della Marta di Civitavecchia, si è disputata per la sesta volta la manifestazione podistica “Semplicemente ricordando Oscar”, dedicata ovviamente ad Oscar Barletta. Racconterò, con i doverosi riferimenti storico cronistici, chi sia stato per me (e per l’atletica nazionale) il famoso “bella fata…” Stamane all’Università La Sapienza ci sarà l’ultima lectio magistralis di Enzo D’Arcangelo. Poche ore più tardi ci riuniremo, in limitata ma pregiata compagnia, attorno al desco approntato per festeggiare i primi 80 anni di Augusto Frasca.

Sul personaggio e sulla sua personalità molto ha già scritto sul nostro giornale l’amico comune Cimbrico. Da parte mia aggiungerò qualche particolare forse inedito, considerato che la mia frequentazione con il “Principe” vanta una durata di oltre mezzo secolo.

I miei primi Settant’anni

E visto che l’argomento odierno è basato sugli anniversari ritengo legittimo segnalare che il mio primo articolo firmato su una pubblicazione nazionale vide la luce esattamente 70 anni fa su una rivista intitolata Olimpia e diretta dal dottor Vanni Canepele. Da allora ne ho viste e vissute tante e di tutti i colori e non sono pochi gli amici, fra tutti proprio Augusto Frasca, che mi chiedono quando mi deciderò a raccontare le vicende più curiose ed interessanti che ho vissuto e la città, fra le mille che ho visitato, alla quale sia legato il maggior numero di ricordi,

La risposta è semplice: Indianapolis. Mi ha interessato per svariati sport (atletica, ginnastica, canottaggio, pugilato); per il livello dei protagonisti dei fatti che racconterò; per l’eccezionalità delle esperienze lì vissute.

Quando venne inventata la VAR

La prima visita alla capitale dell’Indiana risale al marzo 1987 per la edizione inaugurale del Campionato Mondiale indoor. Siamo ospiti dello strano albergo Union Station Inn, una serie di vagoni ferroviari tramutate in stanze di hotel. In una foto reperibile sul sito dell’appena citato Augusto Frasca sono ritratti alcuni giornalisti, fra cui Emanuela Audisio. Che ci dà una incredibile notizia. Il suo giornale, la Repubblica, lancia a piena pagina una intervista firmata da un certo Gianni Minà in cui Pietro Mennea confessa di aver avuto rapporti con il dottor Robert Kerr, noto esperto in pratiche doping.

Mi cade il mondo addosso ma il bello deve ancora venire. Avrei scoperto in seguito che. “loro” erano i paladini dell’antidoping e che noi, che avevamo appreso proprio da loro di quella frequentazione, eravamo i veri fautori delle pratiche vietate.

Per gli azzurri, risultati modesti. Giuliana Salce è la migliore con l’argento nella marcia; Pierfrancesco Pavoni quarto nei 60 pieni vinti da Ben Johnson (toh, chi si vede !) e Giovanni Evangelisti terzo nel lungo. Qui dobbiamo ricordare il suo famoso salto. Non quello di Roma “allungato” e che è stato rievocato, riprodotto, moviolizzato, strumentalizzato, televisionato. politicizzato migliaia di volte. Parliamo invece del salto a lui rubato insieme al titolo iridato.

Nella quinta serie di salti l’azzurro è secondo con la misura di 8,06, preceduto da Larry Myricks. Ottima rincorsa e bel volo di Giovanni ma si alza la bandiera rossa del giudice che segnala un nullo millimetrico allo stacco. Ecco però apparire sul maxischermo il replay del salto e si vede che era valido, Il pubblico urla, i giudici si decidono a misurare ma quando risulta che l’azzurro, con 8,28 sarebbe passato a condurre la gara, annullano la prova. Sentendo ora le discussioni sull’uso del VAR, posso garantire che non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Il giudice ha sempre ragione soprattutto quando ha torto…come si diceva dei superiori ai tempi felici della naja.

Da Jury Dimitri Chechi a Cassius Clay

Nel 1991 vengo di nuovo inviato ad Indianapolis. Mi trovavo a Tokio per la terza edizione del Campionato Mondiale di atletica (24 agosto- 1 settembre) e mi stavo godendo le ultime battute di una eccezionale sfida a livelli superlativi. La gara di lungo maschile aveva toccato vertici insuperati con Michael Powell al nuovo mondiale di 8.95 migliorando quel primato di Beamon che sembrava destinato all’immortalità e battendo Carl Lewis che con 8.87 coglie il duplice bersaglio dell’argento e della massima delusione. “Deluso – disse l’ineffabile Mike Powell – proprio oggi che ha stabilito il suo personale ?!”

Comunque vengo dirottato da Tokio-Atletica a Indianapolis- Ginnastica, anche lì mondiale. La rassegna si svolge nella Housier Dome, sede anche del TAC (The Athletic Congress). Per cui trascorro interessanti momenti con Pete Cava portavoce dell’atletica USA e contemporaneamente assisto al bronzo di Jury Chechi che si avvia a diventare il Signore degli Anelli (o visto che siamo in America “The Lord of the rings…)

loriga  Verso la casa natale di Cassius Clay.

Ma in quei giorni nella capitale dell’Indiana si parla soprattutto della violenza che in un albergo locale Mike Tyson aveva usato nei confronti della giovine Desirèe Wahington. Pochi mesi dopo il tribunale di Indianapolis infligge al campione mondiale dei massimi la pena di anni…

In quella occasione la vocazione statunitense alla pubblicità tocca vertici inusitati: viene anche propagandato anche un sapone per barba intitolato a Cassius Clay, … E trovandomi non lontano da Louisville voglio andare a visitare la casa natale di Mohammed Ali. Il tutto è documentato da una fotografia che mi eterna nella via a lui dedicata quando è ancora in vita. Per cui nell’ intervallo di poche ore ho modo di stabilire contatti con storici protagonisti della ginnastica e del pugilato-

Il posto in barca te lo devi guadagnare

Non ci resta che concludere col canottaggio. Nel 1994 Giuseppe La Mura, nominato dopo anni di anticamera (“non è bravo il Dottore, sono bravi i guaglioni”) Commissario Tecnico nazionale debutta nell’incarico al Campionato Mondiale disputato dall’11 al 18 settembre nel bacino Eagle Creek Park di Indianapolis, Visto che quelli bravi erano i “guaglioni” Giuseppe e Carmine Abbagnale (suoi nipoti) il medico condotto di Pompei si limita a vincere quattro ori, due argenti ed un bronzo. Fra i nuovi campioni iridati c’è anche il Quattro senza di Walter Molea, Riccardo Dei Rossi, Raffaello Leonardo e Carlo Mornati. A cena doverosi festeggiamenti ed al momento del brindisi Carmine Robert La Mura pronuncia una frase diventata famosa: “Papà-, se non c’era il canottaggio io non sapevo il significato della parola dolore, …”

Ed il dottore risponde: “Figlio mio, se da ragazzo mi chiedevi la macchina te l’avrei comprata, Ma non me l’hai chiesta. Se avessi avuto necessità di aiuto negli studi ti sarei stato vicino ma non ne hai avuto bisogno e ti sei laureato a pieni voti alla Bocconi. Il posto in barca invece te lo devi guadagnare, …”

Era semplicemente successo che alla vigilia della gara il CT La Mura aveva definito l’equipaggio effettuando una serie di test. E rimase escluso proprio il figlio Carmine Robert. Che peraltro partecipò per due volte ai Gìochi Olimpici ed attualmente è uno dei più apprezzati commercialisti italiani.

Si tratta di belle storie che non posso dimenticare e che sono legare alla città di Indianapolis, se permettete la vera capitale dei miei ricordi.

 

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