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Piste&Pedane / Le fresche novita' della stagione al coperto

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Martedì 30 Gennaio 2018

iapichino08 2

di Daniele Perboni

Se l’alieno Mork, un extraterrestre umanoide arrivato sulla terra a bordo di una astronave a forma di uovo negli anni Ottanta, ricapitasse da queste parti, diciamo sullo stivale tanto per restringere un po’ il campo, e provasse a rivolgere le sguardo al movimento atletico tricolore resterebbe di sasso. Già, perché stando a quanto viene prodotto su piste e pedane sotto tetto (vulgo, indoor) pare proprio che l’atletica di casa nostra sia in buona salute. Anzi, in splendida vitalità. Soprattutto a livello giovanile. In effetti è tutto un fiorire di nuove migliori prestazioni nazionali di categoria. Un germogliare di talenti che lascia ben sperare per il futuro, a breve e lunga scadenza. Chiaramente ne siamo tutti più che lieti. E coltiviamo la speranza che questi germogli di campioni possano alla fine sbocciare anche in ambito internazionale, facendoci uscire dalla mediocrità che da tanti, troppi, anni soffoca le ambizioni di appassionati, tecnici, dirigenti e in primis atleti.

Tra questi giovanissimi alcuni si elevano per talento e spiccate capacità tecniche. Qualche nome? Certamente il primo è il già ben noto Filippo Tortu, di cui abbiamo scritto una quindicina di giorni or sono. Come annunciato allora, il sardo-lombardo-brianzolo si è cimentato nella sola prova indoor dell’inverno che aveva programmato con papà Salvino: due lampi di 60 metri (batteria e finale) nella Mercedes Benz Arena per l’Istaf di Berlino il 26 gennaio. Come al solito arriviamo in ritardo per fornirvi i risultati, apparsi in ogni dove e sotto ogni forma. Comunque ecco i nostri appunti di quel giorno: primo in batteria con 6”62 (reazione allo sparo 0,168 il peggiore dei sei), 2. Kim Collins (Skn) 6”66 (0,139), 3. Reus (Ger) 6”69 (0,129, il più reattivo). Finale: 1. Su Bingtian (Chn) 6”55 (0,134), 2. Tortu 6”62 (0,182, orrore, il più lento ancora una volta), 3. Collins 6”64 (0,147). Se tanto mi dà tanto… Ora lo attendiamo sui più gravosi impegni all’aperto.


L’altro fenomeno salito agli onori à la giovanissima (15 anni e sei mesi) Larissa Iapichino. Senza sprecare tempo e righe nello spiegare di chi è figlia questa ragazzina, crediamo che quanto ottenuto recentemente a Padova abbia sicuramente smosso le calme sabbie della pedana. Il suo 6.36 nel lungo a quell’età (in un solo salto ha riscritto i limiti nazionali U-20 e U-18 indoor) è sicuramente notevole. Da quanto abbiamo letto sui vari giornali, la figlia dei due talentuosi genitori è solo all’inizio di una splendida carriera. Di più: stando a quanto afferma il tecnico che la segue, Gianni Cecconi, possiede potenzialità per andare oltre quanto ottenuto (6.50). Con intelligenza e pazienza genitori e tecnici tendono a calmare gli animi e riportare tutti con i piedi per terra. La ragazza è giovane e per ora sta ancora divertendosi. Tempo verrà per un’atletica più impegnativa, seria e faticosa. Esempi in famiglia non mancano, dunque …

 

Non è finita qui. Buone nuove giungono anche dalle specialità di fatica. Quel fondo e mezzofondo che negli ultimi decenni ci hanno fatto rimpiangere i campioni che sul finire del secolo scorso primeggiavano in ogni dove. Che dire, infatti, dei due gioielli che rispondono al nome di Nadia Battocletti, trentina di Cles, dove è nata il 12 aprile 2000, e Luca Alfieri, brianzolo di Desio, pure lui classe 2000 (31 ottobre)? Entrambi presenti all’Eurocross di Samorin nel dicembre scorso, entrambi primi attori nelle rispettive categorie e sempre in coppia invitati a far parte della squadra europea sui prati scozzesi di Edimburgo. Manifestazione che ha visto contrapporsi le formazioni di Gran Bretagna, Stati Uniti e, appunto, Europa. Le ultime notizie ci fanno sapere che Nadia ha lasciato la società di appartenenza (Atletica Val di Non e Sole) per vestire la casacca delle Fiamme Azzurre, mentre Luca ha dimostrato nuovamente le sue capacità dominando l’ultimo cross a cui ha partecipato. Anche questi due ragazzi sembrano destinati ad futuro molto promettente.

 

Chiudiamo con l’allegro saluto di Mork na-no na-no, mi chiamo Mork, Su un uovo vengo da Ork …


 

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