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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Cinque cerchi / PyeongChang 2018, affidiamoci agli slogan

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Martedì 14 Novembre 2017

fuocoghiaccio2

di Gianfranco Colasante

Non so chi sia l'uomo (o gli uomini) che pensano e predispongono le campagne promozionali del CONI, ma si deve dire che non manchi (o manchino) di una certa paradossale fantasia. Volete mettere lo slogan adottato per PyeongChang 2018 (non lontano dal cagnetto Snoopy, forzato testimonial della squadra di Rio 2016): "L'incredibile non è impossibile"? Se vogliamo, e secondo il CONI, - a guardare i risultati ottenuti nei Campionati Mondiali di quest'anno, ricalcati sullo stesso programma dei Giochi - ad andare sul podio coreano per gli azzurri non dovrebbe essere proprio impossibile, per quanto sia incredibile (qui sotto i risultati mondiali e le tabelle di riepilogo).

I Campionati Mondiali Invernali 2017 - Il podio e gli azzurri

Che lo sport italiano in genere - e quello invernale in particolare, mai del tutto ripresosi dallo shock di Torino 2006 - non se la passi tanto bene, è un dato di fatto (e qui la Svezia e il calcio non c'entrano proprio). Ma se ci fermiamo al solo responso delle gare iridate, che pure qualche indicazione dovrebberla fornire, c'è da essere (moderatamente) preoccupati.

Sulle 303 medaglie mondiali assegnate tra febbraio e aprile 2017 (una gara olimpica, la prova a squadre, non ha avuto corrispettivo ai Mondiali di Figura) gli azzurri ne hanno vinte sei, come dire un modesto 1,9%. Nel dettaglio, una d'oro con Federico Pellegrino nello Sprint, una d'argento sempre con Pellegrino e Dietmar Noeckler nella Team, quattro di bronzo (con Alexia Runggaldier nella 15 km del Biathlon, Sofia Goggia nel Gigante, Dominik Fischnller nello Slittino e Michela Moioli nello Snoabordcross). Se vogliamo un po' poco.

E' pur vero che hanno ottenuto anche sette quarti posti (e tra loro figura quello di Arianna Fontana, scelta come portabandiera, nei 1500 metri di Rotterdam), ma la concorrenza appare qualificata e feroce. E la distanza tra i primi dieci paesi adddirittura abissale. Certo, ogni gara fa storia a sè, ma le premesse dovrebbero consigliare una certa prudenza nello stilare pronostici.

Tanto che i già modesti risultati di Vancouver 2010 e Sochi 2014 potrebbero oggi, a ben vedere, già costituire un ambito traguardo. Auguriamoci di sbagliare. E, soprattutto, fidiamo che gli imminenti Stati Generali che richiamano tutti i maggiorenti servano a qualcosa in più che ad una elegante e forbita esibizione di buone intenzioni. Ma forse chiediamo troppo.

 

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