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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Saro' greve / Dopo Caporetto arrivano i nostri, i Napoletani!

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Lunedì 6 Novembre 2017

diaz a. 2

di Vanni Lòriga

Un secolo fa, esattamente il giorno 8 novembre 1917, il generale Armando Vittorio Diaz viene nominato Capo di Stato Maggiore Esercito, sostituendo Luigi Cadorna. Ci si potrebbe domandare cosa c’entri Diaz in un sito che tratta di sport: siamo qui per spiegarlo. Diaz assume il massimo incarico pochi giorni dopo il crollo di Caporetto (24 ottobre). Il nostro Esercito sembra destinato allo sbando dopo un massiccio attacco delle truppe del generale tedesco von Below, in una azione in cui si distingue soprattutto il primo tenente Erwin Rommel. Anche alla domanda su cosa c’entri in questa storia la futura “volpe del deserto” forniremo opportuni chiarimenti.

Come tutti sanno le truppe italiane ripiegano sul Piave ed oppongono una resistenza che nessuno aveva ipotizzato. I motivi sono tanti e li spiegano i testi di storia militare. Che non tralasciano di sottolineare come Diaz motivasse i suoi uomini con una serie di iniziative tese a migliorare il loro morale.

Determinante l’apporto dell’YMCA (Young Mens’s Christian Association) che ebbe il pieno appoggio, come testimonia un rapporto ufficiale dell’Opera, “del Comando Supremo italiano”. L’YMCA operava in parecchi campi e fu fondamentale per la diffusione dello sport.

La Guardia insegna il baseball

In molti punti furono costruiti campi sportivi che resero possibile lo svolgimento regolare e sistematico   di esercizi sportivi e ricreativi ai quali i soldati presero parte con entusiasmo. Il morale si risollevava, molto graditi furono i giochi di massa che impiegavano centinaia e centinaia di soldati nello stesso tempo.

Si scoprirono e praticarono sport allora da noi quasi sconosciuti, come pallacanestro e pallavolo e si diffuse anche il baseball, con un allenatore di eccezione. Si trattava del tenente pilota Fiorello La Guardia, radici pugliesi e poi Sindaco di New York. Grande fu l’interesse di Diaz, che conosceva i valori dello Sport, praticato in gioventù nella antica Ginnastica Partenopea fondata da Alessandro La Pegna.

La Leggenda del Piave

Armando Diaz sostituì il “sadismo mistico” di Cadorna con il trattamento umano dei soldati. Un altro contributo partenopeo alla vittoria del 4 novembre 1918 fu riconosciuto alla “Leggenda del Piave”, composta dall’impiegato postale napoletano Ernesto Giovanni Gaeta, più noto con lo pseudonimo di E.A. Mario e che mai riscosse i diritti d’autore di una canzone da tutti cantata e che nel 1943 fu anche Inno Nazionale Italiano. Lo stesso Armando Diaz si congratulò con E.A. Mario con un telegramma in cui riconosceva che il suo Inno era stato importante come un Generale. Insomma, Napoli ci dette una grossa mano per uscire dalla disfatta-

Ultima chiosa: il Bollettino del 4 novembre 1918 che annunciava la Vittoria si concludeva così: “Firmato Diaz”. Nella povera Italia di quegli anni, non furono pochi i neonati che vennero battezzati “Firmato”, inteso come il nome del generale. Per chiudere il discorso sul Duca della Vittoria ricordiamo che il cognome Diaz aveva buoni precedenti in campo militare: così si chiamava anche Rodriguez, il Cid Campeador.

Ed aggiungiamo che leggendo il libro del nostro Direttore dedicato a Bruno Zauli ci imbattiamo in un altro Diaz, esattamente il primogenito di Armando, l’onorevole Marcello, che chiamato da Leandro Arpinati nel 1933 nominato Presidente del CONI, arriva a ricoprire la carica di Vice Presidente dell’Ente. Magari dedicandosi quasi esclusivamente al pilotaggio degli amati velivoli del suo AeroClub.

La “volpe del deserto”

Ed a proposito di figli di Generalissimi come dimenticare Manfred Rommel, figlio di Erwin, che per lunghi anni fu Sindaco di Stoccarda? Ebbi il privilegio di intervistarlo alla vigilia dei Mondiali del 1993. E ne sapeva di atletica. Interprete bravissimo fu un certo Primo Nebiolo, che audacemente mi presento come collega di suo padre… altri tempi ma anche altra gente.

 

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