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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Biscardi

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Aldo BISCARDI



Il “rosso Biscardi”, come lo chiamava Brera, è morto al Policlinico Gemelli di Roma nella mattinata dell’8 ottobre 2017. Chi è stato Aldo Biscardi e quanto abbia rappresentato per il giornalismo televisivo è fin troppo noto. Il suo nome resta legato alla conduzione (non all’ideazione, come è stato un po’ affrettatamente scritto) del programma televisivo “Il Processo del Lunedì”. Nato a Larino, in provincia di Campobasso, il 26 ottobre 1930, fratello del senatore del PD Luigi, dopo gli inizi presso “Il Mattino” di Napoli (città dove s’era laureato in giurisprudenza) nel 1956 Biscardi si era trasferito a Roma passando a “Paese Sera”, succedendovi due anni dopo ad Antonio Ghirelli come caporedattore per lo sport.

Dopo un quindicennio di buona militanza giornalistica e una notevole produzione letteraria (dal saggio “Da Bruno Roghi a Gianni Brera” al romanzo “Il gioco delle ombre”), innervata sovente di una certa vena polemica a volte un po’ forzata, nel 1979 lascia a sorpresa la carta stampata ed entra in RAI quando la terza rete era presidiata dal PCI. Primo incarico assolto, una serie di trasmissioni, in collaborazione con il CONI, sugli sport più diffusi nelle diverse regioni. Poi, l’anno seguente, il passaggio al “Processo” del quale, nel 1983, assume la direzione sostituendo Marino Bartoletti.

Con la rapida trasformazione del calcio in spettacolo a tutti gli effetti, ed anche per un certo imbarbarimento dello sport, il “Processo” divenne la trasmissione più popolare della televisione italiana, specie dopo l’adozione inedita, se non rivoluzionaria, della moviola. Un mezzo quasi processuale, ma sostanzialmente polemico, per dirimere, e nel contempo alimentare, i casi più incerti e controversi degli incontri della Serie A. Mezzo che Biscardi sapeva gestire con grande abilità dialettica e una buona dose di spregiudicatezza.

Nell’estate 1993 Biscardi lascia la RAI per Tele+, prima emittente a pagamento in Italia, trasferendovi una versione personale del “Processo” col nome di “Processo di Biscardi”, trasmissione ormai identificata col suo nome e portata in seguito anche a Telemontecarlo quando vi approda nel 1996. Con la trasformazione della testata in LA7, Biscardi diventa direttore del settore dello Sport mantenendo l’incarico fino al maggio 2006 quando preferisce farsi da parte, anche a seguito di un suo coinvolgimento nello scandalo denominato “Calciopoli” che lo portò volontariamente ad uscire dall’Ordine dei giornalisti.

Aldo Biscardi – che ha lasciato due figli, Maurizio, che ne ha seguito le orme in televisione, e Antonella – per volere della famiglia è stato sepolto nel cimitero di Larino.






 

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