- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Doping e dintorni / Verso la chiusura del dossier Schwazer

PDFPrintE-mail

Sabato 14 Ottobre 2017

iaaf-walk 2

di Sandro Aquari

Dunque, secondo le informazioni che l’avvocato Gerhard Brandstatter, il legale di Alex Schwazer, avrebbe avuto, pare che il giudice di Colonia, accogliendo solo in parte le istanze arrivate dal Gip di Bolzano Walter Pelino e modificando la sua prima decisione, quella di metà luglio scorso, abbia acconsentito di consegnare al RIS di Parma anche parte della provetta B, quella aperta e poi di nuovi sigillata alla presenza di tutte le parti. Insomma a Parma, per essere analizzate e per accertare che nelle urine sia presente solo il DNA di AS, dovrebbero arrivare 10 ml del campione A (come già stabilito a suo tempo), ma anche 6 ml del campione B.

Brandstatter ha fatto sapere che non era quello che avevano chiesto, ma che comunque anche così si potranno fare le analisi. Mentre nel campione A erano rimasti 22 ml, il campione B ne conteneva molto meno e quindi non si capisce bene se i 6 ml rappresentino l’intera quantità rimasta o se al laboratorio di Colonia, quindi nella disponibilità della IAAF e della WADA, rimarrà una piccola quantità anche del B per confutare eventualmente il referto dei RIS.

Ma perché mai dubitare sulle capacità e la correttezza dei RIS e del suo comandante Giampietro Lago? Diciamolo, è una bella notizia per tutti: per chi pensa che ci sia stato una manipolazione e che adesso potrà essere dimostrata (scriveva ieri Libero.it che dubbi non sembra averne che “ora Schwazer potrà avere giustizia per i torti subiti…) e per chi al complotto non ha mai creduto, come ad esempio il tribunale del TAS che gli ha inflitto otto anni di squalifica.

Abbiamo la sensazione che l’unico che non possa essere contento sia proprio Schwazer che forse sperava che questo DNA non venisse mai analizzato, che il GIP archiviasse così il caso della sua seconda positività e che nell’opinione pubblica rimanesse la convinzione che lui non si era dopato una seconda volta, ma che invece era stato “truffato” da quei “mascalzoni” della IAAF. Non sarà contento soprattutto se gli è arrivata anche la voce riguardo agli esiti della prima perizia che, ad inizio dell’anno, il GIP affidò al professor Marco Vincenti, del Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino, un’analisi dettagliata sul testosterone trovato, per sapere se fosse una presenza “accidentale” o facesse parte di un piano più prolungato di doping.

Ovviamente la perizia del professor Vincenti avrà un senso per gli sviluppi  penali (e morali aggiungiamo noi) del caso solo se si scoprirà che il DNA delle urine è solo di AS e non anche di qualche farabutto che ne ha fatto ... un cocktail.  

Cerca