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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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I sentieri di Cimbricus / Var, Var, sarebbe piaciuto al professor Eco

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Giovedì 14 Settembre 2017

var 2

di Giorgio Cimbrico

"Vare, Vare, redde mihi legiones", vaneggiava Augusto dopo aver ricevuto la pessima notizia dello scherzo che i Germani avevano combinato nella selva di Teutoburgo. Var, Var, rendici la verità e magari in fretta, canta aggressivo, dopo appena tre settimane, il calcio italiano, un mondo perfettamente incistato nel paese che lo ospita o magari è viceversa: natura e fisiologia spesso fanno miracoli. E i politici che entrano a gamba tesa, che si salvano in corner, che rischiano il fuorigioco, che entrano e escono dalla zona (d’ombra) e che, metafore a parte, sono tifosi dichiarati e fanno pure interpellanze, costituiscono una parte ad dis-honorem nel cast di una commedia dell’arte senza fine, senza vergogna. Maschere.

Naturalmente non è colpa degli arbitri, dice Nicchi (mai colpa degli arbitri, che sono da considerarsi una categoria sospesa tra i sacerdoti di Isis e i Templari, prima che fossero svelati i loro peccatucci), ma soltanto della tecnologia che è un po’ lenta e fatica a offrire le immagini. Viene in mente quel dignitario della Serenissima che guardava dentro il telescopio di Galileo e ripeteva: “Mi no vedo gnente”. Ma tutto verrà risolto, perbacco, e in fretta. Soprattutto senza isteria, con calma, misura, stile, come diceva Gene Wilder in Frankenstein Junior, prima di gettarsi sulla creatura che, immota, non aveva alcuna intenzione di muoversi, ululando “figlio di puttana”.

E invece non verrà risolto niente perché la forza del calcio è la nebbia; è il dubbio che nessuno, tantomeno un macchinario, fugherà mai; è il condizionale che continua e continuerà a imperare (“potrebbe esser stato toccato ma potrebbe anche essersi lasciato andare”); è il sospetto che il pesce grande finisca sempre per mangiare il pesce piccolo. Ed è questo bric-à-brac ad avvincere, a narcotizzare, a corrompere. Quando inquadrano dei bambini allo stadio, li vedo malissimo perché penso che dopo esser stati in quell’ambientino sudaticcio e rabbioso, correranno a casa e finiranno nelle maglie della rete.

Comunque, per non prendere la strada del moralismo d’accatto, per non esser accusato del solito reato derivante dalla data di nascita scritta sul passaporto, non mi resta che dilettarmi con innocenti giochi che sarebbero piaciuti al professor Eco. Lui sì che mi manca molto, Nicchi e tutti gli altri uomini del re, no di sicuro. Sul Var il vecchio Umberto avrebbe potuto scrivere il seguito del "Cimitero di Praga", dove le trame non mancavano:

Poetico: e naufragar m’è dolce in questo Var; sinché lo Var fu sopra lor richiuso
Militaresco: dopo un mese di Var, ho prestato giuramento
Terroristico: processato per aver fatto parte dei Var
Tempo libero: un caffè al Var, per fare due chiacchiere; una volta andavamo al Var Sport
Mai arrendersi: ho fatto ricorso al Var e penso proprio che la spunterò
Storico (1): imprigionato e massacrato lo Var Nicola
Storico (2): for the second time in our life, we are in Var (Giorgio VI)
Proverbiale: Var è meglio che ricevere
Definitivo: non c’è più nulla da Var  

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