- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Domande, domande, ... nessuna risposta

PDFPrintE-mail

Mercoledì 6 Settembre 2017

isco

di Giorgio Cimbrico

Come un ronin, un samurai senza padrone, non vorrei fare domande anche perché già so che riceverei risposte che mi lascerebbero più vuoto o più incazzato. Ma non ne posso fare a meno. Come sarebbe stato trattato in Italia lo svelamento – oggi si dice coming out, insomma ammettere di essere omosessuale  – di tre personaggi importanti dello sport britannico e in particolare gallese. Sto parlando di Gareth Thomas, poderoso centro e ala, 100 volte in campo con il Galles; di Nigel Owens, primo arbitro “ovale” del mondo; di Colin Jackson,, per 13 anni primatista mondiale dei 110hs, campione europeo e mondiale. Thomas racconta di quando confessò quel che lo straziava all’allenatore e al capitano, negli spogliatoi dell’Arms Park, a Cardiff. “Tutto qui? Vatti a cambiare che fra un po’ di alleniamo”, sbrigò l’allenatore che non aveva l’attitudine dello strizzacervelli.

Perché l’altro giorno la prima notizia del sito di Repubblica (la prima notizia, non la prima notizia dello sport) riguardava l’operazione di un motociclista che in passato ha avuto notevoli noie con l’erario? Io ho pagato in ritardo una bolletta della luce (98 euro, compresa quota parte del canone RAI, secondo renziano disposto) e ho ricevuto minacciose raccomandate. Mi dispiace aver scritto queste due ultime righe, non voglio passare per grillino, mi sono scappate. Altra domanda: me ne pento?

Perché tra qualche giorno a Lima qualche componente di spicco della squadra italiana finirà per parlare dei Giochi invernali a Milano? A Torino, e valli comprese, i segni del 2006 sono quasi spariti. Più olimpica Cortina che porta sull’etichetta l’annata 1956. Sub-interrogativi: verranno praticate trivellazioni e ricerche per capire se esistono chances per Napoli? Verrà celebrato un de profundis per la sepoltura di Roma 2024? 

Perché associo la Ferrari a una certa immagine sudaticcia, sguaiata e arrogante dell’Italia? Monza, in questo senso, è impagabile. Un vecchio ed eccellente compagno di strada, Luciano Ravagnani, si è sempre posto, a sua volta, una domanda: come si fa a fare il tifo per una macchina?

Perché, in caso di confronto internazionale, il calcio italiano è sempre indietro con la preparazione rispetto agli altri? Gli altri si allenano anche di notte? Dopo il verdetto senza discussioni del Bernabeu, qualche attento analista, uno di quelli che non lasciano nulla al caso ovviamente, ha fatto notare che a far la differenza possono esser state le due partite di Supercoppa spagnola giocate da Real e Barca. Ipotesi interessante. Tavecchio intervenga sul calendario.      

Perché i telecronisti, pubblici o privati, praticano un nazionalismo esasperato? Perché sono nazionalisti? Perché hanno avuto ordini? Perché devono compiacere? Perché devono rassicurare? Alberto Giubilo, che a dicembre taglierebbe il traguardo dei 100 anni, non faceva differenza tra un’amazzone irlandese, un carabiniere italiano e un eccentrico cavaliere brasiliano. Gran classe.

Perché Alessia Trost che ha chiuso la sua carriera giovanile sullo stesso piano, forse con un leggero vantaggio, su Mariya Kuchina, oggi è dietro 28-1 nelle performance a 2 metri o, nel caso della caucasica, più? Tra l’altro, a quella quota è arrivata prima Alessia, nel gennaio 2013; Mariya, un anno dopo. Esiste un caso Trost (che l’anno scorso, con misure normali, avrebbe potuto far man bassa e non ha raccolto niente) ed esiste un’allegoria Trost, simbolo di un’atletica italiana che c’è, può perdersi ma può essere recuperata da irati flutti.  

Cerca