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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Giochi / Milano, febbre olimpica (senza un vero perche')

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Martedì 5 Settembre 2017

milano-2028

Diamo un caloroso benvenuto a Fabio Monti che con questo articolo sulle aspirazioni "invernali" di Milano inizia la sua collaborazione con sportolimpico.

di Fabio Monti

Salvo ripensamenti dell’ultima ora, alla sessione CIO di Lima (13-16 settembre), quella che renderà ufficiale la scelta di Parigi e Los Angeles per le due edizioni dei Giochi Olimpici successive a Tokyo 2020, saranno presenti il presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni e il sindaco di Milano, Beppe Sala. Il viaggio transcontinentale, con i più stretti collaboratori al seguito, servirà non soltanto per ricevere l’investitura ad ospitare i rappresentanti del Comitato Olimpico Internazionale nella riunione del 2019, quella che segnerà l’ingresso del presidente Malagò nel massimo consesso dello sport mondiale, ma anche per capire se esiste la possibilità per Milano di candidarsi per ospitare l’edizione dei Giochi invernali del 2026. Visti i tempi che corrono, tutto è possibile, nonostante la Valtellina sia più lontana da Milano di quanto lo fossero le montagne piemontesi al tempo di Torino 2006 e la città parta da sotto zero dal punto di vista strutturale.

Semmai stupisce la febbre olimpica che ogni tanto attraversa Milano, senza un vero perché o forse con troppi perché. Dopo l’unico tentativo serio, quello fatto da Moratti per l’edizione dei Giochi del 2000, costretto a bloccare la candidatura in coincidenza con lo scoppio di Tangentopoli, ogni tanto qualcuno annuncia un progetto per Milano olimpica, sul quale nello spazio di un mese cala il silenzio. Del resto Milano in fatto di impianti sportivi resta in Italia la maglia nera fra le grandi città e non perde occasione per dimostrare una ostilità profonda nei confronti dell’atletica, che, come insegnavano a scuola, è pur sempre la regina dei Giochi. Non è un caso che Milano, un tempo forza trainante di tutto il movimento, insieme con Roma, sia relegata ormai a posizioni di retroguardia, a parte qualche lodevole eccezione, come l’ostacolista Vergani.

L’Arena, l’impianto dei 16 record mondiali, è un monumento nazionale che presto potrà candidarsi per ospitare una riedizione dei Giochi senza frontiere. La pista è ormai inagibile, si dice che verrà rifatta, ma con scadenze misteriose; sul prato, spesso trasformato in una specie di parco giochi per bambini, quando va bene, si gioca a calcio e a rugby. Al XXV Aprile si può soltanto correre e soprattutto prepararsi alle gare di mezzofondo, anche grazie ad una serie di percorsi esterni. Ottima soluzione, ma le specialità dell’atletica non comprendono soltanto le corse, visto che nel programma olimpico (appunto) sono previsti pure salti e lanci.

Il campo intitolato a Mario Saini, collocato vicino a Linate, dovrebbe diventare una cittadella dello sport, così come indicato dal sindaco Sala tre mesi fa. Peccato che piste e pedane siano in pessime condizioni, mentre il glorioso «Giuriati» è ormai un impianto privato, legato all’Università. Siccome l’atletica non è sport che consenta di improvvisare, si capisce perché tanti ragazzi che avrebbero voglia di correre e di saltare, scelgano altri sport (e altri divertimenti) fra i 16 e i 18 anni. Anche perché in queste condizioni non è più possibile organizzare nemmeno i campionati allievi, non parliamo della Notturna, che in tempi gloriosi era anche l’occasione per diffondere l’atletica.

Milano continua ad essere l’unica città d’Europa, con più di un milione di abitanti, senza un vero stadio per l’atletica e senza un vero Palasport polifunzionale, dopo il crollo di quello di San Siro, nel gennaio 1985. Eppure in una delle sue prime apparizioni, dopo essere stata eletta, l’assessore allo sport del Comune di Milano, l’avvocato Roberta Guaineri, tesserata per il Road Runners Club, spiegò che «Milano punta ad organizzare anche nello sport i più importanti avvenimenti, penso ai Mondiali di atletica o di nuoto». Come diceva Totò, «ma mi faccia il piacere».
 

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