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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Piste&Pedane / Atletica e sport negli USA: un mondo a parte

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Martedì 29 Agosto 2017

atletica-usa 2

di Gianfranco Colasante

All'indomani dei Mondiali di Londra avevo tentato di evidenziare come la federazione americana (USATF) sia stata capace in tre/quattro anni di tornare al primo posto nel mondo. Cercando anche di parametrare, anche se non come elemento primario, le risorse economiche di cui dispone (circa 37 milioni di dollari per il 2017) a fronte dei 25/26 milioni di euro della federazione italiana. I primi sono risorse private, i secondi contributi pubblici. Una differenza non abissale in termini monetari, ma che diventa improponibile se, brutalmente, lo trasferiamo sul versante delle medaglie: 30 per gli USA, una (di bronzo) per l'Italia. So bene, come mi è stato fatto notare, che si tratta di esercitazioni più accademiche che produttive. Anche perchè non c'è peggior sordo ... Malgrado tutto, mi ostino a tornare sull'argomento e provo anzi ad allargarlo al sistema scolastico/sportivo che resta alla base del successo della federazione americana, tradizionalmente estranea al movimento giovanile.

Non è difficile trasferire l'analisi - come viene fatto notare dopo le 86 medaglie vinte nei Mondiali dell'ultimo mese: discipline acquatiche, atletica, beach volley e lotta - a tutto lo sport che negli USA ha il vantaggio di risultare rigidamente separato (e regolato) tra discipline, diciamo così, olimpiche e leghe "pro". Una analisi facilitata dalla grande disponibilità di dati cui attingere, a differenza di quanto avviene da noi, dove molto si lascia alle parole e poco o nulla ai numeri. Dati per di più continuamente riforniti e, soprattutto, elemento di valutazione (altro meccanismo che da noi andrebbe importato al più presto).

NFHS - Tornando quindi al contributo che negli Stati Uniti la scuola fornisce allo sport in genere, partiamo col prendere in esame le ultime cifre disponibili, quelle relative all'anno accademico 2015-16. Secondo quanto risulta alla NFHS, l'organismo che riunisce su base nazionale le 50 associazioni statali delle High School (più l'autonomo Distretto di Columbia). Attiva dal 1969, la NFHS per il 27° anno consecutivo può registrare un incremento di partecipazione alle attività sportive, si badi bene, e non di semplice educazione fisica o motoria, pari all'8,5%.

Il totale dei ragazzi e delle ragazze coinvolti nel 2016 ha raggiunto i 7.868.900, con un incremento di 61.853 unità rispetto all'anno precedente. Al primo posto come sport più gettonato nelle scuole figura proprio l'atletica che, con un milione e centomila praticanti tra maschi e femmine, sopravanza anche il Football Americano che raccoglie poco più di un milione di ragazzi. Ma il distacco si incrementa ulteriormente se si prende in esame anche il Cross, considerato dalla NFHS disciplina invernale a se stante, con quasi mezzo milione di praticanti. Cross che da noi è invece praticamente scomparso da tempo.

PROGRAMMI - Va detto che nelle High School il programma sportivo (ripeto, non di educazione fisica) - nel rispetto di dispozioni scolastiche comuni a tutti gli Stati - è molto articolato, non episodico, e soprattutto a pieno titolo inserito nel percorso scolastico di base. Tanto che resta difficile evitarlo o farsi  "esonerare" (esonero che si riesce ad ottenere solo con certificati medici verificati con occhiuta attenzione).

Le classi di età degli studenti prese in esame per la statistica che ci interessa vanno dal 9° grado (corrispondente ai 14/15 anni) al 12° e ultimo grado (i nostri 17/18 anni). Per avere un termine di confronto, si tenga conto che il 1° grado accoglie i bambini di 6/7 anni, la nostra prima classe delle elementari.

I ragazzi americani che si muovono nella fascia che va dal 9° al 12° grado sono complessivamente 15,1 milioni. Ne risulta quindi che circa il 53% degli studenti medi svolge attività sportiva. Ma in quali discipline? Ci viene in soccorso ancora la NFHS che nella tabella che segue ha raccolto le prime dieci più frequentate, senza dimenticare che quelle praticate, sia pure a piccoli numeri, sono almeno 67 con diverse sotto-classificazioni legate a tradizioni locali (viene registrato anche il frisbee).

Ecco, quindi, i numeri finali per il 2016 dei praticanti a scuola:

   RAGAZZI  
1.  Football Americano   1.057.407
2.  Atletica 600.136
3.  Basket 500.305
4.  Baseball 491.790
5.  Calcio 450.234
6.  Cross country 266.271
7.  Lotta 244.804
8.  Tennis 158.171
9.  Golf 141.466
10.  Nuoto e Tuffi 138.364

   RAGAZZE   
1.  Atletica                       494.477
2.  Pallavolo 444.779
3.  Basket 430.368
4.  Calcio 388.339
5.  Softball 367.405
6.  Cross country 222.516
7.  Tennis 187.519
8.  Nuoto e Tuffi 170.797
9.  Spirit Squads 144.243
10.  Lacrosse 93.473
 
E' chiaro che non si può paragonare tout-court l'organizzazione dello sport USA con quello italiano, l'uno tradizionalmente privato, l'altro storicamente sostenuto e finanziato dallo Stato anche attraverso il supporto delle forze armate. E che non esistono ricette, come dire, "esportabili" con successo. Non è questo lo scopo. Ma qualche riflessione si può cominciare a farla per un rilancio che non riguardi solo l'atletica, per suo conto giunta al punto zero: ad esempio, non partendo proprio dalla proposta del Liceo Sportivo ad Amatrice, ... meglio qualche casetta, sarebbe apprezzata di più.

UNIVERSITA' - Non ci si può neppure fermare alle scuole medie per fotografare il complesso fenomeno dello sport negli Stati Uniti. Resta infatti enorme il contributo che viene dalle Università, la vera porta per lo sport "pro". Una vetrina dove sono pochi ad arrivare (non più dell'1,9% nel Football). Anche a livello universitario noi siamo molto indietro malgrado le Universiadi che organizzeremo a Napoli/Campania nel 2019 (che sia proprio per questo che il sindaco De Magistris vuole impiantare sul lungomare quel gigantesco corno rosso che fa tanto discutere?).

E a proposito di università, l'ultima segnalazione la strappiamo ancora al documetato blog di Rich Perelman. Di quei quasi 8 milioni di studenti medi, circa 480.mila approdano in seguito alla NCAA (la National Collegiate Athletic Association che raccoglie 1123 istituti tra college ed università) e altri 60.mila alla NAIA (la National Association of Intercollegiate Athletics fondata nel 1927 da James Naismith, il padre del basket). Con tutto il corallario di coach e allenatori che si muovono, oltre che di staff organizzativi e sanitari. Per di più con cadenza annuale. Le federazioni sono a parte e pensano all'attività di vertice, Mondiali e Giochi Olimpici, cercando di reperire per proprio conto le necessarie risorse.

Un mondo a parte, certo. Resta il gap finale ed è molto profondo. Per affrontarlo convenientemente e produrre qualche risultato non bastano certo le intenzioni e gli annunci di renziana memoria. Sarà poi vero che quel gap lo si vorrebbe ridurre introducendo una federazione dello sport scolastico/universitario?  

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