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I sentieri di Cimbricus / Sky: la grande offensiva d'agosto

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Mercoledì 23 Agosto 2017

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di Giorgio Cimbrico

Sky ha lanciato un’offensiva che può essere paragonata soltanto all’attacco tedesco a Kursk – operazione Cittadella, estate 1943 - scontro conosciuto anche come battaglia per il saliente di Orel. I sovietici, quelli con la bandiera rossa, avevano capito come sarebbero andate a finire le cose e prepararono una difesa in profondità senza uguali. lasciarono che i tedeschi spezzassero la prima linea e si lanciarono in una serie di contrattacchi che iniziò a logorare, ora dopo ora, giorno dopo giorno, le tre armate panzer impegnate nell’offensiva che avrebbe dovuto cambiare le carte in tavola e le sorti della guerra. E’ evidente che noi, poveri fantaccini che a volte provano a vestirsi da cavalieri del sogno, non possiamo opporre all’affondo né il primo fronte bielorusso, né il secondo forte ucraino, né le magnifiche divisioni della Guardia, riesumate dal maresciallo Giuseppe Stalin con spirito zarista.

Evitando accuratamente di farmi coinvolgere in un’atmosfera di generale isteria (uno dei pochi aggettivi usati è “straordinario”), sono stato costretto ad annotare che dal 20 agosto il calcio sarà sempre più il Mondo Nuovo di Huxley, il Grande Fratello di Orwell, forse anche la Metamorfosi di Kafka: se Gregor Samsa si svegliò trasformato in insetto, scommetto che molti rischiano di esser sottoposti a una mutazione che prevede la fine dello spirito critico, dell’analisi, dell’etica. Esiste un uomo che vale 300 milioni di euro? Mozart, forse, ma anche su Wolfgang Amadeus non è il caso di esagerare. Bravo, molto bravo, geniale ma anche assai paraculo nel riutilizzare  nel trasformare cose già scritte. Molto umano.

Il calcio di Sky è ovunque, Cina e Olanda comprese, in un martellamento che, contrariamente all’allegoria iniziale, non prevede difesa, se non adottando la fuga, la scalata verso un eremo, o andando a seguire un corso di meditazione trascendentale, come facevano i Beatles quando decidevano che era il caso di ritrovare la pace interiore dallo sghignazzante Maharishi.

Come tutte le grandi, ricchissime e potentissime corporazioni, Sky ha la capacità di proporsi in una gamma infinita di volti, di sfaccettature degne di un grande diamante tipo il Koi-nor: imbattibili nelle cronache tambureggianti, cosparse di statistiche ardite e inutili, abili nel corsivetto intrecciato a giochi di parole, totalmente disposti a offrire un’Arcadia anche se un giocatore manda a fare in culo l’allenatore che decide di sostituirlo. Nulla deve incrinare, spargere crepe su quella mercanzia che è stata acquistata a un prezzo stordente, roba da Pil di un piccolo stato.

L’altra sera, in quel famigerato 20 agosto dell’inizio dell’offensiva, ho visto due magnifici documentari sulla nascita dell’arte greca e sul sorgere della pittura a olio di van Eyck, van der Weyden e del bizzarro Bosch. Erano prodotti dalla Bbc che ha tuttora un dipartimento per l’arte e l’archeologia, per l’ambiente, per il teatro e che produce quasi tutto quello che manda in onda. Dopo Sky, era il caso di rompere le palle anche alla Rai. Giusto?  

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