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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Londra '17 / Fiasconaro, campione mondiale ad honorem

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Mercoledì 9 Agosto 2017

800-londra

di Vanni Lòriga

Nella lunga attesa delle due grandi finali (annunciate) sui 400 e sugli 800, il mio pensiero altro non poteva fare che tornare al passato. E correndo all’incontrario incrocio personaggi che sulle due distanze furono eccelsi protagonisti. Non sono molti e vanno in coppia. La prima è costituita da Mario Lanzi e Rudolph Harbig. E mi trasferisco all’Arena Napoleonica di Milano. Siamo a metà luglio di 78 anni fa, esattamente il 15 ed il 16 del 1939. Si sfidano (nell’ambito dell’incontro Italia-Germania 67,5 a 110,5) prima sulla distanza del doppio giro di pista e poi sui 400 metri.

Questi furono i loro risultati:
800 (15) – 1. Harbig 1’46”6 (12”9, 26”0, 39”4, 52”8, 1’06”0, 1’20”0, 1’33”5, 1’46”6) record mondiale;
2. Lanzi 1’49”0 (12”2, 24”6, 37”3, 52”5, 1’05”8, 1’19”8, 1’33”4, 1’49”0) record italiano.
400 (16) – 1. Harbig 46”7 (11”3, 22”0, 33”6, 46”7);
2. Lanzi 46”7 (11”2, 21”7, 33”5, 46”7) record italiano.

Rudolf Waldemar Harbig [1913-1944] è praticamente il primo prodotto del “Das intervall-training” ideato da Woldenmar Gerschler che trasferì nell’allenamento atletico le teorie del cardiologo Herbert Reindell. Come si può arguire dai tempi di passaggio, Mario Lanzi fu sempre generoso ai limiti dell’altruismo, Fu secondo ai Giochi di Berlino 1936, forse nell’unica volta in cui fu attendista, …

Un'altra coppia a cui sono molto affezionato e quella costituita da Marcello Fiasconaro e Alberto Danger Juantorena. Il cubano è l’unico ad avere vinto il titolo olimpico nei 400 e negli 800. Sul doppio giro di pista a Montreal 1976 si affermò migliorando il primato mondiale di Fiasconaro. I due campioni si erano affrontati una sola volta, nel luglio del 1972 a Firenze, con March vincitore. Non dimentichiamo che Marcello detiene ancora il primato italiano sugli 800 con il famoso 1’43”7 che fu record mondiale (il tempo di 1’43”7 fu realizzato a Milano il 27 giugno 1973 con una corsa solitaria e con una distribuzione da manuale: 52”4 e 52”3). Con le sue doti fisiche e caratteriali ha dato molto all’atletica, ma avrebbe meritato di più dalla sorte che ne frenò gli slanci.

Sono trascorsi da allora 44 anni e 40 giorni circa e con quel tempo Marcello avrebbe vinto ora il titolo mondiale. Si è infatti affermato il francese Pierre Ambroise Bosse (foto IAAF) impiegando un secondo esatto in più (1’44”67). Il che dimostra che quaranta anni dopo (noto romanzo di Victor Hugo) March è il nuovo campione del mondo ad honorem. Bosse si potrà vantare, da parte sua, di essere l’unico europeo a vincere un titolo iridato in una gara di corsa dei tempi nostri.

Il giro di pista era presentato sulla locandina dello spettacolo come il grande numero dalla doppia valenza: nuovo record mondiale abbattendo la barriera dei 43 secondi al termine della sfida tra il sudafricano Wayde Van Niekerk e il “beciuano” Isaac Makwala. Invece il ragazzo del Botswana è stato fermato dalle autorità sanitarie inglesi in quanto colpito da un virus gastrointestinale. La legge locale prevede una quarantena di 48 ore. Apriti cielo! Il commento del nostro inviato è stato sarcastico, sdegnato ed inesorabile: “Lo trattano come un untore!” Mi chiedo come sarebbe stato detto se, nonostante i divieti, lo avessero fatto gareggiare, …

Gara priva di riferimenti per il favorito sudafricano, al quale peraltro viene dato l’ultimo consiglio per abbattere la barriera dei 43 secondi. Impresa facile: Basta correre i primi 200 come sa fare lui ed i secondi come faceva Michael Johnson… Niente, questo Van Niekerk è una testa dura. Si è messo in testa di vincere 200 e 400 ed in realtà dà il minimo per assicurarsi il primo posto. Il tempo finale di 43”98 viene quasi definito vergognoso. Assomiglia stranamente al 43”86 con cui al Messico (in altura …) Lee Evans stabilì il primato mondiale, esaltato come una delle tante imprese ineguagliabili. Stranezze della vita che nessuno spiega.

E a proposito di stranezze che richiedono lumi per essere comprese, c’è quella che i migliori atleti di tutto il mondo si allenano a Gemona, nell’alto Friuli, come ci è stato spiegato. La domanda è la seguente: ma perché allora non ci vanno anche i nostri?
 

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