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Londra '17 / Puntiamo tutto su Filippo, per ora non e' molto

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Lunedì 7 Agosto 2017

tortu-londra

di Daniele Perboni

Il tema di giornata non è, e non poteva essere diversamente, la buona prestazione di Filippo Tortu. Il giovincello sardo-lombardo ha riportato un poco di azzurro nel campo delle velocità. Così, tanto per non dimenticare ricordiamo ai lettori quanto ha saputo ottenere sulla pista londinese prima di avventurarci in elucubrazioni varie: terzo in 20”59. Crono che gli ha spalancato le porte per la semifinale. E qui, tutti (o molti) a sottolineare che il ragazzino è riuscito nell’impresa grazie alla rinuncia di Isaac Makwala, intenzionato a puntare tutto sui 400. Certo, il rappresentante della Repubblica del Botswana, uno Stato dell'Africa del Sud, sarebbe stato un cliente ostico e sicuramente avrebbe sbarrato la strada al nostro, forte di tempi eccezionali come il 19”77 di quest’anno e il 19”99 del 2014. Senza dimenticare il 43”84 ottenuto il 21 luglio nella Diamond League di Montecarlo. Va bene, accidenti, è vero che gli sarebbe finito davanti, ma questo fa parte del gioco.

Ci sei, sei forte? Vinci. Sei forte e rinunci? Fatti tuoi. Dalle nostre parti si dice: “Se mia nonna avesse le ruote sarebbe un carretto”. Quindi, bando alle ciance e lasciamo perdere i se e i ma. Il Filippino (nel senso di piccolo Filippo, che avete capito!) era sui blocchi? Sì! Ha corso? Sì! Bene o male non importa. Si è qualificato? Sì! Questo per ora ci deve bastare. Lo ritroveremo in pista domani (ore 20,55 di Londra), nella terza corsia della prima semifinale delle tre in programma. Sulla carta appare arduo, se non impossibile, approdare al turno successivo (la finale).

Passano i primi due e i due migliori tempi di ripescaggio. Il più abbordabile della sua semifinale (sempre stando alle liste di partenza) appare il giapponese Iizuka che vanta, per il 2017, un 20”40. Attenzione, però, il figlio del Sol Levante è accreditato anche di un 20”11. Quindi, … Deve, dunque, abbandonare ogni speranza l’imberbe Tortu? E perché mai! Si scende in pista, almeno questa è la filosofia che ci hanno trasmesso in tempi preistorici, per dare sempre il meglio, senza guardare in faccia gli avversari. Sono più forti? Bene, uno stimolo in più. Certo, pur vivendo ai confini dell’impero, siamo perfettamente consci di ciò che lo attende. Comunque vada, il ragazzo ci ha provato e ci ha fatto emozionare.

Il resto della truppa azzurra ha messo in mostra nulla di più di quanto ci si attendeva. Andavano in scena i danzatori degli ostacoli bassi. L’avventura di Bencosme si è conclusa con la semifinale, dove si è arreso giungendo quinto (50”29), pur con qualche rammarico. «Sono deluso, la finale era alla mia portata, ma ho sbagliato la ritmica dal quinto ostacolo. Peccato, non ho colto l’occasione».

Tre ragazze in pista, sempre nei 400 ostacoli: due si regalano il pass per la tappa successiva (Ayomide Folorunso e Yadisleidis Pedroso) e una, Marzia Caravelli, lascia la compagnia. Come sempre, la giovane campionessa europea under 23 Ayomide (e quarta ai campionati continentali 2016) non ha deluso le attese: quarta nella sua batteria con tanto di primato stagionale (55”65). Un poco più difficoltosa la qualificazione della trentenne Yadisleidy. Il suo 56”41 (molto lontano dal personale stagionale di 54”87) è il ventunesimo tempo delle 39 scese in campo (15° quello della Folorunso). Che dite pazienti lettori, è lecito sperare?

Intanto il medagliere nostrano è sempre a secco. E nulla centra la siccità generale!
 

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