- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Londra '17 / Italiani: come inizio si poteva fare meglio

PDFPrintE-mail

Venerdì 4 Agosto 2017

magnani

di Daniele Perboni

Un piede sulla porta, un occhio allo schermo. Iniziano così i nostri mondiali londinesi. Già, perché allo scrivente spetta il compito, per ora non sappiamo se grato o meno, di tenere d’occhio gli atleti in maglia azzurra. Poco da scrivere, quindi, almeno questa volta. Sono due i protagonisti della serata inaugurale: Kevin Ojiaku, lunghista di padre nigeriano e madre piemontese, e Margherita Magnani (foto Colombo/Fidal), volitiva “miler” trentenne di Cesena. Come si sono comportati? Leggendo i freddi numeri diremmo male. Insomma si sono guadagnati il biglietto di ritorno.

Provando ad andare oltre, le nostre sensazioni sono che Margherita ha fatto quanto in suo potere e, onestamente, non era in grado di fare meglio: dodicesima nella sua batteria e cronometro fermato a 4'09"15. Lontane, troppo lontane le alte. Almeno due secondi più veloci le ripescate. Davanti a tutte l’etiope Genzebe Dibaba (4'02"67). Ma la signora può permetterselo, anche se non è la stessa atleta che nel 2015, quando centrò il mondiale (3'50"07, Principato di Monaco, 17 luglio).

Onesta l’analisi che ha fatto la stessa Magnani della sua prestazione, quando ha ammesso che questo genere di competizioni non fanno per lei e che in futuro allungherà la gittata (5.000?) per cercare di essere competitiva almeno a livello europeo. Pensa già ai prossimi campionati europei di Berlino 2018? Un dubbio, però, ci coglie. Non è che l’allieva di Vittorio Di Saverio si sia un po’ troppo sfiatata nella continua ricerca del minimo mondiale? E sia poi arrivata a Londra sulla curva discendente della forma?

E veniamo al ragazzo facente parte della nouvelle vague della pedana. Sinceramente non ci è piaciuto affatto. Con 8.20 di record personale (ma gli over 8 metri li ha raggiunti una sola volta) poteva fare meglio. Si approdava in finale con un “misero” 7.91. La sua serie: 7.82/-0.1,  7.64/-0.2, 7.38/-0.6. Insomma, insufficiente bocciato su tutta la linea. Come ha ammesso lui stesso davanti ai microfoni.
 

Cerca