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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Saro' greve / Calvesi: perfino l'Equipe ne parlava bene

Lunedì 17 Luglio 2017

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di Vanni Lòriga

Nel numero scorso di “sarò greve” ho accennato alle origini sabine di Calvesi. Le confermo. Il Professore Alessandro “Sandro” Calvesi nacque a Cigole, nella bassa pianura bresciana, ma suo padre Francesco era di Tofia, in provincia di Rieti. In gioventù aveva prestato servizio, come medico di bordo, su transatlantici tedeschi, Durante una crociera conobbe la signorina Emma Diletta Tavolazzi, di ottima famiglia cigolese. Colpo di fulmine, matrimonio ed il dottor Calvesi diventa medico condotto di Cigole, Dal matrimonio nasceranno due figli: Giovanni, anche lui dottore in medicina, ed Alessandro. Destinato ovviamente alla professione medica, la sua passione per lo sport lo indusse a scegliere l’Accademia Fascista di Educazione Fisica, ospitata in quel famoso Palazzo Acca che ora è sede del CONI.

Frequentò il V corso e si classificò tra i migliori, Il tutto è testimoniato dal suo nome scolpito (insieme a quelli di Agostino Campagnino, Saul Giacosi ed Antonio Sotte) su uno dei marmi dell’omonimo Stadio.

Meglio di Beccali ... nel decathlon

Dopo il diploma fu Direttore per l’Educazione Fisica dell’Accademia Navale di Livorno. In quel periodo si tesserò con la Giglio Rosso di Firenze per i cui colori partecipò, fra l’altro, al campionato italiano di decathlon 1935 a Bologna, classificandosi al decimo posto, precedendo Luigi Beccali che peraltro con il tempo di 4’02”2 stabili il record mondiale dei 1500 per un decatleta. Sempre nel periodo di frequentazione fiorentina nel 1937 conobbe la zaratina Gabre Gabric. Nel 1941 si sposarono. Due figlie: nel 1943 Mariella e nel 1944 Lyana, ora signora Ottoz ed a sua volta mamma di Laurent, Patrick e Pilar. È facile notare che praticamente stiamo ripassando la storia delle corse ad ostacoli. E non solo italiane.

Record e titoli della "Scuola" di Brescia

La fama di Calvesi divenne universale quale allenatore e creatore di campioni. Sarebbe impresa ardua elencare quali siano stati i suoi allievi più famosi. Sintetizziamo ricordando i più titolati fra gli italiani. Partiamo da Armando Filiput, titolo europeo nel 1950 a Bruxelles dove ci fu anche l’argento della 4x400 (Porto, Paterlini, Siddi ed ancora Filiput) sempre seguita da Sandro. Altri titoli europei di Tito Morale (con record mondiale eguagliato, senza dimenticare che eguale primato fu centrato da Filiput sulle 440 yard ost.); di Roberto Frinolli; di Eddy Ottoz che fu cinque volte campione europeo all’aperto ed indoor.

I momenti magici si ebbero fra il 14 ed il 16 ottobre 1964 quando, ai Giochi di Tokio, i cinque ostacolisti di Sandro Calvesi raggiunsero tutti la finale. Nei 400 ostacoli Morale fu terzo e Frinolli sesto dopo aver condotto la danza sino all’ottava barriera; nei 110 hs quarto Ottoz, settimo Cornacchia e ottavo Mazza. Ottoz vinse il bronzo a Messico 1968.
                                                           
La scuola bresciana di ostacoli venne spesso frequentata anche da ospiti stranieri. Su tutti vanno ricordati Fanny Blankers Koen (in carriera 4 ori olimpici, 5 europei e 6 record del mondo) ed in particolare Guy Drut.

E Robert Parientè augura “Bon Vent”

A lui, intendo Drut, (sui 110 ostacoli oro ed argento olimpico; record mondiale manuale; poi Ministro dello Sport francese) è legata una eccezionale attenzione dell’autorevole l’Équipe. Quotidiano sportivo da molti osannato come forse meriterebbe soltanto la Bibbia, il giornale spesso mi deluse. soprattutto per il suo sciovinismo. Chi non è francese, per loro non conta.

Ma il direttore Robert Parientè, allora presidente dell’Associazione Europea dei giornalisti di atletica, in un suo articolo del 1973 da Formia (intitolato “Bon vent”, cioè Buona Fortuna) scrisse che, per i suoi miglioramenti, Drut molto doveva “all’apporto di quel geniale allenatore che è stato Sandro Calvesi”. Elogio più unico che raro. Infatti anche adesso la famosa Bibbia transalpina ha fatto finta che Fabio Aru non sia neanche in gara al Tour. Sicuramente sarò maligno, ma penso che i nostri "cugini" non abbiamo mai metabolizzato alcune loro disfatte.

Hanno il complesso di Sedan (distrutti da Bernard Helmut von Moltke); quello di Waterloo (sir Arthur Wellesley duca di Wellington) e la prima batosta subita da Napoleone Bonaparte. Quando era giovine luogotenente di artiglieria attaccò l’Isola della Maddalena, Fu messo in fuga dal nocchiere, poi ufficiale, della Marina Sarda, Domenico Leoni detto Millelire. Era il 1793. Anno per me importante perché quello di nascita del mio bisnonno Salvatore Maria Loriga. È importante essere vecchi? Certo: perché con tre balzi all’ indietro ti ritrovi nella storia. Chiudo queste righe mente si conclude la tappa del Tour. Dopo una giornata di riposo arrivano le Alpi. Fabio è ancora in corsa. Vuoi vedere che l’Équipe se ne accorge?

Ultimissima notazione. Fra le imprese di Sandro Calvesi ci fu quella legata a Franco Sar. Decatleta eccelso da lui praticamente inventato, Ne parleremo a tempo debito.
 

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