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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Giochi Olimpici Invernali - 1960

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1960 Squaw Valley 

VIII Giochi Olimpici Invernali


                  


(gfc) Il ritorno dei Giochi in America ha un antefatto che poco ha da spartire con lo spirito olimpico. Tutto ha inizio quando un ricco uomo d’affari – Alexander “Alec” Cushing – ebbe l’idea di valorizzare una vasta vallata semideserta che possedeva tra le montagne della Sierra Nevada. Un posto dove la neve cadeva, e rimaneva in abbondanza, tra novembre e aprile, ma che non aveva null’altro. Niente di meglio che fare di quella zona selvaggia un centro per quel turismo invernale di massa che in America s’era andato sviluppando dopo la guerra.

Ma per poterlo fare “Alec” e il suo gruppo di lavoro avevano bisogno di un grande evento che facesse da lancio e traino. Niente di meglio delle Olimpiadi della neve che in America c’erano già state nel 1932. La carta nella manica di Cushing era l’amicizia coltivata con uno dei più celebri personaggi di quegli anni: Walt Disney. Sarà proprio il padre di Topolino ad adoperarsi per l’assegnazione dei Giochi, benché a quel tempo nella zona non esisteva né un albergo né un minimo di attrezzatura per lo sci.

Non fu un’operazione semplice arrivare all’assegnazione dei Giochi, malgrado il grande battage e la pubblicità ideata dalla Disney Co., una delle maggiori firme della comunicazione del tempo. Al momento della votazione da parte dei membri del CIO, tenuta a Parigi nel 1955, Squaw Valley se la dovette vedere con Innsbruck, allora la vera capitale dello sci alpino, riuscendo – con non poca sorpresa – a prevalere per 32 voti a 30. Non furono in pochi, nei corridoi, a parlare a bassa voce di pesanti interessi in gioco se non vera e propria corruzione. E si fecero anche dei nomi.

Comunque fossero andate le cose, cinque anni più tardi – con un investimento superiore a 20 milioni di dollari, una follia – era nata dal nulla una vera stazione invernale, moderna e funzionale. Neppure la pioggia torrenziale, che alla vigilia cadde per 24 ore di fila, servì a freddare gli entusiasmi degli ideatori del progetto. Al tirar delle somme, quelle di Squaw Valley furono grandi Olimpiadi. Soprattutto per gli americani che nel torneo di hockey si imposero ai danni dei sovietici, vendicando così la inattesa sconfitta di Cortina.

Altro eroe di quell’edizione fu il pattinatore Yevgeny Grichin capace di vincere quattro medaglie d’oro. Il leit-motiv fu proprio il duello tra padroni di casa e sovietici. Questi ultimi dominarono dall’alto di 21 medaglie (7 delle quali d’oro) contro le 10 degli americani che di ori ne ottennero solo tre. A Squaw Valley fecero anche l’esordio olimpico il Biathlon, sia pure limitato a una sola prova, e le prove femminili di Pattinaggio di velocità.

Unica pecca, non vennero disputate le gare di Bob perché gli organizzatori non vollero investire nella costruzione di una pista dal problematico utilizzo in futuro. Preveggenza o tirchieria. In ogni caso una decisione che penalizzò soprattutto gli italiani, in quel momento – con Eugenio Monti e altri ancora – erano al vertice della specialità. E gli azzurri? Anche per quella decisione, a loro andò una sola medaglia di bronzo, rivinta dalla mamma volante Giuliana Chenal Minuzzo, tornata sul podio dopo otto anni.

Da notare che in quei giorni si fece largo un giovane discesista francese, Jean Vuarnet, recentemente scomparso. Vuarnet è stato un vero innovatore, inventore dello sci metallico e di quella posizione “a uovo” che ha rivoluzionato il discesismo mondiale. Sarà proprio lui, trasferitosi in Italia, a creare nei primi anni Settanta la mitica “Valanga azzurra” dei Thoeni e di Gros.
 

La scheda di Squaw Valley 1960

Altitudine: 2020 s.l.m.
Date: 18/28 Febbraio 1960.
Nazioni presenti: 30 (vincitori di medaglie: 15).
Atleti partecipanti: 664 (521 uomini, 143 donne).
Apertura: Richard Nixon, vice-presidente degli Stati Uniti.
Accensione del tripode: Ken Henry.
Giuramento degli atleti: Karol Heiss (Pattinaggio di figura).
Programma tecnico: 6 sport, 27 gare.
Medaglie assegnate: 81 (28 Oro, 26 Argento, 27 Bronzo).

Membri italiani del CIO: conte Paolo Thaon di Revel (dal 1932), Giorgio de’ Stefani (dal 1951).
Presidente del CONI: Giulio Onesti.
Capo della delegazione italiana: Giordano Bruno Fabjan.
Sede della delegazione: Villaggi Olimpici (Squaw Valley e Tahoma).

Alfiere della squadra: Guido Alberti (Sci alpino).
Attaché: Alessandro Savergnac (Console d’Italia a San Francisco).
Atleti italiani in gara: 28 (21 uomini, 7 donne).
Medaglie vinte: 1 (1 Bronzo).
Atleti italiani vincitori di medaglie: 1 (1 donna).







 

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