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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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Giochi Olimpici Invernali - 1948

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1948 St. Moritz

 

V Giochi Olimpici Invernali

 

             

 

(gfc) A guerra appena finita, con le macerie ancora fumanti, parve opportuno che il cammino olimpico ripartisse dalla neutrale Svizzera (dove, sin dal 1915, de Coubertin aveva portato la sede del CIO). A differenza delle edizioni estive, la cronologia dei Giochi Invernali non tenne conto delle due celebrazioni saltate. La scelta parve azzeccata: St.Moritz era in grado di offrire condizioni accettabili, sia per gli impianti che per gli alloggi. Il problema fu, ancora una volta, l’insistente presenza del föhn che creò non poche difficoltà al pattinaggio e al torneo di hockey, le cui gare si disputavano all’aperto. In positivo, però, si registrò l’ampliamento del programma dello sci alpino, nell’anteguerra compresso alla sola combinata.

Per lo sport italiano – uscito a pezzi dalla guerra – St. Moritz costituì il ritorno nell’arengo internazionale, ámbito dal quale restavano escluse le altre nazioni sconfitte nel conflitto. E’ vero che già nel novembre 1945 la nazionale di calcio aveva giocato a Zurigo e che, nell’agosto successivo, la squadra di atletica s’era recata fino ad Oslo per gli Europei, ma il ritorno ai Giochi assumeva un significato ben più ampio. Anche perché molte cose erano cambiate anche nello sport dove, dal 1946, il CONI andava ricostruendo la sua anima democratica attorno alla diarchia formata da Giulio Onesti e Bruno Zauli. Ora, con gli atleti che seguivano il tricolore repubblicano, si poteva riprendere la strada della ricostruzione, sia pure con mezzi molto limitati.

La preparazione per l’esordio della nuova struttura fu accurata. Vennero organizzati alcuni raduni per gli atleti, sia al mare che in montagna, prima di iniziare gli allenamenti specifici a Corvara, Selva di Val Gardena e Sestriere. Per l’occasione erano stati ingaggiati due allenatori stranieri, i finlandesi Aaro Eloranta e Olle Wiken, mentre la direzione tecnica era stata affidata a Gino Seghi. La Giunta del CONI licenziò la composizione della squadra il 21 dicembre del 1947, d’accordo con la federazione degli sport invernali. Una data importante: era la prima volta che il nuovo CONI uscito dalla guerra allestiva una rappresentativa olimpica.

La squadra partì da Milano il 15 gennaio, due settimane prima dell’apertura (che avvenne senza cerimonie protocollari). La divisa ufficiale consisteva in giacca di panno blu scuro con pantaloni più chiari, cravatta, cappello floscio di panno bianco e guanti bianchi. Solo l’essenziale. La Pattuglia degli alpini sciatori – inviata a carico del Ministero della Guerra –, sfilò in tuta mimetica bianca e con gli sci in spalla.

Le gare di St. Moritz sono rimaste nella nostra storia olimpica per la prima medaglia d’oro vinta ai Giochi Invernali: la conquistò Nino Bibbia nello Skeleton, una specialità praticata solo nella località svizzera che lo stesso Bibbia frequentava per il suo lavoro di esport/import, traversando il confine con un cavallo da tiro.

 
La scheda di St. Moritz 1948

Altitudine s.l.m.: 1822 m.
Date: 30 Gennaio / 8 Febbraio 1948.
Nazioni presenti: 28 (vincitori di medaglie: 13).
Atleti partecipanti: 669 (592 uomini, 77 donne).
Apertura ufficiale: Enrico Celio, presidente della Confederazione.
Giuramento degli atleti: Riccardo Torriani (Hockey).
Programma tecnico: 9 sport, 22 gare.
Medaglie assegnate: 68 (22 Oro, 24 Argento, 22 Bronzo).

Membri italiani del CIO: conte Alberto Bonacossa (dal 1925), conte Paolo Thaon di Revel (dal 1932), Giorgio Vaccaro (dal 1939).
Presidente del CONI: Giulio Onesti.
Capo della delegazione italiana: Giordano Bruno Fabjan.
Sede della delegazione: alcuni alberghi.

Alfiere: Vittorio Chierroni (Sci alpino).
Atleti italiani in gara: 53 (50 uomini, 3 donne).
Medaglie vinte: 1 (1 Oro).
Prove dimostrative: 4.

 




 

 

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