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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Piste&Pedane / Un po' presto per i primi bilanci, pero' ...

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Martedì 26 Aprile 2017

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di Daniele Perboni

Tempi grami per Elio Locatelli, il “grande vecchio” da pochi mesi ritornato alla guida tecnica dell’Italia Team. Rigorosamente in lingua inglese, così tanto per esser più fighi. Già, e qui permetteteci una riflessione fuori tema cari cinque lettori, perché usare la lingua della “perfida Albione” sembra poter dare più forza e carattere, e un pizzico di importanza, a tutto quanto ci sta attorno. Provate a mettere a confronto una paesana mezza maratona di Mezzana Bigli (e ci perdonino gli abitanti del piccolo comune pavese) con l’altrettanto casalinga Half Marathon di Galliavola (poco più di duecento abitanti nella profonda Lomellina). Non sentite anche voi profumo di “internazionalità”, sentore di confini allargati, una piacevole fragranza cosmopolita? Sarà proprio per questa ragione che decine di manifestazioni vengono titolate usando il gergo anglosassone? È una curiosità che lo scrivente non è ancora riuscito a soddisfare. Fine della trasgressione.

Ritorniamo al tema principale, il prof. Locatelli. Dicevamo che gli ultimi mesi (guarda caso corrispondono anche ai primi del suo incarico) non sono stati certo forieri di grandi soddisfazioni per il Commissario tecnico. Tre grandi manifestazioni internazionali e altrettante grandi delusioni: Europei indoor di Belgrado (unica eccezione l’argento di Donato nel triplo, un giovane quarantenne con alle spalle un futuro luminoso …), Campionati iridati di cross a Kampala (Uganda) e IAAF World Relays (urca, rieccoci con termini d’oltre Manica, ma in questo caso possiamo essere più che giustificati) a Nassau nella Bahamas. Definirli deludenti non è solo un eufemismo.

Non è nostra intenzione addossare tutte le responsabilità al tecnico piemontese, in quanto si è trovato a dover gestire l’esistente, ma qualche domanda dovrà pur essersela fatta. Non ne abbiamo dubbi. Ma dato che il “capo”, nel senso di comandante, responsabile, capitano, chiamatelo come vi pare, è il suddetto anche le critiche vanno in quella direzione. Cioè prendono la strada diretta all’ufficio di Locatelli. Ed ecco che anche in quest’ultima tornata agonistica (le due squalifiche subite dalle staffette alla manifestazione caraibica) gli strali di stampa, tecnici, aficionados e tutto quel mondo che ruota attorno all’atletica (manager compresi) si è scatenata additandolo come uno dei, se non l’unico, responsabili. L’agnello sacrificale. E i mugugni sulla sua scelta a capo del settore si son sprecati. Da pubblicarci un libro …

Non abbiamo nessuna intenzione di ergerci ad avvocati difensori del vecchio leone, anche perché è capacissimo di difendersi da solo, ma qualche reazione la stiamo aspettando. Tutti indistintamente. Magari solo verbalmente tramite un piccolo comunicato stampa, una breve intervista rilasciata all’addetto stampa, un video pubblicato su FB. Insomma, professor Elio Locatelli, ci dica qualcosa! In questi giorni abbiamo letto tutto e il contrario di tutto, tranne che una presa di posizione della Federazione. Tutto tace e questo silenzio lascia ampi margini ad ogni critica, a qualsivoglia intervento. Avremmo piacere, dunque, che i vertici federali si facciano sentire e ci rendano partecipi, o comunque ci illuminino, sulle cause e sui perché di questa ennesima delusione.

Da parte nostra una sola domanda, indipendente dall’esito finale: perché Libania Grenot in prima frazione? Forse perché così facendo si correvano meno rischi (un solo cambio)? Ma anche l’ultimo frazionista effettua un solo cambio, con il vantaggio, però, di una partenza lanciata.
 

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