- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Atletica / Il giornalismo a doppia velocita' (e morale) della Gazzetta

PDFPrintE-mail

Giovedì 5 Gennaio 2017

zauli-consolini

In occasione del centenario della nascita di Adolfo Consolini - avvenuta all'alba del 5 gennaio 1917 in una frazione di Costermano, centenario totalmente ignorato dal maggior giornale sportivo italiano (almeno per nascita, diffusione geografica, tiratura ed entità di debiti consolidati) - Sandro Aquari ha scritto la seguente lettera al direttore pro-tempore della Gazzetta dello Sport Andrea Monti. Ve la proponiano, associandoci al civile contenuto della missiva. Non ci interessa sapere se il predetto Monti troverà tempo e voglia di rispondere. Ci limitiamo a ricordargli che ha aperto l'anno 2017 con una ennesima moraleggiante inchiesta di due pagine - con richiamo in "prima" - sulla più stucchevole e ambigua faccenda di doping che abbia ammorbato l'atletica italiana. Ecco, da un lato il dimenticato Consolini (nella foto assieme a Bruno Zauli e Beppe Tosi), dall'altro il noto marciatore non-pentito: da quale parte abbia scelto di stare la Gazzetta, se mai avessimo avuto dubbi, ora ci è ancora più chiaro. Aggiungiamo una domanda a bassa voce: chissà cosa avrebbe detto della faccenda un certo Candido Cannavò.

Gentile Direttore, mi chiamo Sandro Aquari, ho quasi 70 anni e sono legato alla Gazzetta, pur con un feeling altalenante, da quando avevo 12 anni. Verso la fine degli anni 60 ho avuto anche il piacere di poter collaborare da Roma per la "rosea".

Oggi sono rimasto basito nello sfogliare il suo giornale e accorgermi che non c'è neppure una riga (dico una riga!) per ricordare che proprio il 5 gennaio di 100 anni fa nasceva a Costermano Adolfo Consolini, il più forte azzurro che l'atletica leggera italiana abbia mai avuto.

Non mi permetto certo di ricordale chi è stato Adolfo Consolini e come abbia onorato non solo lo sport ma anche una nazione a cui restituì prestigio internazionale durante gli anni difficili del dopoguerra. Due giorni fa avete dedicato ben due pagine, senza alcuna nuova notizia  e con qualche notizia non proprio precisa, al più grande dopato nella storia dell'atletica italiana e questo, mi permetta di dirlo, mi rattrista ancora di più nell'aver constatato che invece non avete avuto la sensibilità di ricordare, soprattutto ai vostri più giovani lettori, un uomo semplice e buono che onorava la maglia azzurra a pane e acqua, ma anche con qualche bicchiere di buon Lambrusco.

Cordiali saluti, Sandro Aquari.
 

Cerca