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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Piste&Pedane / Il vento del cambiamento si ferma a Ostia?

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Lunedì 7 Novembre 2016

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di DANIELE PERBONI

Basta farci del male, insieme facciamo crescere l’atletica”. Parole sante. Purtroppo sono uscite dalla bocca del signore che negli ultimi quattro anni ha tenuto il timone della FIDAL ben saldo fra le sue mani: Alfio Giomi. Colui che è tornato dai Giochi Olimpici di Rio con “zero tituli” (come già dai Mondiali di Pechino 2015) e ha speso oltre due milioni di euro per la preparazione di atleti letteralmente svaniti dal panorama nazionale e internazionale. Eclissatisi per molteplici cause, sia chiaro, non ultimi una serie infinita di infortuni che comunque non comprendiamo appieno, ma si tratta pur sempre di denari che non hanno fruttato nulla. Il dirigente grossetano è uscito nuovamente vincitore dalla contesa elettorale, com’era nelle previsioni della vigilia, sconfiggendo, ma non surclassando, lo sfidante Stefano Mei.

La “singolar tenzone” si è conclusa con il toscano al 61,56% (47.469 voti) e lo spezzino fermo al 38,14% (29.408 voti). Segno evidente che il movimento atletico del Bel Paese non ha nessuna voglia di cambiare. È tutto ok, sembrano dirci i dirigenti con i voti espressi a Ostia, state tranquilli, l’atletismo italico è sempre ai massimi livelli, abbiamo fior di campioni che calcano piste e pedane di tutto il mondo, portano lustro e medaglie al nostro Paese, perché, dunque, mutare rotta, lasciarci alle spalle un sentiero sicuro per inoltrarci su strade sconosciute?

Eppure di mugugni in questi anni ne abbiamo ascoltati parecchi e in ogni campo o campetto della penisola. Dirigenti, tecnici, atleti, organizzatori, tapascioni, master, semplici appassionati: tutti a lamentarsi che “così non si può continuare”, salvo poi confermare chi hanno criticato sino all’altro ieri. O abbiamo incontrato solo appassionati scontenti oppure qualcosa deve pur essere capitato per far cambiare loro opinione. Siamo qui, pronti, aperti ad ascoltare qualsiasi argomentazione. Dubitiamo, però, che qualcuno si prenda la briga di spiegare il perché, …
 
Non tutto quanto scaturito dall’assemblea federale è da considerare in termini negativi. La nota lieta è che il “movimento” pro Mei ha partorito tre nuovi consiglieri (Ida Nicolini, Sabrina Fraccaroli e Alberto Montanari) che si collocano all’opposizione, se usiamo i classici parametri della politica. E qui lasciateci aprire una parentesi. Personalmente non riusciamo a comprendere perché i regolamenti non consentano al candidato presidente sconfitto di sedere nel Consiglio Federale.

Provate a immaginare se tale direttiva fosse applicata nell’elezione dei Sindaci. Ci si troverebbe di fronte a schieramenti a cui è stato mozzato il capo, eliminato il portavoce più rappresentativo, tolto di mezzo l’uomo attorno al quale si sono coalizzati la maggior parte dei voti. Nel nostro caso Stefano Mei, che più di altri si è speso e impegnato nella campagna elettorale, resta inesorabilmente tagliato fuori e dovrà attendere quattro anni per ritentare l’avventura. Se mai ne avrà ancora la voglia, … (Chissà, in termine di novità, che ne pensano al CONI, ammesso che abbiano voglia di leggere).

Dicevamo delle note positive: il nuovo Consiglio Federale è stato rinnovato quasi totalmente. Dei “vecchi” rimangono solo Oscar Campari (il più votato, proprio come quattro anni fa) e Vincenzo Parrinello (autore di un intervento che definire arrabbiato è un eufemismo, …) e appare più che ridimensionata la presenza dei militari. Evidentemente poco graditi e sempre più criticati in ambito sportivo. Ma questo è un discorso da affrontare a parte. Ora si aprono nuovi scenari. Ripartire da dove? Ah, a saperlo! Al compositore di codeste “indegne” righe qualche idea frulla per la testa, ma il sottoscritto non conta nulla. Ad altri spetta il difficile compito. Nel frattempo ci dicono che il nuovo/vecchio presidente non sia particolarmente felice della squadra uscita dalle urne. Dovrà farsene una ragione: “è la democrazia, baby”.

Al momento della stesura di queste note non si ha notizia di quando si terrà il primo Consiglio della nuova era Giomi. Per consuetudine si è sempre svolto nella stessa giornata dell’elezione. Così non è stato stavolta. Le solite voci velenose commentano che il novello presidente se ne sia andato piuttosto seccato, rimandando l’incombenza a data da destinarsi. Presumiamo che si terrà nei prossimi giorni, anche perché occorrerà nominare il nuovo commissario tecnico (Baldini?), il responsabile della struttura sanitaria e altre cariche per ora vacanti. È stata ventilata l’ipotesi di Carlo Grippo a capo del marketing, il che non sarebbe una cattiva idea vista la lunga esperienza dell’ex campione in questo campo. Voci, solo voci. Per qualcosa di più concreto vi rimandiamo alla settimana prossima.
 

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