- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Steffe'

PDFPrintE-mail


GIOVANNI STEFFE’

steff

E' scomparso lo scorso 19 ottobre, a Recco, Giovanni Steffè, argento nel Due con a Londra 1948 assieme a Aldo Tarlao e Alberto Radi al timone (nella foto). L'equipaggio vogava per la Libertas di Capodistria. Quando il 13 febbraio 1947 i miliziani di Tito irruppero nella sede della Canottieri e requisirono tutte le barche, Steffè e Tarlao iniziarono la spola, in bicicletta su strada sterrata da Trieste, allora Territorio Libero, per proseguire gli allenamenti con un Due con prestato dal Dopolavoro Ferroviario. I due, con Alvino Grio al timone, il 16 agosto di quell’anno furono campioni d'Italia a Pallanza. Poche settimane dopo, agli Europei di Lucerna, la barca di Steffè e Tarlao – dopo due secondi posti in batteria dietro l’Ungheria e nel recupero alle spalle della Danimarca – conquistava l'argento in finale a un secondo dall'Ungheria e davanti alla Danimarca.

Affermazione che permise la convocazione ai Giochi di Londra. Steffè e Tarlao, stavolta con il veneziano Alberto Radi al timone, sul campo di Henley a tre corsie soltanto, vinsero la seconda batteria proprio davanti Danimarca ed Ungheria, dominando la terza semifinale davanti alla Iugoslavia (!). In finale, dopo aver condotto per tre quarti di gara, due lunghezze separavano sul traguardo la barca italiana dai danesi Danois, Pedersen e Henriksen, ma davanti l'Ungheria. Neppure quel risultato così importante consentì di trasferire la Libertas a Trieste, visto che l'amministrazione jugoslava aveva requisito la sede capodistriana. Iniziò così un peregrinare delle due medaglie olimpiche, ospiti delle società triestine fino a quando Giovanni, viste le precarie condizioni d'allenamento, decise di trasferirsi a Genova dove aveva trovato lavoro all'Ansaldo.

Durò ancora poco il periodo in attività di Steffè, che nel capoluogo ligure non trovò un compagno di barca all'altezza con il quale iniziare un nuovo percorso agonistico, tanto che l'anno successivo i due vice-campioni olimpici si ritrovarono da avversari, ma quella volta la nuova formazione capodistriana con Ramani, Tarlao, timoniere Marion, ebbe la meglio. Steffè e Tarlao da allora non si incontrarono più fino al 2007, quando in occasione della cerimonia di consegna delle onorificenze agli atleti liguri olimpici a Berlino, Londra, Helsinki, Melbourne e Roma, il loro incontro venne reso possibile dallo sforzo congiunto di Claudio Loreto (allora membro del Comitato FIC Liguria), Gianni Lastrico (allora Segretario del CONI Liguria) ed Emilio Felluga (ex canottiere della “Pullino” d’epoca istriana e allora Presidente CONI Friuli-Venezia-Giulia). Un ultimo commovente atto, salutato da un caloroso applauso da parte del pubblico ligure.

Steffè era nato a Cadodistria, ora in Slovenia (Koper), il 12 gennaio 1928.






 

Cerca