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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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(le oltre 400 testate dimenticate)





Roma 2024 / Il CONI non si arrende. Siamo sicuri sia la strada giusta?

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Venerdì 30 Settembre 2016

campidoglio

Alle 16,03 di ieri l'assemblea capitolina, a maggioranza 5S, ha votato sul ritiro della candidatura di Roma ai Giochi del 2024, mozione già approvata il 25 giugno 2015 sotto il sindaco Ignazio Marino del PD (per il quale, nelle stesse ore, sono stati chiesti 3 anni e più di carcere). Dopo una lunga serie di interventi, nessuno dei quali equilibrato o equidistante, sui 44 consiglieri presenti hanno espresso il loro voto in 42: 30 si sono espressi a favore del ritiro, 12 sono stati i contrari. Si chiude così, e non gloriosamente, un lungo viaggio che aveva preso le mosse tre anni fa, dopo l'assegnazione dei Giochi del 2020 a Tokyo. Lanciato da Enrico Letta, il messaggio era stato raccolto e amplificato da Matteo Renzi che aveva sposato in pieno la candidatura. Ora tutto si ferma.

La decisione, coincidente con i primi cento giorni della nuova consiliatura, è stata celebrata dal sindaco Virginia Raggi come una vittoria di Roma e dell'Italia. Ha scritto la Raggi sulla sua pagina Facebook: "Roma ha vinto. Dal consiglio comunale è arrivato lo stop definitivo all’ennesima truffa ai danni dei cittadini. L’assemblea capitolina ha deciso di ritirare la candidatura alle Olimpiadi 2024. Il M5S ha detto no ad ulteriori sacrifici per i romani e gli italiani. Capitolo chiuso."

E ancora: "Era da irresponsabili dire sì alla candidatura. Abbiamo voluto dire no ad ulteriori debiti per Roma e per l’Italia. Abbiamo voluto dire no alla banda del mattone, ai Giochi fatti sulla pelle dei cittadini. Perché ciò che hanno fatto nel passato è sotto gli occhi di tutti: cantieri mai chiusi, tanta delusione e nessuna infrastruttura per noi. Le pressioni sono state tante e forti. Quasi un assedio al Campidoglio. Ma abbiamo continuato a lavorare per la città."

Capitolo chiuso, dice il Campidoglio. Non paiono dello stesso parere nè il Comitato Promotore secondo quanto ha dichiarato a caldo Diana Bianchedi, presentatasi in Comune su invito delle opposizioni ma senza diritto di parola, nè il presidente Giovanni Malagò che attende di prendere decisioni dopo un confronto con Thomas Bach, presidente del CIO. Forse in nome di quel favoleggiato piano B sempre evocato, ma mai chiaramente indicato. In soldoni riconducibile al "sogno" di una crisi istituzionale della Giunta Raggi che faccia saltare il banco (con buona pace degli interessi di Roma e dei romani, verrebbe da dire sottovoce).

Staremo a vedere. Resta ora un vuoto: speriamo non lo sia a lungo. Come la pensi questo giornale sulla candidatura e le sue logiche (storicamente, la quarta o la quinta, in poco più di vent'anni) è noto e facilmente verificabile. Noi tutti abbiamo aderito all'idea con grande interesse, idea che vedevamo come la sola e reale possibilità per porre mano a una riscrittura delle norme che regolano la vita sportiva del paese. Oggi ampiamente datate e superate dai fatti e dalle logiche.

L'auspicio era in nome di quella piccola "rivoluzione", diciamo così culturale, che mettesse riparo ai guasti causati dalle due sciagurate riforme in fotocopia - l'una da sinistra, l'altra da destra - susseguitesi a cavallo del secolo. Si pensi, per citare un esempio, alla mancata revisione della legge sullo sport professionistico e a un suo adeguamento ai tempi. Guasti che hanno la loro esemplificazione nei cosiddetti "diritti TV" che hanno portato il calcio sul crinale del fallimento.

Si avrà voglia ora di superare la delusione per il ritiro della candidatura 2024? Non aiuta alla serenità quanto si legge a proposito della coincidente rinuncia alla candidatura dell'Italia alla Coppa del Mondo di Rugby 2023 presa dalla FIR. Una pagina grigia visto lo stato comatoso del rugby nel nostro Paese e la mancanza di proposte alternative a livello internazionale. Nè aiuterebbe una "ritorsione" di CONI e Governo contro il Campidoglio, come si paventa in queste ore da parte di alcuni organi di stampa molto vicini al Foro Italico. Che fanno filtrare anche ipotesi di ricorsi al TAR.

Tutto questo aiuta? Riteniamo di no. La sola strada giusta per andare avanti passa per il dibattito e la forza delle idee nuove. Indirizzando le residue energie da Roma 2024 verso un ritorno alla missione originaria del CONI: la salvaguardia e il potenziamento dello sport olimpico, pur in un quadro di incertezze del CIO che pare arenato nelle secche della corruzione e del doping. E soprattutto incapace di rilanciare l'idea olimpica: prova ne sia la rarefazione delle candidature. Tutto il resto - tipo il mantenimento della proposta sui Giochi attraverso escamotage diversi - potrebbe configurarsi come un deprecabile "accanimento terapeutico" difficile da spiegare alla gente. Che alla fin fine, è quella che paga.



    


 
 

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