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Doping / Confermata la positivita' di Alex Schwazer. Addio Rio?

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Sabato 9 Luglio 2016

schwazer 3

La notizia era attesa (molto difficilmente infatti l'esame di un campione B, presenta differenze dalle risultanze all'antidoping del campione A), ma è rimbalzata ieri pomeriggio, con effetto deflagrante, ad Amsterdam, dove era in corso la terza giornata degli Europei di atletica: le controanalisi effettuate nel laboratorio WADA di Colonia hanno confermato la positività del marciatore Alex Schwazer al testosterone sintetico. Di conseguenza la IAAF - la federazione mondiale presieduta da Seb Coe - ha provveduto a sospendere l'atleta che, dopo una squalifica complessiva di tre anni e nove mesi per doping scoperto alla vigilia di Londra 2012, era rientrato in grande spolvero vincendo a maggio la 50 km nella Coppa del Mondo organizzata a Roma con un tempo monstre (3h39'00") che lo candidava a una probabile medaglia ai Giochi di Rio. Giochi ai quali ora molto difficilmente potrà prendere parte dal momento che strettissimi sono i tempi per un eventuale ricorso (le iscrizioni definitive, per l'atletica, scadono il 18 luglio).

Come si ricorderà, l'altoatesino era risultato "positivo" ad un controllo effettuato dalla WADA - l'organizzazione mondiale dell'antidoping con sede a Montreal - nella sua abitazione di Vipiteno nella mattinata del 1° gennaio. Ma le risultanze del primo esame erano state comunicate solo il 21 giugno, scatenando una vivace reazione da parte del marciatore e dello staff, in testa il suo allenatore Sandro Donati, con minacce di ricorrere alle vie legali. Minacce che ora, dopo questa conferma, potrebbero prendere corpo. Non si sa con quale possibilità di successo.

In una dichiarazione rilasciata all'ANSA, Schwazer (il cui rientro alle gare e, soprattutto, l'eccessivo battage che lo avevano accompagnato, non erano piaciuti all'ambiente nella nazionale di atletica: non erano stati pochi gli atleti azzurri ad aver espresso a voce alta la loro totale contrarietà al suo ritorno) ha detto: "Lotterò fino alla fine per fare chiarezza su questa storia: voglio andare alle Olimpiadi di Rio per dare una risposta in gara perchè sono pulito". E ancora: "Non ho mai smesso di allenarmi nonostante il dolore, la rabbia e l'amarezza che assorbono tutte le mie energie."

Tesi difensiva

Nel mentre il legale di Schwazer, l'avvocato Gerhard Brandstatter, sta freneticamente preparando una tesi difensiva che punta alla sospensiva presso il Tribunale Nazionale Antidoping, anche Donati - l'uomo che per molti mesi ha seguito il recupero del marciatore - nel corso di una affollata conferenza stampa convocata a Bolzano il 23 giugno (e mandata in diretta da Sky), aveva messo in dubbio la correttezza delle procedure tecniche delle analisi. Dopo aver, non tanto larvatamente, parlato di complotto e di odio nei suoi confronti, Donati si era detto sconcertato.

Partendo dal presupposto che andavano chiariti tutti i passaggi e i trasferimenti delle provette, con ipotesi di manomissioni artate, secondo Donati sarebbe soprattutto da chiarire la "procedura anomala del controllo" effettuato a Capodanno. E con questo avanzando una (lontana) ipotesi di iscrizione sub-judice di Schwazer ai Giochi, senza escludere peraltro una richiesta di archiviazione alla quale si sta lavorando. Ipotesi basata sui lunghi tempi di gestazione della sentenza, dubbi sulla "catena di trasmissione" dei campioni stessi e della loro corretta conservazione.

In ogni caso, i tempi del ricorso (che dovrebbe venir presentato già lunedì) si farebbero lunghi, dovendosi rispettare le procedure di competenza, con passaggi alla Procura del CONI e quindi al Tribunale Antidoping. Più pragmatica la FIDAL - la federazione italiana di atletica sotto la cui giurisdizione ricade l'atleta - che ha fatto sapere di volersi semplicemente attenere a quanto hanno stabilito IAAF e WADA. Precisazione superflua, dal momento che non si comprende come potrebbe agire diversamente.

Staremo a vedere, ma si può ritenere sin d'ora che difficilmente si potrà vedere Schwazer a Rio o in altre competizioni.  

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