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Persone&Storie / La rivincita di Gabriele Detti passa per Londra

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Mercoledì 18 Maggio 2016

detti

Non sappiamo se gli Europei di Londra con gli italiani in spolvero - ma, si ricordi, mancano, chissà perchè, tedeschi e russi - per il nostro nuoto possano ritenersi la prova generale per i Giochi di Rio (la vera passerella finale sarà al Sette Colli di giugno), ma ci vanno molto vicino. E tra la piccola e ambiziosa armata messa in acqua da Paolo Barelli (a proposito, complimenti per la schiacciante rielezione a capo della LEN: non sono molti i dirigenti italiani al vertice delle organizzazioni internazionali, altro dato di riflessione), un interesse particolare circonda Gabriele Detti. Lo stesso che ha aperto questa edizione continentale, ospitata nella stessa piscina di Londra 2012, teatro di una delle più cocenti delusioni per il nostro nuoto, con una prestazione di gran livello, nobilitata da un 3'44"01 che lo avvicina molto al Max Rosolino di Sydney.

Quando si parla di Detti, il pensiero e la parola corrono subito ad un altro grande, forse il migliore in assoluto vista-Rio, che è Gregorio Paltrinieri. Per motivi diversi, riassumibili in sostanza nel fatto che i due - veri "gemelli" del nuoto azzurro - da cinque anni vivono e si allenano in simbiosi al centro federale di Ostia, l'uno (Detti) proveniente da Livorno, l'altro (Patrinieri) arrivando dalla Romagna martoriata da un terremoto che ha lasciato molti segni. Anche nello sport.

Per di più i due, tra i tanti punti di contatto - stessa età (21 anni) ed eguale segno zodiacale -, condividono anche l'allenatore, quello Stefano Morini che, sempre per il gioco degli incroci, è anche zio di Detti. Destini e cabala. Dove però i due si dividono, è nella nuotata, più esteticamente corretto Detti, che ha la sua arma migliore nelle risorse finali, meno bello ma più resistente a ritmi elevati l'altro. Diversi anche nell'approccio alla gara e nel modo di viverla.

Finora le cronache e le attese hanno privilegiato Paltrinieri, specie dopo le gare memorabili sui 1500 che l'hanno visto riscrivere il primato mondiale e vincere in solitudine il titolo iridato a Kazan 2015. Motivi per cui resta tra i favoriti, se non proprio il solo favorito, della gara olimpica. Ma dopo i 400 sciorinati nella prova d'apertura, anche Detti può ambire a un ruolo importante in chiave Rio. Tanto più dopo le batterie dei 1500 di ieri che hanno consacrato la superiorità della coppia: un 1-2 di grande sostanza, accreditato da un 14'46"81 in scioltezza e senza body di Gregorio e un 14'58"56 di Gabriele, terzo tempo dell'anno al mondo.

Probabilmente, la finale di stasera ricalcherà lo stesso ordine, ma segnerà un altro gradino di crescita per il livornese. Alla caccia della rivincita dopo l'infortunio che lo costrinse a seguire in TV i Mondiali dello scorso anno. E la cui massima solare resta un monito da applaudire: "divertirsi nello sport, restare leali nella vita".  

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