- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





CONI / Alla Pellegrini il tricolore di Rio 2016: un auspicio di successo

PDFPrintE-mail

Giovedì 28 Aprile 2016

pellegrini-2

Nessuna sorpresa: la notizia era nell'aria e l'ha puntualmente confermata il C.N. del CONI n. 1045. Sarà Federica a reggere il tricolore durante la sfilata del prossimo 5 agosto a Rio (data simbolo, se vogliamo, giorno del suo 28.mo compleanno), tricolore che le verrà consegnato il 22 giugno al Quirinale dal presidente Mattarella. "Voglio essere la capitana di una squadra combattiva, ma che dovrà anche mostrare al mondo la faccia pulita del nostro Paese", più o meno le parole con le quali ha accolto il riconoscimento. Succede ad un altro monumento, quella Valentina Vezzali che nelle stesse ore chiudeva proprio a Rio una carriera ventennale - ed inimitabile - con l'argento ai Mondiali per squadre "non-olimpiche". Tutti soddisfatti, quindi, per la nomina di Federica che diventa così il quinto alfiere donna della nostra storia olimpica, ma anche la prima in assoluto a rappresentare il nuoto (in piscina l'ha preceduta solo Klaus Dibiasi, ma nei tuffi). La prima ragazza, nel lontano 1952, fu la 16.enne ginnasta forlivese Miranda Cicognani, seguita da Sara Simeoni (1984), e poi dalle fiorettiste Giovanna Trillini (1996) e Vezzali (2012).

Federica, che ai recenti Trials di Riccione ha lasciato un segno importante di freschezza fisica e nuova convinzione tecnica, a Rio sarà alla sua quarta Olimpiade. Nel 2004 fece un esordio col botto, conquistando la medaglia d'argento nei 200 stile dieci giorni dopo aver compiuto i 16 anni, età che ne faceva la più giovane dei 367 della squadra di Atene (a Rio se ne prevedono un centinaio in meno). All'epoca nuotava con la DDS di Milano e l'allenava Max Di Mito. Quattro anni più tardi, passata alla Canottieri Aniene e seguita dal compianto Alberto Castagnetti, conquistava l'oro riscrivendo il record mondiale della distanza. Poi l'era dei costumi "gommati", il doppio primato mondiale di Roma 2009, negli ultimi giorni di vita del suo mentore.

Quindi il periodo di incertezza seguito alla scomparsa di Castagnetti ("lo porto sempre nel cuore"), la ricerca affannosa e non sempre felice di nuovi equilibri, sia in piscina che nella vita affettiva. Puntualmente pagati a Londra con un deludente quinto posto, per di più penalizzato dalle polemiche per un rifiuto - come si sottolinea ancora oggi, con una punta di maliognità - a portare il tricolore, circostanza nai chiarita a pieno. Ora, in Brasile, tornata a Verona con Matteo Giunta a bordo vasca, l'occasione di un riscatto importante. Che non è detto debba coincidere col suo canto del cigno. La decisione finale, se continuare o meno fino a Tokyo 2020, Fede la  rimanda a dopo i Giochi brasiliani.

Con un pensiero, neppure tanto segreto, a Roma 2024 cui potrebbe riservare un ruolo da testimonial. Per far contento Giovanni Malagò, suo primo tifoso, ma non solo. E perchè no, Paolo Barelli, gran capo degli sport dell'acqua che continua nella sua scalata. Chissà se questa scelta non serva anche a riportare serenità tra i due. Lo sport olimpico nazionale ne guadagnerebbe.  

Cerca