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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Persone&Fatti / Irma: la "farfalla" napoletana che vola a Rio

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Sabato 23 Aprile 2016

testa

"Il mondo appartiene a chi osa", una massima un po' impegnativa, ma che Irma Testa ha fatto sua, malgrado i freschi 18 anni compiuti da pochi mesi. Il fatto è che la ragazzina napoletana - per una serie di circostanze - è risultata la prima italiana ammessa a partecipare al torneo olimpico di Pugilato. Sì, perchè la boxe (che in Italia, proprio quest'anno, ha celebratio i suoi primi 100 anni), rappresenta la penultima frontiera del programma olimpico, accolta com'è stata a Londra 2012, sia pure con solo tre categorie (che nel 2020, secondi Giochi di Tokyo, saliranno a cinque). Infatti il CIO, che non perde mai occasione per farsi del male, nella sua sottomessa rincorsa a nuovi capitali televisivi, per Rio quella frontiera l'ha spinta più in avanti, ammettendo anche il miliardario Golf e la versione povera del Rugby.

Ma torniamo alla dolce Irma. La sua scheda biografica la dice nata a Torre Annunciata, popoloso agglomerato nella parte meridionale del Golfo di Napoli, il 28 dicembre 1997. Alta 1.73 per meno di 60 chili, combatte nella categoria di mezzo, nei Welter. Una famiglia che la sostiene, mamma Anna cuoca in un albergo di Pompei, papa Antonino cameriere, due fratelli più piccoli, Michael e Ugo, e una sorella maggiore, Lucia. E proprio sulle orme della sorella, che l'ha preceduta sul ring ma che dopo qualche buon riscontro si è fatta da parte, è stata avviata al pugilato da Lucio e Biagio Zurlo nella palestra della Boxe Vesuviana. Con successo se già nel 2013, a 15 anni, è stata iridata junior ad Albena nei 51 chili e ancora nei 57 Youth a Taiwan, due anni più tardi. Nel 2014 ha vinto l'argento ai Giochi Giovanili di Nanchino.

La storia più reente dice che, passata sotto le cure di Emanuele Renzini al centro di Assisi, la qualificazione olimpica, giunta un po' inattesa ma con pieno merito, l'ha conquista nel preolimpico di Samsun, in Turchia, torneo che ha dato il passi anche a Vincenzo Mangiacapre e Manuel Cappai. Facendosi largo ai danni della finnica Potkonen, della francese Mossely, e in semifinale, della bulgara Staneva: vittoria quest'ultima, costruita nell'ultimo round, che le ha consegnato il biglietto per Rio. Poco importa che in finale sia stata superata d'un nulla dalla mncina azera Alekseevna, maggiore di una decina d'anni. Il più ora è fatto e Irma è nella piccola storia italiana a cinque cerchi.

Grinta e carattere, molta determinazione, ma soprattutto la convinzione di aver scelto la strada giusta perchè la boxe, con le sue regole e i suoi sacrifici, prepara alla vita. Tutte doti che non sembrerebbero coesistere col soprannome gentile di "butterfly" che porta con un certo orgoglio, perchè alla lontana l'accosta a Muhammad Ali, il suo idolo. Ma anche modelli sportivi più femminili, come Valentina Vezzali e Federica Pellegrini. Per di più con le idee molto chiare sul futuro: "a Rio posso farcela, vincere una medaglia non è impossibile." Ma prima prima di salire sull'aereo per il Brasile, una curiosità ma neppure tanto, Irma dovrà sostenere l'esame per il diploma di ragioneria. Lo ha promesso alla famiglia.  

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