Atletica / "Gimbo" Tamberi riporta l'Italia sul tetto del mondo
L'aveva detto a voce alta alla vigilia: "Non sono arrivato fin qui per l'argento". Ed è stato di parola. Nella notte italiana di sabato (gara iniziata alle 2), Gianmarco Tamberi ha vinto a mani basse il titolo mondiale indoor superando alla prima prova i 2.36, mancando per tre volte i 2.40, porta d'accesso all'esclusivo club dell'alto. Con questo successo, ottenuto sulla pedana di Portland, diciassettesima edizione dei mondiali al coperto. ha ridato all'Italia un motivo di orgoglio che mancava da troppi anni. L'estroso "Gimbo" era alla quinta gara della stagione indoor, massima altezza i 2.38 del doppio limite nazionale (come dire 49 cm oltre la sua altezza), superato in febbraio a Hustopece, durante una serata di salti e musica, atmosfera per lui tra le più gradite. Ma per chi aveva dubbi, se c'era bisogno di una conferma in una manifestazione di livello assoluto, questa è ora arrivata dall'Oregon.
Anche se già un bollino di qualità glielo aveva applicato Seb Coe, nuovo e discusso presidente della (futuribile) IAAF, invitandolo a sedere con lui, assieme a Ashton Eaton e all'eterno Kim Collins, durante la conferenza stampa di presentazione di questa rassegna iridata. Un appuntamento disertato da molti, e questo può capitare nell'anno olimpico, ma affollato di troppe scarse figure, ridotto in sintesi solo a passerella per l'atletica a stelle-e-strisce in cerca di ricambi. Ma per noi va più che bene così.
Del personaggio Tamberi si è scritto e detto molto e di più, anche della sua scelta di andare a vivere da solo, nel centro storico di Offida, ma sempre a due passi dal padre Marco che lo allena da sempre con caparbia convinzione e la giusta dose di rabbia. Nel nome di una tradizione di famiglia che affonda all'immediata vigilia della guerra, quando il nonno Bruno - diciannovenne - era tra i primi 10 in Italia con 1.86. Ed in sintonia piena con un carattere del giovanotto che si fa fatica a contenere nei confini dell'estrosità legata all'età (Gimbo è nato Civitanova Marche il 1° giugno 1992), i cui risvolti più bizzarri restano il vezzo della barba rasa a metà e quelle acrobazie con le quali ama congratularsi con se stesso. Un carattere straripante che nel luglio del 2012, prima della delusione di Londra, agli Assoluti di Bressanone lo aveva portato alla sfida rabbiosa - sia pur limitata a una sola prova - contro i 2.46 del record mondiale.
Ma se vogliamo, ora, con l'abitudine alle altezze di rilievo, stanno arrivando anche le rivincite nei confronti dei migliori. In sede di presentazione, Track&FieldNews lo pronosticava secondo alle spalle di Mutaz Barshim. Sulla pedana del Convention Center le cose hanno preso una piega diversa, malgrado le incertezze da brivido a 2.29 e a 2.33, misure superate solo alla terza prova. Il saltatore del Qatar - numero 1 al mondo per il 2015 - si è dovuto così accontentare del quarto posto, fermo a 2.29 come anche il razzente cinese Zhang Gunwei (terzo nel 2015). Un poco più in alto, sul podio ma sempre battuti, l'inglese Robert Grabarz e lo statunitense Erik Kynard, incapaci di andare oltre i 2.33. Mentre Marco Fassinotti incocciava una serata no che lo ha visto fermarsi a 2.25, nono.
Che quella di Portland sia stata una prova generale per Rio, è presto per dirlo. Ma si può cominciare a sperarlo. Per un'atletica italiana ridotta al lumicino, Tamberi è già un fascio di luce.
Le migliori misure di Tamberi (compresi salti secondari)
2.38i (1) Hustopece, 13 Feb 2016
2.37 (1) Eberstadt, 2 Ago 2015
2.36i (1) Ancona, 6 Mar 2016
2.36i (1) Portland, 19 Mar 2016
2.35i (-) Eberstadt, 2 Ago 2015
2.35i (1) Banska Bystrica, 4 Feb 2016
2.34 (1) Colonia, 1 Lug 2015
2.34i (-) Hustopece, 13 Feb 2016
2.33i (-) Eberstadt, 2 Ago 2015
2.33i (1) Trinec, 7 Feb 2016
2.33i (-) Banska Bystrica, 4 Feb 2016
2.33i (-) Ancona, 6 Mar 2016
2.33i (-) Portland, 19 Mar 2016
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