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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Vittori

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Carlo Vittori


Si è spento alla vigilia di Natale ad Ascoli Piceno, città dove era nato l 10 marzo 1931. Velocista per temperamento, allenato dal fratello maggiore Guido, è stato campione nazionale dei 100 nel biennio 1952-53, prendendo parte ai Giochi Olimpici di Helsinki. Diplomatosi nel ’55 all’ISEF di Roma, emigrò in Persia dove rimase alcuni anni lavorando nei campi petrolifici. Tornato in Italia si mise in luce come allenatore dell’AS Ascoli presieduta dal notaio Mauro Bracciolani. A seguito di quella attività, venne chiamato da Giorgio Oberweger come docente alla Scuola dello Sport del CONI e, per una quindicina d’anni, durante l’era Nebiolo, è rimasto il discusso allenatore dei velocisti azzurri. Notevoli, anche se non sempre originali, sono di questo periodo i suoi studi sulle metodiche di allenamento, alcuni dei quali ospitati sul settimanale tedesco “Leichtathletik”. Il primo successo lo riscosse nell’alto con Giacomo Crosa che sotto la sua guida arrivò al sesto posto olimpico di Messico, seguito dal record mondiale che Marcello Fiasconaro ottenne nel 1973 dugli 800 metri. Dotato di un carattere difficile e di una vis polemica non sempre commisurata agli eventi, il suo lavoro viene spesso limitato all’ultradecennale rapporto con Pietro Mennea che, con lui, ha stabilito il primato mondiale dei 200 m (19”72) e vinto a Mosca il titolo olimpico sulla distanza. In tema di velocità, resta anche il secondo posto della staffetta ai Mondiali 1983, con un risultato cronometrico (38”37) rimasto insuperato in Italia per quasi trent’anni. Meno brillanti sono stati in seguito i suoi risultati come preparatore dei calciatori, impegno che cercò di assolvere nella Fiorentina e nel Pescara, ma senza lasciare tracce significative.


 

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