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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Focus / Ma l'atletica italiana parla sempre e solo italiano

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Sabato 9 Gennaio 2016

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di LUCIANO BARRA

Ai primi di ottobre, a commento della ristrutturazione del Settore Tecnico della FIDAL, avevo scritto “Ovviamente il presidente della FIDAL dovrà permettere che ognuno di noi, io in primis che per fortuna non ho ambizioni future, segnalino o indichino allarmi e deviazioni dal programma annunciato.” Successivamente, sempre nello stesso periodo, avevo aggiunto: “Non sarebbe male che la FIDAL mettesse in rete tutte le informazioni relative alla preparazione degli atleti, la loro presenza agli indicati Centri Federali e via di seguito. Una visione moderna e trasparente come ha fatto il Governo con i bilanci degli Enti Pubblici. Non come fa il CONI che nasconde ogni tipo d’informazione olimpica, inclusa l’esistenza e la dinamicità del Club Olimpico.”

Sono ormai passati alcuni mesi e non sarebbe male se la FIDAL facesse il punto in maniera open sullo stato della preparazione degli atleti, pubblicando una tabella nominativa con le presenze ai Centri Federali (quelli tanto sbandierati, …) secondo i principi enunciati. Personalmente non ho informazioni dettagliate al riguardo e quindi non sono assolutamente in grado di esprimere un giudizio sullo stato dell’arte.

Ma su una cosa sono invece in grado di interloquire e criticare. Nell’autunno 2015 si sono organizzati in Europa tre distinte Conferenze Tecniche: il 16/17 ottobre a Tallinn, in Estonia, sul Disco uomini; il 20/22 novembre a Tanahuvaara, Finlandia, sul Giavellotto; il 27/29 novembre, sempre in Finlandia (Pajulahti) sull’Endurance. Conferenze la cui organizzazione e partecipazione è stata finanziata dalla Federazione Europea.

Le statistiche dicono che il totale dei partecipanti sia risultato di oltre 350 tecnici provenienti da tutta Europa. Sicuramente la Conferenza di maggior successo ed importanza è stata quella sul Giavellotto, con 205 tecnici partecipanti. D’altronde, andare in Finlandia ad apprendere di Giavellotto, credo che sia l’ambizione di qualsiasi tecnico di questa specialità. In Italia, tra l’altro, in questa specialità le acque si sono mosse positivamente, grazie a Bertolini e a Bonvecchio. Ebbene, sapete quanti tecnici Italiani erano presenti a quel convegno? Zero. Non era forse il caso, per i tecnici dei due atleti, di andare ad “abbeverarsi” nella patria delle betulle e dei giavellotti? O si tratta di una domanda da un milione di dollari?

Lo stesso dicasi sulla conferenza sull’Endurance. Ma possiamo, noi Italiani, andare ad apprendere in Finlandia? Abbiamo dato lezioni nelle discipline dell’Endurance per un ventennio e non sono certo i finlandesi che ci devono insegnare qualcosa! Peccato che stiamo parliando di oltre un quarto di secolo fa. Mentre in Estonia, per la conferenza su Disco e Martello, eravamo presenti con due tecnici: Francesco Angius (citato come Italian Head Coach Throwing Events, …) e Tommaso Mattei. Non so chi siano, ma ben venga che due giovani tecnici abbiano deciso di andare ad apprendere A LORO SPESE in Estonia. Si, perché non sono stati inviati dalla FIDAL! Bingo.

Che ora l’Italia sia stata assente a queste Conferenze è un “must”. Tanto che avevo avuto il buzzo di stuzzicare in materia i due Direttori Tecnici (Giomi e Magnani) nel passato (tre anni fa) e la risposta è stata sempre la stessa: “Ma non sanno le lingue, che ci vanno a fare.” A parte che in tre anni anche un deficiente impara l’inglese, è noto che le terminologie tecniche sull’atletica sono estremamente limitate. In questi Convegni non si parla certo della filosofia di Schopenhauer.

D’altronde noi in Italia abbiamo un esempio da ammirare in Luca Cordero di Montezemolo che, come già ha sottolineato un paio di volte Maurizio Crozza, parla un inglese approssimativo, eppure ha fatto il presidente della FIAT, della Confindustria, della Ferrari e degli organismi internazionali collegati e, ora, dell’Alitalia, di Italo e del Comitato Promotore Roma 2024. E voi pensate che i nostri tecnici – se non altro, limitatamente alla tecnica nell’atletica – non sarebbero capaci di emularlo?

Ora voi mi giudichereste in malafede se io ignorassi il Convegno organizzato a Roma da Franck Dick & Elio Locatelli con il supporto della EA ed operativamente organizzato dalla Preparazione Olimpica del CONI, persino con un contributo dei Comitati Olimpici Europei. Il tutto ospitato al Centro di Preparazione Olimpica dell’Acqua Acetosa e con traduzione simultanea in italiano. Interessante scorrere il prestigioso programma della Conferenza stessa: 80 partecipanti, di cui 50 Italiani, e solo due tecnici della FIDAL: Andreozzi (solo un giorno) e Pisani.

La "scusa" ufficiale: la concomitanza con il Convegno Tecnico Federale di Fiuggi. Peccato che il Convegno dell’IFAC era in calendario da un anno prima, mentre il convegno di Fiuggi sia stato deciso solamente a fine settembre. Per di più la Convention della FIDAL a Fiuggi terminava alle 13 di venerdì mentre il Seminario del CONI iniziata alle 15 dello stesso giorno. Non era necessaria neanche l’autoambulanza della Croce Rossa (il mezzo più appropriato per l’atletica leggera Italiana, …) per raggiungere Roma (91 km e un’ora di comoda autostrada).

Voi direte che non c’è motivo di essere pessimistici, soprattutto ora che l’Italia si è vista assegnata la Coppa del Mondo di Marcia ed ora che il festival Alex Schwazer è già cominciato. Peccato dover leggere il twett del marciatore canadese Evan Dunfee, quando ha scritto (tradotto): “Hurrà Roma. Il posto dove hanno coperto Schwazer. Vergogna!”.

Ma a questo canadese ora chi glielo dice che noi non parliamo inglese?

 

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