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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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La stampa sportiva italiana
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Doping / Caso Schwazer: una, nessuna e centomila ... verita'

Venerdì 27 Novembre 2015

SCHWAZER

Nella penosa vicenza umana, sportiva e giudiziaria dell'(ex-)marciatore ed ex-carabiniere Alex Schwazer - vicenda che nell'imminenza del 2016 sta entrando nel suo quinto anno di "narrazione" (come si dice oggi) - si ritrovano, in sostanza, tutti gli elementi che hanno dato lustro al teatro pirandelliano: il gioco umano tra finzione e realtà, il dramma dell'essere e dell'apparire, ma soprattutto una dolente visione negativa del mondo. La nuova scena di questa pièce teatrale di terz'ordine ha sollevato il suo sipario mercoledì scorso, in una semideserta aula del tribunale di Bolzano, davanti al giudice Carla Scheidle. La trama è fin troppo nota per doverci tornare sopra con una nuova recensione, ma che questa volta ha visto Schwazer in veste di testimone. Ricorderete. Colto in fallo dagli ispettori della WADA, l'agenzia mondiale antidoping, Alex venne fermato alla vigilia di Londra (30 luglio 2012) dove avrebbe dovuto difendere il suo titolo olimpico vinto quattro anni prima. In seguito l'(ex-)marciatore alto-atesino ha patteggiato 8 mesi di carcere e sta scontando quattro anni di squalifica sportiva che scadranno il prossimo 29 aprile.

Ricordiamo che il processo vede sul banco degli imputati i medici Pierluigi Fiorella e Giuseppe Fischetto e la funzionaria Rita Bottiglieri, tutti all'epoca dei fatti in forza alla FIDAL, chiamati a rispondere perchè accusati a vario titolo da Schwazer. Saltando ora a piè pari tutte le tappe pregresse (anche quelle che hanno visto il coinvolgimento dell'incolpevole pattinatrice Carolina Kostner), proviamo ad estrarre qualche elemento. In questa nuova udienza, Schwazer ha fornito una versione inedita (la settima, secondo i suoi accusati). Nel dettaglio, spaventatosi per i valori anomali riscontrati dopo l'assunzione dell'EPO, si sarebbe confidato con il medico federale Pierluigi Fiorella, chiedendogli consiglio. 

Da quest'ultimo, come si legge, sarebbe stato rassicurato, ma "non fermato". E cioè, come accusa Schwazer, "Avrebbero potuto convocarmi all'Acquacetosa e dirmi 'ora te ne stai qui buono e tranquillo' e la pianti col doping". Insomma, il dopato reo-confessa accusa i presunti controllori di non aver controllato a dovere le sue malefatte, motivo per cui i suoi legali chiederanno alla WADA un ulteriore sconto di pena (già peraltro negato). Pura verità pirandelliana. Tanto più che lo stesso Schwazer, scandalizzato dal recente doping russo, ha anticipato di sapere per certo che a Rio "non tutti saranno puliti". E se lo dice lui, c'è da credergli, ... insomma, da accusato di doping ad accusatore di doping. In barba a tutte le inchieste, le denunce, le squalifiche in corso e che al centro vedono la IAAF, la federazione internazionale del nuovo presidente Seb Coe.  

Nella stessa udienza, un certo rilievo ha assunto la deposizione del colonnello dei ROS, Michael Senn, che ha indagato a lungo sulle pieghe dell'ingarbugliata faccenda. Secondo le sue affermazioni, l'intero sistema antidoping italiano, nel biennio 2011-12, faceva acqua da tutte le parti. "Un vero colabrodo", tanto che "nessuno ha provato a fermare la corsa al doping di Schwazer, non i dirigenti del gruppo sportivo dei Carabinieri, non la FIDAL, il CONI o i medici federali". E qui si aprirebbe nuovo campo di indagini. Per quanto se ne sa, le parti torneranno a riunirsi il 16 dicembre, ma le risultanze finali andranno più per le lunghe, almeno fino all'estate 2016, a ridosso di Rio, dovendosi ascoltare non meno d'una settantina di testi.

Nel frattempo, secondo una certa corrente di pensiero prevalente, Schwazer tenterà di qualificarsi ai Giochi 2016 in occasione della Coppa del Mondo di marcia del 7/8 maggio prossimi. Manifestazione che la IAAF ha tolto alla federazione russa e che è ora in cerca di una nuova sede. La FIDAL e il suo presidente Giomi, con una certa improntitudine e scarso opportunismo, hanno fatto sapere di essere molto interessati a subentrare. La Coppa dovrebbe svolgersi sul viale dei Fori Imperiali, con il Colosseo sullo sfondo, pensando di portare un contributo alla candidatura di Roma 2024 (nella medesima "location", nei giorni scorsi, si è tenuto un sopralluogo con l'ipotesi di farvi svolgere le gare olimpiche di Tiro con l'arco, ...).

Ma - e qui ameremmo che persone più edotte ci illuminassero - in Italia o all'estero come potrebbe essere della partita lo stesso Schwazer, libero dalla squalifica da pochi giorni? Come potrebbe essere chiamato a far parte della squadra nazionale senza aver mai gareggiato per quattro anni? E, soprattutto, togliendo il posto ad altri marciatori che, scioccamente, le regole le hanno rispettate fino in fondo? E, per di più, dopo il chiaro pronunciamento anti-doping dei maggiori atleti azzurri. 

Ma un escamotage sarà stato certamente trovato, se è vero che nessuno - nè FIDAL nè CONI - ha finora escluso questo ritorno in pompa magna. In attesa di sapere cosa ne pensa la IAAF. Tutto ciò premesso, dal momento che lo stesso Schwazer ha ammesso le sue colpe, non si capisce perchè la FIDAL - così sollecita a schierarsi in favore del suo "recupero" - non abbia provveduto almeno a "congelare", se non proprio cancellare, i risultati ottenuti nel periodo incriminato, a cominciare dal primato nazionale sui 20 km ottenuto a Lugano il 18 marzo 2012 (1h17'30"). Sarebbe stato un segnale. 

Intanto, notizia dell'ultima ora, due marescialli della Guardia di Finanza, hanno effettuato una lunga perquisizione negli uffici della FIDAL. Ma, si ritiene, non per fatti attinenti al caso Schwazer e al processo penale in corso a Bolzano. Vedremo. Con buona pace di Pirandello e del suo teatro.  

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