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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Basket / Esami di riparazione per “Azzurra”: si cambiera'?

Martedì 22 Settembre 2015

di SANDRO AQUARI

Eurobasket

Quattro nazioni, cinque città, diciotto squadre, settantanove partite per incoronare la Spagna regina d’Europa di basket, come nel 2009 e 2011. Terzo titolo che fa il pari con il palmarès dei colleghi del calcio, anche loro campioni in carica. Ma stavolta in finale non c’era l’Italia, ma la sorprendente Lituania, la squadra che aveva fermato il cammino degli azzurri nei quarti, relegandoli a un sesto posto o, se fa piacere, a un quinto a pari con la Grecia, che però ha perso solo una partita e tanto è bastato alla FIBA per fare la sua classifica. La vittoria iberica non fa una grinza, ricordando anche come le furie rosse sul parquet olimpico di Londra si arresero solo in finale e di fronte al “Dream Team” di James LeBron e compagni. Il nuovo successo della squadra, guidata dalla panchina dal bresciano Sergio Scariolo, che era lì anche negli altri due successi e in occasione dell’argento olimpico, ha però uno spessore importante per alcuni motivi. La Spagna si è presentata con alcune assenze rilevanti a cominciare da Marc Gasol, fratello minore di quel Pau che è stato il grande protagonista del torneo, per finire a giocatori di statura mondiale come Rubio, Calderon, Navarro.

Forse il merito maggiore della Spagna non è stato quello di aver sopperito a queste assenze, piuttosto di essere uscita dal baratro in cui si era messa nella dura fase preliminare di Berlino, dopo aver perso con Serbia e Italia. Acquista sicurezza, trascinata da un immenso Gasol, non ha avuto riguardi in semifinale per i padroni di casa della Francia, formazione che all’inizio poteva essere giustamente considerata la favorita n.1 giocando davanti al proprio pubblico in un impianto, lo Stade Pierre Mauroy, che conteneva oltre 27.000 spettatori. Un gioiello per tutti gli sport, e non solo, che si trasforma in un’arena coperta in appena 24 ore. In Italia avremo mai strutture simili? La risposta sembrerebbe scontata.

Esauriti i dovuti onori alla Spagna, c’è subito una domanda da porre: l’Italia ha fatto quello che doveva? Non credo che giocatori, allenatori e dirigenti, a cominciare dal presidente Petrucci, avrebbero firmato per un sesto posto, benché utile a guadagnare la possibilità di disputare il torneo preolimpico e ad evitare le qualificazioni per l’Europeo 2017. Diciamo che è stato fatto il minimo sindacale, anche se coronato da prestigiose vittorie, soprattutto su Spagna e Germania, da tratti di bel gioco, da un rinnovato entusiasmo per la Nazionale, anche grazie al supporto di Sky, i cui bravi commentatori talvolta sono stati un po’ sopra le righe come succede talvolta a chi vuol far apparire il “gioiello di mammà”, più bello di quello che è.

Non va dimenticato che due anni fa, in Slovenia, senza Gallinari e Bargnani, gli uomini migliori di questo torneo che per l’Italia si è consumato tra Berlino e Lille, “Azzurra” giunse settima e solo perché la squadra, con una panchina ridotta, finì con il fiato grosso. Un po’ è successo anche qui, pagando dazio soprattutto nella sfida contro la Lituania che, peraltro, ha giocato nell’occasione un match esemplare. Si pensava che stavolta l’Italia avesse “dodici uomini dodici”, lo pensavano tutti meno l’allenatore Simone Pianegiani che ha relegato Cusin, Melli, ma soprattutto Della Valle e Polonara, a ruolo di gregari. Questo nonostante l’infortunio che ha tolto presto dai giochi un uomo importante come Gigi Datome.

In un torneo così massacrante, dove non viene neppure concesso di sostituire con giocatori fuori rosa eventuali infortunati, il rischio di perdere pezzi ed energie c’è tutto. E’ chiaro che, se contro la Lituania, a pochi secondi dalla fine sul pari, con la palla in mano, Gentile non avesse fatto un po’ di confusione per troppo ardire, adesso tutto potrebbe sembrare più luminoso. Il problema tuttavia non è questo. Piuttosto, nonostante il “passi” per il preolimpico, Rio sembra ancora lontana per il basket azzurro, assente sia a Pechino sia a Londra, dopo l’entusiasmante e inatteso argento di Atene 2004. Ricapitoliamo la situazione. Ai Giochi il basket ha disposizione dodici posti, in pratica undici, perché il paese ospitante (stavolta Brasile) è dentro di diritto, così come la squadra campione del Mondo (Usa). E’ difficile capire perché il calcio, che tra l’altro organizza un torneo under 23, debba essere aperto a sedici squadre, ognuna con ventidue giocatori a disposizione. Misteri olimpici!

Tornando al basket, attraverso i vari campionati continentali per i Giochi sono già qualificate Spagna e Lituania (prime due dell’Europeo), Venezuela e Argentina (uscite dalla sfida tra le Americhe), Nigeria (campione d’Africa), Australia (vincitrice del solito duello a due con la Nuova Zelanda). Ora si aspetta la disputa del torneo asiatico per conoscere la nona squadra (Cina o Filippine?) Le tre formazioni che mancano all’elenco usciranno, appunto, dal preolimpico che si disputerà dal 6 al 21 luglio. Ad agosto la FIBA ha allargato l’ultima possibilità per accedere a Rio de Janeiro a diciotto squadre che saranno divise in tre tornei diversi: le prime di ciascun raggruppamento avranno il passi olimpico. Questo diritto lo hanno già conquistato Francia, Serbia, Grecia, Italia, Repubblica Ceca, Nuova Zelanda, Angola, Tunisia, Senegal, Canada, Messico, Portorico, più tre squadre che usciranno dal raggruppamento asiatico, più i tre paesi che chiederanno l’organizzazione dei tornei. (Qualora si trattasse di un paese che è già qualificato, verrà ripescata la prima delle eliminate nel torneo di area, per l’Europa, ad esempio, la Lettonia, finita ottava).

Per quanto riguarda il Vecchio Continente pare improbabile che paesi cestisticamente importanti – come Turchia, Germania, Russia, Croazia e Slovenia – vogliano rimanere a guardare. Organizzare il torneo preolimpico ha tuttavia un costo (circa due milioni di euro). La questione delicata non è dove si giocherà, piuttosto il criterio in base al quale saranno divise le diciotto squadre, le cui forze pendono soprattutto a favore del blocco europeo. Il mistero verrà sciolto dalla FIBA a fine ottobre. L’Italia pare propensa a chiedere l’organizzazione di un raggruppamento, offrendo la candidatura di Torino, piazza sensibile al basket e che può disporre di un impianto da oltre 14.000 posti con il suo Palasport Olimpico, o PalaAlpitour o PalaIsozaka dal nome del suo architetto, scegliete voi.

Il presidente Petrucci, appoggiato da Malagò, non vuole lasciare niente d’intentato per far tornare l’Italia dei canestri ai Giochi olimpici. La squadra è competitiva e discretamente giovane (solo Cusin ha già superato i 30 anni) ma servirebbe un centro di peso e un play con più pericolosità offensiva, di quanto hanno dimostrato di avere Cinciarini e Hackett, ma i miracoli in pochi mesi non si possono fare, anche perché questi ruoli “delicati” in Italia vengono spesso affidati a giocatori stranieri. Piuttosto non è certo che a guidare l’Italia nel preolimpico sia ancora Pianegiani che non ha legato, come si dovrebbe, con il presidente che nel 2013 gli offrì un ruolo full-time e uno stipendio, si dice, di 800.000 euro lordi. Il suo contratto scade a ottobre del prossimo anno, ma su Pianegiani grava, come una spada di Damocle, l’inchiesta, denominata Time-out, quella sui fondi neri percepiti durante la permanenza sulla panchina della Mens Sana Siena e per la quale il cittì è indagato.

Petrucci avrebbe già il nome del sostituto, quell’Ettore Messina, che guidò già la Nazionale dal 1992 al 1997 vincendo anche un argento europeo. Messina è ormai un grande allenatore di statura mondiale, tanto che attualmente è il vice di Gregg Popovich sulla prestigiosa panchina dei San Antonio Spurs. Dopo anni a girovagare, e spesso a vincere, in giro tra Spagna, Russia, Stati Uniti, Messina sembra propenso a tornare in Italia. Petrucci e il basket italiano lo accoglierebbero a braccia aperte.


EUROBASKET 2015

Finale 1° posto: Spagna-Lituania 80-63
Finale 3° posto: Francia-Serbia 81-68
=5° posto: Grecia e Italia
7° posto: Repubblica Ceca
8° posto: Lettonia
 

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