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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Caso Schwazer / Opinioni a confronto, in attesa della verita'

Sabato 18 Luglio 2015

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Pubblichiamo volentieri un intervento di Sergio Rizzo in merito all’articolo di Sandro Aquari sulla vicenda Schwazer, pubblicato sabato scorso. E, ovviamente, la replica e le precisazioni di Aquari. Da parte nostra, sommessamente, ribadiamo la disponibilità ad ospitare ogni intervento costruttivo nel rispetto delle diversità di opinioni.


Caro Direttore,
ho letto sul tuo sito un articolo di Sandro Aquari che mi nomina in termini positivi (bravo giornalista), ma per contrappormi al mio collega Leandro De Sanctis che, invece, avrebbe lavorato male con i suoi articoli su Schwazer. Volevo far sapere a te, all’autore dell’articolo e a tutti quanti vorrai informare, che il mio pensiero è identico a quello di De Sanstis. Se fossi ancora in attività al Corriere dello Sport sarei stato più duro di lui. Perchè - aldilà di quelli che saranno i verdetti della giustizia sportiva e di quella penale - una cosa mi sembra lampante: tutti (e quando dico tutti intendo CONI, FIDAL, IAAF e CS Carabinieri) sapevano tutto da sempre sul marciatore: la sua frequentazione col prof. Conconi sin dal 2006; la sua frequentazione col dott. Ferrari; la sua irreperibilità ai test antidoping a sorpresa; i dati sballati del suo passaporto biologico. Quindi, una gigantesca rete di protezione che avrebbe poi esaltato Schwazer come un eroe all’indomani della sua probabile vittoria olimpica a Londra 2012.

La storia (per colpa della magistratura italiana e della Wada) è andata in modo totalmente diverso, e Schwazer da eroe è diventato traditore. Questo è il modo di operare dell’intera istituzione sportiva: chiudere gli occhi, applaudire i vincitori e prendersela con le poche "mele marce". Per quanto mi riguarda, posso dirti che da sempre ero molto dubbioso sulle vittorie di Schwazer e che oggi che ha confessato e sta pagando posso finalmente tifare per lui (e per chi lo allena, il "grande traditore" Sandro Donati). Spero che l’istituzione sportiva - come sta facendo in modo vergognoso - non riesca ad impedire la rinascita sportiva di un atleta così coraggioso.

Sergio RIZZO



* * *

Leggo l’intervento di Sergio Rizzo che fa seguito a quanto da me scritto alcuni giorni prima. Mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni. Io non intendo contrapporre nessuno a nessuno. Per quanto riguarda l’articolo di Leandro De Sanctis, che – ripeto, stimo come persona e giornalista –, ho voluto solo precisare alcuni punti su quanto ha scritto dopo il “no” della Procura CONI allo sconto di pena ad Alex Schwazer. Avevo scritto più o meno: perché è così certo che le cose dette da Schwazer siano la sola verità, peraltro non accettata dalla Procura e probabilmente avvalendosi anche d’incontestabili prove documentali? Di certo l’ultima memoria dell’atleta fa parte degli atti del processo penale a carico dei dottori Fischetto, Fiorella e della dirigente Bottiglieri, ma loro non sono stati rinviati a giudizio per mancata vigilanza (mettiamola così…) in base a quella memoria, che data marzo 2015, mentre il rinvio a giudizio è del settembre 2014.

Ad ogni modo il processo, rinviato per l’ennesimo vizio di forma, si farà, e dunque sapremo la verità. La Procura CONI un’idea già se l’è fatta, giusta o meno che sia. Nel mio intervento mi dolevo anche del fatto che il Corriere dello Sport avesse messo a disposizione un’intera pagina a Sandro Donati, che ha un ruolo tutt’altro che secondario in tutta la vicenda, per controbattere quanto detto da Fiorella nell’interrogatorio alla Procura CONI. Io, ma anche tanti altri colleghi, hanno pensato che sarebbe stato opportuno giornalisticamente avere un contraddittorio, se non con Fiorella che forse non sarebbe intervenuto per motivi di opportunità, almeno attraverso un’intervista dove il giornalista potesse fare la parte, per così dire, dell’avvocato del diavolo.

Comunque era solo una valutazione, ormai da lettore attento a tutto quanto accade nel mondo dello sport. Piuttosto mi sembra il caso di fare una valutazione anche su alcune cose che dice Sergio Rizzo. Egli scrive: “Una cosa mi sembra lampante: tutti (e quando dico tutti intendo CONI, FIDAL, IAAF e GS Carabinieri) sapevano tutto da sempre sul marciatore: la sua frequentazione col prof. Conconi sin dal 2006; la sua frequentazione col dott. Ferrari; la sua irreperibilità ai test antidoping a sorpresa; i dati sballati del suo passaporto biologico. Quindi, una gigantesca rete di protezione che avrebbe poi esaltato Schwazer come un eroe all’indomani della sua probabile vittoria olimpica a Londra 2012… Per quanto mi riguarda, posso dirti che da sempre ero molto dubbioso sulle vittorie di Schwazer che oggi che ha confessato e sta pagando posso finalmente tifare per lui…”.

Sinceramente mi pare una valutazione un po’ populista, soprattutto se fatta da un giornalista di spessore qual è Sergio Rizzo. Che prove ha di quello che afferma? Pensa che Schwazer fosse dopato anche a Pechino, cosa che peraltro l’atleta ha sempre smentito? E se fosse così, come Rizzo sospetta, dunque l’atleta non ha detto tutta la verità?

Schwazer ha anche detto a capitoli sparsi negli anni:

a)      
Ho fatto tutto da solo. Nessuno, tanto meno Fischetto, Fiorella, Bottiglieri mi hanno mai aiutato a doparmi. Però tutti sapevano che frequentavo Ferrari e non mi hanno fermato (!!!).

b)     
Ferrari era il mio programmatore ma lui non mi ha dato mai niente per doparmi. Ho rotto il rapporto con lui dopo l’esplosione del caso Armstrong..

Ora il fatto su cui ci si sofferma poco è che le uniche persone sotto processo sono due stimati medici e una stimata dirigente, quest’ultima – Rita Bottiglieri – finita nel calderone, lei che ovviamente non decideva né raduni, né controlli, né che gare dovessero fare gli atleti, né eventuali punizioni per mancate reperibilità. Nessun altro dirigente della FIDAL (né il DT Uguagliati, né il vicepresidente delegato all’area tecnica Morini, né tanto meno il presidente di allora Franco Arese); nessun rappresentante del CONI; nessuno del GS Carabinieri, né il dirigente responsabile del gruppo sportivo Iuliano, né Visini (carabiniere in congedo), che era anche responsabile federale del settore marcia, né lo stesso Michele Didoni, ufficialmente l’allenatore di Schwazer, tecnico e “amico” che l’ha seguito a lungo in molti raduni, nonostante il marciatore abbia detto di essere stato lasciato sempre solo.

Dunque i colpevoli sono Fiorella, Fischetto e Bottiglieri che, correttamente, si sono autosospesi nel momento in cui vennero indagati. Ma se, come scrive Rizzo, erano in tanti a sapere, perché nessuno ha denunciato e se non ha denunciato perché non è finito sotto processo come i tre citati?

Sarebbe troppo lungo, in questa sede, entrare nei particolari di questa vicenda ed evidenziare tutte le incongruenze nate dal fatto che Alex Schwazer, atleta alla soglia dei 30 anni, già campione olimpico, carabiniere facente parte del gruppo sportivo, un giorno ha deciso di andarsene quatto quatto in Turchia a comprare anabolizzanti ed Epo. Questo almeno è quanto lui stesso ha confessato.

Che abbia tutto il diritto di tornare a gareggiare non c’è dubbio, ci mancherebbe altro. Siamo anche certi, anzi ce lo auguriamo, che possa tornare ad alti livelli perché di talenti come lui la marcia ne ha avuti pochi. Ma non spacciatelo come un simbolo e una vittima. A questo gioco io non ci sto.

Sandro AQUARI
 

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