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Roma 2024 / “Mafia Capitale”, atto secondo: le ricadute sulla candidatura

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Sabato 6 Giugno 2015

Campidoglio-2

In questi giorni le prime pagine dei giornali sono tutte per le nauseabonde vicende di “Mafia Capitale”, atto secondo. Avvenimenti che stanno avendo pesanti ricadute sulla ventilata candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2024. Infatti l’annuncio degli arresti e dei domiciliari per i 44 indagati (seconda tranche), ha fatto rinviare sine die l’annunciato summit in Campidoglio tra centrosinistra e centrodestra per sbloccare lo “stallo” della candidatura e precisare il ruolo del Comune (il quale ultimo proprio in queste ore sta definendo l’entità del suo deficit). L’idea di partenza era di giungere entro giugno a una mozione – il più possibile bipartisan (ma i mal di pancia sono molto diffusi nel palazzo senatorio, e non riguardano solo i Cinquestelle, decisamente contrari) – a sostegno di Roma 2024. Candidatura che resta, anche nelle sue linee generali, tutta da definire. Per ora, secondo una diffusa tendenza, siamo ancora agli annunci: non sono noti neppure i margini economici dell’operazione e, soprattutto, quali e in quale misura saranno al riguardo i soggetti coinvolti.

Così, giovedì scorso, tra assenze ingiustificate e molto imbarazzo, l’assemblea capitolina non si è riunita per mancanza di numero legale e l’Aula Giulio Cesare è rimasta desolatamente vuota. Non una bella partenza, considerato che fatti del genere hanno il difetto di diffondersi in tempo reale in tutto il mondo. Non ne esce bene tutto il Paese, certo: ma soprattutto queste vicende consentiranno ai nostri avversari (e al CIO) di poter dire, se il buongiorno si vede dal mattino, … Appare infatti difficile, se non proprio impossibile, tenere al riparo dalla bufera giudiziaria le ambizioni del CONI che continua a spingere per la candidatura ai Giochi 2024.

A questo scenario va ad aggiungersi la debolezza di Ignazio Marino, il sindaco “alieno” che non è al vertice della considerazione dei romani. Sono diverse le forze politiche che gli chiedono un passo indietro e insistono per lo scioglimento del Comune per mafia. Mentre il premier Renzi – che non appare più molto determinato verso Roma 2024 – gli conferma in toto la sua fiducia. Di certo anche Marino da questo terremoto pare uscire ulteriormente indebolito (e con lui il Comune che, si ricordi, resta il solo soggetto “candidabile”). E da questo nuovo "sacco di Roma" appare uscire come l'anello debole dell'articolato sistema politico-amministrativo che governa la città da sempre.

La corruzione degli apparati pubblici romani (leggi Campidoglio) ha origini trasversali e discende nel tempo e arriva nel profondo. Un unicum che attraversa varie stagioni e che non si ferma al solo Gianni Alemanno, ora inquisito. Giusto ricordare che nelle varie inchieste aperte sui tavoli della magistratura si leggono i nomi di Franco Figurelli e Luca Odevaine, rispettivamente a capo delle segreterie dei sindaci Francesco Rutelli e Walter Veltroni. Entrambi, guarda caso, al centro di precedenti candidature romane – annunciate o minacciate – per le Olimpiadi. Una tentazione, quella olimpica, che attraversa gli anni e a cui pare arduo resistere.

Ultima breve considerazione. In una recente intervista al Corriere della Sera, il presidente del CONI Giovanni Malagò (in carica dal 19 febbraio 2013 e quindi alla sua prima candidatura), tirato per i capelli dopo il caso Blatter e i magheggi economici e politici della FIFA, ha escluso che quel nuovo scandalo avrà ripercussioni su Roma 2024. Ma di più, rispondendo alla domanda sul perché i romani sembrano freddi, se non contrari, nei riguardi della candidatura, aveva detto: “Può anche essere, per carità, ma io sono anche convinto che quando sarà spiegato bene a Roma e ai suoi cittadini, non solo anche agli italiani (?), il progetto di una città olimpica, a zero speculazioni, col rispetto della città e di chi ci vive, bene Roma sarà molto sensibile e ben disposta all’Olimpiade.” Intervista rilasciata qualche ora prima che sulla Capitale e sui suoi cittadini si abbattesse questa nuova ondata di fango. Come finirà? Speriamo bene.
 

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