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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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Montano

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Mario Tullio MONTANO

Probabilmente è stato un malore a fermare per sempre - nella giornata del 27 luglio a Livorno – il cuore di Mario Tullio Montano, campione olimpico di sciabola appartenente alla seconda generazione di questa Dynasty targata Livorno che non ha eguali nel mondo. Non si saprà mai. A quanto è dato sapere, l’hanno trovato i familiari nella sua abitazione non lontano dal palazzo di via Gamerra (zona via Marradi) che da più di un secolo ospita la famiglia. Primogenito del capostipite Aldo, aveva compiuto da poco i 73 anni (era nato a Montecatini il 7 febbraio 1944).

Il nome di Mario Tullio Montano è legato al trionfo di quel giorno di fine estate ’72 alle Olimpiadi di Monaco, prima che i Giochi si bagnassero di sangue per la strage terroristica da parte di Settembre Nero. L’oro nella sciabola a squadre, conquistato contro i sovietici, portava quasi per intero i colori amaranto: livornesi erano i cugini Mario Tullio e Mario Aldo Montano, livornese era Rolando Rigoli; con loro il romano Michele Maffei e il piemontese Cesare Salvadori come riserva. Sbaglierebbe chi pensasse ad un exploit isolato, a una giornata fortunata. Al contrario, di lì a quattro anni sulla pedana di Montreal, “Mariolone” (come lo chiamavano per distinguerlo dal cugino “Mauzzino”) sarebbe andato a un niente dal bis con una squadra che comprendeva anche Tommaso Montano, fermata in finale dai russi che si pretesero la rivincita di Monaco.

Un grande talento, al vertice assoluto per un quinquennio, salito tre volte anche sul podio mondiale: a Vienna nel 1971, a Göteborg e a Grenoble nel biennio 1973 e ‘74 (con una squadra che comprendeva i tre Montano). Quando aveva lasciato la pedana come atleta, non aveva voluto lasciare i Carabinieri, club del quale per anni era stato l’uomo di punta, rinunciando a seguire le orme del ramo imprenditoriale della famiglia che si occupa di cantieristica: era rimasto nell’Arma fino alla pensione. Dedicandosi per qualche tempo anche alla nascente TV privata, conducendo il telegiornale serale di Teletirreno-Uno.
 

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