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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Italian Graffiti / Messico e sangue: guanti neri e guanti bianchi

Venerdì 19 Ottobre 2018

 

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Piazza Tre Culture: i massacratori del Battaglione Olimpia per non spararsi addosso indossavano un guanto bianco.

 

di Gianfranco Colasante

 

Questa è la foto più nota di Oriana Fallaci. Fu scattata dal fotoreporter Gianfranco Moroldo nel 1968, a Phu Bai, Vietnam del sud, e contribuì ad alimentare il mito della giornalista fiorentina e a farne l'italiana più conosciuta al mondo. Non spetta certo a me ricordare chi è stata la Fallaci, i suoi reportage o le sue interviste ai potenti della terra. Tutto resta affidato agli articoli pubblicati su L'Europeo o sul Corriere della Sera e ai suoi tanti libri, continuamente ristampati. Questa foto appartiene all'inizio della guerra del Vietnam, dove Oriana si recò ad intervalli fino al 1975, anno della caduta di Saigon (si recò anche al nord, sola occidentale, invitata da Ho Chi Minh). Quella esperienza è narrata in uno dei suoi libri di maggior successo - "Niente e così sia" - dedicato al primo anno del conflitto e si conclude con la strage di Città del Messico, nell'imminenza dei Giochi del 1968.


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Fatti&Misfatti / Messico 68, fratelli campioni

Mercoledì 17 Ottobre 2018

 

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"Furono insultati, spintonati, ma restarono fratelli in arme nella notte più bella della loro esistenza sportiva".

 

di Oscar Eleni


Cercavamo un lavoro da abusivi nella Gazzetta di Gualtiero Zanetti e trovammo tre fratelli sul podio delle Olimpiadi di Città del Messico. Cinquant’anni fa. Una vita. Un ricordo che non svanisce. Notti di eccitazione, ribattute all’alba, buttando all’aria un tavolo per il record mondiale di Giuseppe Gentile (17.10) nelle qualificazioni del triplo, piangendo, il giorno dopo per il nostro Giasone, pronipote del grande filosofo, che poi rifece il record, 17.22, ma non prese l’oro vinto da Viktor Saneyev (17.39) sul canguro brasiliano Nelson Prudêncio (17.27), agitati per una olimpiade messicana nata nel sangue di Tlatelolco, ma ancora scossi per quella notte del 16 ottobre che sconvolse la storia dell’atletica, ma anche dello sport.

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Italian Graffiti / Quella serata romana del 17 ottobre 1968 ...

Martedì 16 Ottobre 2018


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di Gianfranco Colasante

 

Domani - mercoledì 17 ottobre - verranno celebrati a Formia i cinquant'anni dalla giornata magica di Ottoz e Gentile ai Giochi del Messico. Non conosco il programma ma sono certo che sarà all'altezza dello spessore dei festeggiati. Per mio conto non ci sarò, e me ne spiace, ma voglio egualmente abbracciare - sia pure da lontano - Eddy e Peppe, dedicando loro un ricordo un po' sfocato ma ancora ben vivido (almeno per me). Lo faccio cominciando col recupero di due "ritratti" su di loro, autori due mostri sacri del giornalismo italiano: Gianni Brera per Peppe e Luigi Gianoli per Eddy. Veri "pezzi" da antologia che si collocano negli scaffali più alti della pubblicistica dedicata all'atletica. Quella nobile e di sapore antico. Per chi volesse, si trovano riprodotti qui di seguito: Brera / Gianoli. Ve li consiglio.

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Fatti&Misfatti / Nel bosco degli alberi parlanti

Lunedì 15 Ottobre 2018

 

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"Non ci sono più squadre di nazioni, ma legioni straniere, qualche lanzichenecco, molti mercenari".


di Oscar Eleni


Sdraiato sotto gli alberi parlanti del bosco di Piegaro, fra Città della Pieve, Perugia e il lago Trasimeno. Meglio loro dei cocoricò televisivi, radiofonici, della scrittura su carta oleata e pagata dai padroni. L’albero maestro ci dice che abbiamo fatto bene a non andare al Brianteo dove tornava Berlusconi per vedere il Monza di Galliani: sapevamo che avrebbe parlato male di Gattuso e ci avrebbe irritato. La foresta sussurra e spiega che l’unica mossa giusta di Cassano, da molti anni a questa parte, è stata di darci l’annuncio del ritiro. Peccato che abbia voluto mettere il carico delle zozzerie, tipo il sesso in ritiro, alla faccia del professionismo, dei compagni, della verità su certa gente che non cambierà mai, anche se è nata ben dotata, almeno nei piedi e forse un po’ più su, ma non tanto più in su dello scroto.

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Osservatorio / La Torre: il buon samaritano senza un'Armada

Lunedì 15 Ottobre 2018


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Non diamo mai per scontato che le decisioni che sembrano più logiche siano anche quelle più giuste.

 

di Luciano Barra


Sono salpato per una sana vacanza andalusa appena Antonio La Torre è stato “appointed” al soglio tecnico della FIDAL. Ho fatto appena in tempo a fargli i miei auguri di buon lavoro e mi sono ritrovato a rivisitare, dopo gli oscuri anni Settanta, un Paese che ha fatto dei progressi inimmaginabili (aeroporti, treni, autostrade, viabilità cittadine, pulizia, ordine, ospitalità, costi della vita oltre alla qualità di vini e cibo) che mi creano, ogni volta che mi confronto con loro, urticarie di invidia. Gli spagnoli, a differenza di noi, avranno fatto più debiti ma le cose le hanno realizzate. Noi di debiti ne facciamo tanti, ma di realizzazioni pochine. (Nella foto: lo stadio di Doha, sede del Mondiali 2019).

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