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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Saro' greve / Aria di mutamenti e qualche certezza

Lunedì 18 Febbraio 2019

 

ancona-t2

 

Tra Tamberi e Tortu, qualche considerazione a margine degli Assoluti al coperto di Ancona, con doveroso omaggio ai tanti contributi che alla velocità nazionale arrivano dai ragazzi e dai tecnici sardi.

Vanni Lóriga

La fotografia che apre questa puntata di Sarò Greve descrive, molto meglio di quanto potrebbero farlo mille parole, la situazione (ed anche la sostanza) della nostra attuale atletica leggera. I due uomini di punta di tutto il movimento vengono ritratti nella tribuna stampa del Palaindoor di Ancona. Gianmarco Tamberi (a destra) e Filippo Tortu onorano il maratoneta amatoriale Ennio Bongiovanni. Il quale, oltre ad essere il padre di Andrea, collega della Gazzetta, ben rappresenta il mondo dei Master ed anche quello dei “cantori” dello sport, con scritti vari fra cui alcune poesie dedicate all’atletica (E poi lo sparo; Piste, pedane e sogno; Cinque Mulini)­.

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Fatti&Misfatti / Se al potere va una pecora nera

Lunedì 18 Febbraio 2019

 

sacchetti

 

Da Firenze verso Masnago per il venerdì sacro che dovrebbe darci la qualificazione ad un Mondiale dove manchiamo dal 2006. Mondiale allargato dove vanno in 32, non esserci sarebbe più di un delitto contro il basket per la gioia delle redazioni che questo sport lo vedono solo come una breve.

Oscar Eleni

Dalla casa uruguaiana dell’ex presidente Pepe Mujica per sapere cosa pensa della vittoria di Meo Sacchetti, il suo sosia di Altamura, che a Firenze si è preso la terza Coppa Italia in carriera, ma non con uno squadrone, troppo facile, non con una bella barca pirata come Sassari, no, ha preferito seguire il consiglio di Balzac con la Cremona che a lui sembrava, all’inizio, meno talentuosa di quella già divertente dell’anno scorso, una banda affidata la genio antico di Travis Diener, nata per soffrire e salvarsi in fretta. Niente. È andato oltre seguendo proprio il motto del grande francese: Siete brutti? Rendetevi terribili, nessuno penserà alla vostra bruttezza.

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Italian Graffiti / A quando la Lega delle Federazioni?

Domenica 17 Febbraio 2019

 

palazzo fsn 


Non sarà l’attesa nomina dell’AD di Sport&Salute a risolvere di colpo i (tanti) problemi dello sport nazionale, ma l’aver svincolato le Federazioni dai lacciuoli (economici) del CONI costituisce un notevole passo in avanti. Uno scenario sfaccettato da completare con una più razionale collocazione dello sport professionistico, ancorato a principi che risalgono a più di quarant’anni fa.

Gianfranco Colasante

Vincitori e vinti. L’incruenta guerra tra i due palazzi (Palazzo Chigi e Palazzo H), se mai iniziata – come suggerirebbe Sergio Endrigo – è già finita. Lo ha certificato il sottosegretario Giancarlo Giorgetti – autore e primo firmatario della Riforma del CONI (non dello sport italiano, come ripeto, faccenda che richiederà tempi più lunghi e impegni ben più gravosi, ma inevitabili) – in una recente intervista al Corriere della Sera: “Quando una partita è persa, è inutile continuare a provarci”. Epitaffio che pare non aver del tutto convinto uno stizzito Giovanni Malagò che s’è visto sfilare il controllo della cassa, passata ora all’agenzia governativa Sport&Salute (“nome che pare preso da una spa di provincia”, maligno copyright Aldo Cazzullo).

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I sentieri di Cimbricus / Se anche la Ferrari fa 90

Domenica 17 Febbraio 2019

 

ferrari-19 


"L’Italia si ferma e freme quando viene presentata la nuova Ferrari rossa, carminio o aragosta in quel che un bravo scrittore inglese morto in giovane età, Edward Romilly, chiamava un trionfo delle sensazioni a buon mercato".

Giorgio Cimbrico


La Ferrari e quelli della Ferrari sono molto rispettabili, molto formali, un po’ gesuiti (cfr. il discorso del nuovo Team Principal, dove compaiono l’integrità, il coraggio, la competizione e, ovviamente, l’eccellenza) e, di pari passo, sanno come irreggimentare la passione più popolare e sudaticcia. A questo punto cito un vecchio e stimatissimo collega, Luciano Ravagnani, che ha seguito molti sport veri (rugby in primis, ciclismo, atletica, canottaggio) e che un giorno mi ha detto. “Mai capito come si possa fare il tifo per una macchina”. Forse siamo solo dei maledetti snob, invidiosi di Evelyn Waugh, di Somerset Maugham, di magnifici e oziosi fine settimana in campagna, a chiacchierare di cose maledettamente irrilevanti aspettando che arrivi l’aperitivo. Un gin rosa, un Pimm’s con fetta di cetriolo. Birra non contemplata. Volgare.

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I sentieri di Cimbricus / Addio alla nostra giovinezza

Sabato 16 Febbraio 2019

 

banks

 

Per un gioco del Fato (non del Destino, che non esiste) se ne sono andati a poche ore l'uno dall'altro. Erano inglesi della working class: Finney di Salford, Lancashire; Banks delle Midlands.

 

Giorgio Cimbrico

In un centinaio di ore siamo stati costretti a liquidare un’irripetibile e amata fetta della nostra adolescenza: venerdì è morto Albert Finney, martedì Gordon Banks. Quando al cinema arrivò “Tom Jones” di Tony Richardson avevo dodici anni, quando l’Inghilterra diventò campione del mondo ne avevo quindici. Nell’interminabile e magnifico “coccodrillo” del Guardian c’è un piccolo passaggio che ho invidiato all’anonimo autore: Finney “aveva il volto di un unmarked boxer”, di un pugile non segnato. Gli zigomi alt, l’espressione sparsa di ironia facevano il resto.


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